Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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18 maggio 2023

Rassegna anno IV/n. 137 (1024)

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I titoli:

Sudan: Il generale Burhan compare in mezzo ai suoi soldati nel centro di Khartoum. Per l’ONU, servono 3 miliardi di dollari di aiuti per far fronte alla crisi umanitaria sudanese.

Palestina Occupata: Migliaia di coloni hanno invaso Gerusalemme est nell’anniversario della sua occupazione del 1967.

Egitto: “Donne arrestate per costringere i loro parenti sospettati di jihadismo a consegnarsi.”  

Tunisia: Nove cadaveri di migranti trovati al confine con l’Algeria. “Morti per il freddo”, sostiene il Forum per i diritti.

Afghanistan: Sostituito il primo ministro del governo taliban.

Libano: Baratto di petrolio iracheno per rimettere in sesto le centrali elettriche libanesi.

Le notizie:

Sudan

Il generale Burhan è apparso pubblicamente per la prima volta dall’inizio del conflitto. In mezzo ai suoi soldati ha fatto un giro nei dintorni della sede del Comando generale delle forze armate, nel centro di Kharotum, sede, nei giorni scorsi, di scontri cruenti con le milizie del suo rivale Hamidati. L’esercito sta riprendendo l’iniziativa costringendo le milizie a cedere posizioni precedentemente occupate. Il costo prevedibile in vite umane è enorme. Secondo testimoni oculari, sentiti da Anbamed via web, cadaveri di miliziani sono sparsi per le strade e nessuno ha provveduto alla loro sepoltura.

A Gedda, in Arabia Saudita, si svolgono trattative tecniche indirette, ma non è trapelato nulla sui lavori. Una fonte diplomatica di Riad ha affermato alle agenzie internazionali – sotto copertura di anonimato – che “ciascuna delle due parti sudanesi crede di poter vincere la battaglia in campo e non intendono concedere una tregua”.

L’ONU ha lanciato un programma di sostegno alla popolazione sudanese per il valore di quasi 3 miliardi di dollari. Un fabbisogno che però non trova ancora soddisfazione da parte dei paesi donatori.   

Palestina Occupata

Si è svolta stamattina nella città vecchia di Gerusalemme est occupata la provocatoria marcia dei coloni ebrei di estrema destra, in mezzo ai quartieri musulmani e cristiani. Sono stati registrati scontri tra la polizia e attivisti palestinesi che tentavano di impedire l’entrata dei coloni nella spianata delle moschee. “Morte agli arabi”, hanno gridato i marciatori che intendono soppiantare la popolazione palestinese autoctona. A guidarli si è presentato il ministro Bin Gvir, che aveva fatto la sua fortuna politica con il discorso dell’odio contro i palestinesi. Le forze di occupazione israeliane prima della marcia avevano arrestato una ventina di attivisti palestinesi e allontanato dalla loro città altri 37.

A Selwan, i bulldozer dell’esercito israeliano hanno demolito una casa abitata da 7 famiglie palestinesi. Il pretesto è la mancanza di licenza edilizia. I 50 abitanti, tutti della stessa grande famiglia allargata, hanno dichiarato che non abbandoneranno il terreno della loro casa e vi installeranno tende sopra le macerie per dormire e vivere. La casa era stata costruita prima dell’occupazione israeliana. A Gerusalemme ci sono 20 mila case minacciate da ordini di demolizione.  

È in corso a Nablus un’operazione di rastrellamento senza precedenti.  All’alba, decine di camion e autoblindate cariche di soldati sono penetrate nella città vecchia ed hanno assediato il campo profughi, sparando e lanciando lacrimogeni. Secondo la mezzaluna rossa palestinese sono stati registrati diversi feriti tra i giovani che ostacolavano l’avanzata delle truppe con il lancio di pietre e bottiglie molotov.

Egitto

Human Rights Watch e L’Organizzazione per i Diritti Umani in Sinai hanno accusato le autorità di sicurezza egiziane di aver arrestato coercitivamente delle donne, anche per diversi anni, soltanto per i rapporti di parentela con elementi sospettati di appartenere a Beit al-Maqdis, affiliata all’Isis. Avvocati ascoltati dalle due organizzazioni hanno riferito che queste donne hanno raccontato di aver subito maltrattamenti, torture e stupri. Lo scopo di questi arresti sarebbe quello di costringere gli uomini sospettati a consegnarsi. Alcune di queste donne erano state violentate dai jihadisti e sposate contro la loro volontà e al momento della denuncia alla polizia dei torti subiti, sono state arrestate.

Tunisia

Si muore di mare e di deserto. I corpi di 9 migranti subsahariani sono stati trovati senza vita nella località di Buhaira, nei pressi del confine con l’Algeria. Secondo il Forum per i diritti sociali e economici, i migranti sono morti di freddo, dopo aver attraversato la frontiera con i passatori. Il Forum ha accusato che le autorità di sicurezza “invece di perseguire i trafficanti di essere umani, criminalizzano i migranti”. La procura di Kasserine ha aperto un’inchiesta e ordinato l’autopsia.

Il presidente Saied ha chiesto al governo di avviare le trattative con i paesi interessati, per una conferenza ad alto livello con i governi africani di provenienza e quelli europei di destinazione, “perché la Tunisia da sola – ha detto il presidente tunisino – non può far fronte a questa situazione”.

Afghanistan

L’emiro dei taliban ha nominato un nuovo primo ministro in sostituzione di mollah Hassan Akhund. Il nuovo incaricato è Moulaui Abdelkabir, uno dei fondatori del movimento fondamentalista afghano. Non si conoscono le motivazioni dell’avvicendamento, ma la rete televisiva Tolo sostiene che Akhund è malato e ha bisogno di cure. Il nuovo primo ministro ha avuto un ruolo principale nelle trattative a Doha tra i taliban e il governo degli Stati Uniti, prima della conquista del potere a Kabul nell’agosto 2021.

Dopo il ritiro disastroso delle truppe d’invasione statunitensi, nessun paese ha riconosciuto il governo dei taliban.

Libano

La crisi finanziaria ha quasi bloccato il funzionamento delle centrali elettriche libanesi per l’impossibilità di far fronte al saldo dei contratti per le forniture petrolifere. Per aggirare l’ostacolo, Beirut è ricorsa al baratto con l’Iraq. Baghdad fornirà il gasolio necessario, in cambio di prodotti agricoli libanesi. L’accordo era stato già sperimentato nel 2021, ma quello attuale prevede l’aumento del 50% dei derivati petroliferi, per riportare le centrali elettriche libanesi ad un livello maggiore di efficienza. L’interruzione dell’energia elettrica in Libano è arrivata, durante la scorsa estate, fino a 20 ore al giorno.

Notizie dal mondo Sono passati 14 mesi e 23 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.  

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