Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

21 gennaio 2023.

Rassegna anno IV/n. 020

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I titoli:

Somalia: Attacco jihadista su una base militare riconquistata dall’esercito lunedì scorso.

Iran: Decine di migliaia di manifestanti nelle strade di Zahedan.

Palestina Occupata: La Corte Internazionale di Giustizia riceve l’incarico per un parere sull’occupazione israeliana dei territori palestinesi.

Sahara Occidentale: Ibrahim Ghali rieletto segretario del Polisario.  

Marocco: Il PE critica le violazioni contro la libertà di stampa.

Turchia: “L’impero di Erdogan”, un’inchiesta del The Economist.

Arabia Saudita: “Disponibili a riconoscere Israele, ma dopo la nascita di uno Stato palestinese”.

Siria: Attacco con droni sulla base USA di Al-Natf.

Libano: Due deputati occupano il Parlamento “fino all’elezione di un presidente”.

Le notizie

Somalia

I jihadisti Shabab hanno sferrato un attacco contro una base militare che avevano dovuto abbandonare lunedì scorso, dopo un’offensiva dell’esercito nella città di Jalaad, provincia centrale di Galgaduud. Le versioni sono discordanti tra i comunicati dei jihadisti e quelli dell’esercito. Un ufficiale ha ammesso la perdita di 7 soldati compreso il vice comandante della base. Gli assalitori sarebbero stati respinti con gravi perdite nelle loro file. I jihadisti parlano di un centinaio di soldati uccisi.

Iran

A Zahedan, nel Belucistan iraniano, si è tenuta una grande manifestazione di protesta contro il regime degli ayatollah (QUI). Migliaia di persone hanno marciato per le strade gridando “morte al dittatore, morte a Khaminei l’assassino”. La città è completamente assediata e c’è una forte presenza di reparti dell’esercito, ma non ci sono notizie di attacchi contro la protesta. A settembre in città si è avuto un massacro con oltre 90 vittime, noto come il “venerdì nero”.

Palestina Occupata

La Corte Internazionale di Giustizia ha accettato l’incarico fornito dall’Assemblea Generale dell’ONU, per esprimere un parere giuridico sullo status dei territori palestinesi occupati.  

Nuova colonia nei pressi di Nablus. L’esercito israeliano ha scortato un gruppo di coloni che sono arrivati con i loro camper su un terreno agricolo ad est di Nablus e hanno installato una nuova colonia. Giovani palestinesi li hanno affrontati con lancio di pietre. I soldati hanno risposto con le pallottole: 9 feriti e tre arrestati tra i palestinesi. Scontri anche a sud di Betlemme in seguito ad un rastrellamento delle truppe di occupazione israeliane nel villaggio di Khadar. A Gerusalemme est, invece, una famiglia palestinese è stata costretta a demolire la propria casa, con il pretesto di mancata licenza edilizia.

Sahara Occidentale

È stato rieletto Ibrahim Ghali alla carica di segretario del Polisario. Lo ha pubblicato l’agenzia stampa saharawi. Nel campo profughi di Dakhle, a 170 km a sud della città algerina Tindouf, si è tenuto il 16esimo congresso del Fronte che si batte per l’indipendenza del Sahara Occidentale dall’occupazione marocchina. Al voto per l’elezione del nuovo segretario hanno partecipato 1890 delegati. Ghali ha ottenuto il 69% delle schede, mentre Bashir Mustafà ha ottenuto il 31% dei voti. Ghali ricopre la carica dal 2016. Il Marocco occupa l’80% dell’ex colonia spagnola dal 1976 e nel 1991 è stata firmata una tregua per lo svolgimento di un referendum sull’autodeterminazione, ma Rabat si è sempre opposta. Nel 2020 l’esercito marocchino ha costruito una strada di collegamento con la Mauritania occupando un altro corridoio assegnato alla missione ONU. Il Fronte Polisario ha dichiarato conclusa la tregua e la ripresa della lotta di liberazione. L’inviato dell’ONU, De Mistura, non è riuscito finora a stabilire un tavolo di trattativa per la tenuta del referendum. Il governo di Rabat vuole concedere soltanto un’autonomia amministrativa sotto la sovranità marocchina.

Marocco

Il Parlamento Europeo ha criticato il Marocco sulle violazioni della libertà di stampa e gli arresti di giornalisti. In particolare viene citato il caso del giornalista Omar Al-Radi, noto per le sue posizioni critiche al regime monarchico, arrestato dal 2020 e condannato con accuse prefabbricate di molestie sessuali e spionaggio, accuse mai provate ma che gli sono costate una condanna a 6 anni.  

Turchia

(Inserto speciale di The Economist). “L’impero di Erdogan”, s’intitola l’inserto sulla Turchia a 100 anni dalla caduta dell’impero ottomano e la nascita della repubblica di Ataturk e a pochi mesi dalle elezioni presidenziali. Otto articoli d’inchiesta scritti da giornalisti inviati sul campo che hanno analizzato i diversi aspetti della situazione politica turca: elezioni cruciali, crisi economica, la scalata di amici e parenti di Erdogan ai vertici degli affari e delle istituzioni, gli effetti del conflitto siriano nella società turca, promozione internazionale dell’Islam politico, una politica estera aggressiva, le difficoltà dell’opposizione, la democrazia turca in via di estinzione.

Affideremo ai nostri collaboratori la traduzione integrale dei testi, da pubblicare prossimamente tra gli approfondimenti. Se ci sono dei volontari, si facciano avanti (scrivere a: questo indirizzo)

Arabia Saudita

Il ministro degli esteri saudita, Faisal Bin Farhan, in un’intervista ha sostenuto che il suo paese è pronto a riconoscere Israele e mantenere normali relazioni diplomatiche, ma soltanto dopo la nascita dello Stato palestinese e il ristabilimento della pace nella regione. Nei giorni scorsi la questione della normalizzazione dei rapporti tra Tel Aviv e Riad è stata discussa tra Netanyahu e il consigliere per la sicurezza nazionale  dell’amministrazione Biden, Sullivan. L’Arabia Saudita ha benedetto i cosiddetti accordi di Abramo che hanno portato al riconoscimento diplomatico di Bahrein, Emirati, Marocco e Sudan con Israele. Con i primi due sono state aperte ambasciate e vi sono scambi commerciali e programmi economici e finanziari, oltre a collaborazioni nel campo della sicurezza. Il Marocco condiziona l’invio dell’ambasciatore a una presa di posizione più netta di Tel Aviv sulla questione Saharawi, malgrado gli intensi affari in materia di armamenti. I generali sudanesi invece hanno rinviato il riconoscimento formale alla conclusione della fase transitoria e la formazione di un nuovo governo dolo le elezioni. I palestinesi devono fare buon viso a cattiva sorte e ringraziare Riad per le dichiarazioni di Bin Farhan.

Siria

Un attacco con droni è stato compiutocontro la base USA di Al-Tanf, al confine con Iraq e Giordania. Tre droni sono stati lanciati da una postazione ignota. Secondo un comunicato ufficiale, due sono stati abbattuti, mentre il terzo ha colpito la struttura, causando il ferimenti di due miliziani siriani ingaggiati dalle truppe USA per il servizio di ronde nel perimetro della base, Non c’è stata finora nessuna rivendicazione. L’attacco potrebbe essere stato eseguito da cellule di Daiesh oppure da milizie filo iraniane, presenti sul territorio siriano.

Libano

Due deputati hanno deciso di occupare il Parlamento fino all’elezione di un presidente della Repubblica. Per ben 11 sedute, il legislativo è fallito nel raggiungere un accordo su un nome condiviso. Najat Sliba e Molhim Khalaf, del gruppo per il cambiamento (aconfessionale), hanno passato due notti al buio, a causa del razionamento dell’elettricità e intendono proseguire il loro presidio ad oltranza. I due parlamentari contestano la costituzione confessionale e criticano la mancanza di un accordo politico che metta fine all’instabilità politica e alla crisi finanziaria. Il sistema è bloccato e serve soltanto ad autogenerare le stesse élite politiche dei soliti clan, che si sono succeduti al potere dall’indipendenza in poi.                                                                                                                                            

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