Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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05 maggio 2023

Rassegna anno IV/n. 124 (1011)

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I titoli:

Palestina Occupata: Quattro palestinesi, tre uomini e una donna, uccisi in Cisgiordania.

Sudan: Si combatte in mezzo alle abitazioni. Uccisa da una pallottola vagante la nota attrice sudanese Assia Abdelmageed.

Siria: Gli USA parlano dell’uccisione di un capo di Daiesh. Per la stampa locale i droni hanno ucciso un pastore e non un jihadista.

Iran: Ondata di esecuzioni nel Beluchistan. 19 nei primi 5 giorni di questo mese.

Tunisia: La procura ha convocato il presidente del Fronte di Salvezza. Si teme il suo arresto per complotto contro la sicurezza dello Stato.

Marocco: Amnesty denuncia il divieto ai giornalisti detenuti di poter leggere e scrivere in carcere.

Le notizie:

Palestina Occupata

200 soldati israeliani e 50 mezzi corazzati hanno fatto irruzione nella città vecchia di Nablus. Hanno assediato una casa e ucciso tre uomini che vi erano dentro. Secondo il comunicato dell’esercito sarebbero gli esecutori dell’agguato nella valle del Giordano di un mese fa che ha causato la morte di tre donne colpite dalle pallottole nella loro auto, vicino a Gerico.

Una vendetta che ha messo a pericolo la vita di migliaia di cittadini palestinesi. I cecchini sui tetti hanno sparato e ferito i giovani che contrastavano con le pietre l’avanzata dei veicoli militari. La Mezzaluna rossa ha affermato che l’esercito di occupazione ha impedito alle ambulanze di soccorrere i feriti. Il ministero della santà in un comunicato ha sostenuto che i corpi di due delle vittime sono irriconoscibili a causa dell’alto numero di pallottole usate contro di loro, anche dopo la morte.

A Hawara, la città a sud di Nablus incendiata dai coloni due mesi fa, una donna di 26 anni, Iman Odeh, è stata uccisa dalle pallottole dei soldati israeliani che presidiano permanentemente la città. L’esercito di occupazione parla di un tentativo di accoltellamento, mentre tutti i testimoni smentiscono la versione israeliana. “è stata un’esecuzione di piazza”.

Sudan

Ennesima tregua inutile passata a Khartoum sotto le bombe. I caccia dell’esercito hanno bombardato le postazioni delle milizie di pronto intervento, che si nascondono in mezzo alle abitazioni. Ne seguono scontri diretti tra unità militari che intrappolano i cittadini inermi e mietono vittime. Ieri è stata uccisa la nota attrice sudanese, Assia Abdelmageed, 80 anni, mentre stava animando un gruppo di bambini in un giardino pubblico. È stata colpita dalle pallottole incrociate nello scontro tra le milizie di Hamidati e reparti della polizia denominati “Unità di riserva”.

La situazione sembra assolutamente senza vie d’uscita e ciascuna delle parti belligeranti crede di potere vincere la battaglia e di conseguenza respinge nei fatti le tregue continuamente annunciate.

L’amministrazione Biden ha annunciato un nuovo meccanismo per imporre sanzioni contro coloro che non rispetteranno le tregue, ma sembra un atto inutile, perché il Sudan è stato per 30 anni sotto le sanzioni USA ai tempi della dittatura e le sanzioni non avevano mai risolto nulla politicamente, ma solo aggravato le condizioni economiche della popolazione.

Siria

Un breve comunicato del Centcom statunitense informa che due giorni fa un attacco con droni ha ucciso un alto comandante delle milizie jihadisti di Daiesh nel nord ovest della Siria. Non viene fornito il nome del capo eliminato e nemmeno la località esatta dell’attacco. Un’anomalia sospetta. Testimoni oculari sentiti dalla stampa locale di Idlib hanno affermato che sono state sentite esplosioni nella zona rurale a nord di Idlib e che l’attacco ha colpito una fattoria agricola per la produzione di pollame. L’osservatorio siriano afferma che il missile statunitense ha ucciso Lotfi Hassan Mastou, 60 anni, pastore allevatore di pecore del villaggio di Gourgania, nella provincia di Idlib. Fonti locali – scrive l’Osservatorio – hanno informato che l’uomo non aveva mai avuto attività politiche e non era appartenente a nessun movimento armato.  

Iran

Un’altra raffica di esecuzioni capitali ha colpito la regione del Beluchistan. Ieri sono state eseguite tre per portare i crimini di Stato, nella sola regione, dall’inizio di maggio a 19. Le condanne formalmente sono per crimini comuni che vanno dall’assassinio al traffico di droga, ma la concentrazione delle esecuzioni in quella regione della minoranza sunnita viene interpretata come una vendetta del regime contro la resistenza popolare indomita contro la strage del 30 settembre 2022 a Zahedan. Da quella data, ogni venerdì dopo la preghiera collettiva esce una grande manifestazione per chiedere verità e giustizia per le 90 vittime assassinate dai pasdaran. Dallo scorso settembre le esecuzioni in Beluchistan sono state 123. L’Iran è tra i primi quattro paesi nel mondo per numero di esecuzioni capitali.

Tunisia

Il presidente del Fronte di Salvezza, Shabby, ha annunciato di aver ricevuto una convocazione dalla procura per un interrogatorio nel quadro di quella che viene chiamato dal presidente Saied “il omplotto contro la sicurezza dello Stato”. Insieme a Shabby sono stati convocati diversi avvocati e 23 personalità politiche di opposizione. Il leader dell’opposizione teme che venga arrestato come è avvenuto per il presidente del partito Ennahda, Ghannouchi. La repressione del dissenso per via giudiziaria è una deriva pericolosa della Tunisia che rischia di riportare il paese alla dittatura o al caos.

Marocco

Amnesty International ha condannato il ricorso delle autorità marocchine a misure coercitive contro i giornalisti detenuti, con “il divieto di leggere e scrivere”. Nel comunicato di AI viene citato l’esempio del giornalista Omar Radi condannato a 6 anni con l’accusa infamante di molestie sessuali. Le associazioni per i diritti umani marocchine rivelano che la donna che lo aveva accusata, da stagista è diventata portavoce di un ministro con contratto a tempo indeterminato con un’assunzione a chiamata diretta senza concorso. La direzione delle carceri non risponde nel merito delle accuse dell’organizzazione internazionale per i diritti umani, ma sottolinea che i detenuti son stati condannati per crimini comuni e non politici.

Notizie dal mondo Sono passati 14 mesi e 10 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. L’attacco con droni sul Cremlino infiamma le polemiche tra Mosca e Washington.

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