Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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30 maggio 2023

Rassegna anno IV/n. 149 (1036)

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I titoli:

Sudan: Prolungata per altri 5 giorni la tregua, ma si continua a combattere.

Palestina occupata: Due palestinesi uccisi a Jenin durante le operazioni di rastrellamento israeliane.

Tunisia: Un migrante del Benin ucciso a colpi di spada. Tre tunisini arrestati tra i quali un minorenne. Condanna della società civile.

Iran: 14 arrestati con l’accusa di collaborazione con Israele: “Stavano preparando attentati”.

Siria: Missili israeliani su Damasco. Secondo l’esercito nessuna vittima.

Mauritania: Il partito del presidente ha la maggioranza in parlamento. L’opposizione chiede l’annullamento delle elezioni per irregolarità.

Le notizie:

Sudan

La tregua è stata rinnovata per altri 5 giorni, con un accordo tra le parti sudanesi in una riunione a Gedda, con la mediazione saudita e statunitense. I combattimenti però continuano sia a Khartoum, sia in altre province, in particolar modo in Darfur e Kordofan. L’accordo prevede l’evacuazione dei limitari dalle strutture sanitarie usate come scudo dalle forze di pronto intervento contro i bombardamenti aerei, ma finora nessun ospedale occupato è stato liberato.

In Darfur, il governatore ha invitato la popolazione a procurarsi le armi per difendersi dagli attacchi delle forze di pronto intervento. È uno sviluppo pericoloso perché è l’anticamera del ritorno alla guerra civile di 20 anni fa, con il suo fardello di morti, devastazioni e profughi.

Palestina occupata

Due palestinesi sono stati uccisi durante l’attacco israeliano a Jenin. Uno è un ufficiale della polizia dell’autorità nazionale. I funerali sono stati svolti con la partecipazione di migliaia di cittadini, che hanno gridato: “Palestina vincerà!”.

L’esercito israeliano ha comunicato che una ronda di soldati è stata attaccata con colpi di arma da fuoco a sud di Al-Khalil (Hebron). Sono in corso rastrellamenti nella zona, ma finora non sono stati arrestati gli attaccanti.

Quella in Cisgiordania è una guerra israeliana non dichiarata, che mira a riprendere l’occupazione militare delle zone sotto amministrazione palestinese, come ha denunciato il premier Shtie.

Colonizzazioni e demolizione di case completano il piano di Tel Aviv per imporre un dominio completo, costringendo la popolazione autoctona a lasciare il territorio. Il governo Netanyahu ha ripreso il popolamento della colonia di Homesh a nord di Nablus, che era stata evacuata nel 2005. Un gruppo di coloni, protetti dai soldati, hanno collocato caravan per impossessarsi dei luoghi che sono sotto amministrazione dell’ANP. Nei giorni scorsi, dopo la partenza di una delegazione dell’UE, i coloni ebrei insediati a Homesh avevano attaccato il villaggio di Burqa, incendiando 5 auto e diversi depositi di fieno di proprietà degli abitanti autoctoni. L’esercito ha protetto la ritirata degli aggressori.

Il governo Netanyahu di estrema destra non intende lasciare spazio a nessun accordo politico, compresi quelli firmati dagli stessi governi israeliani del passato, come gli ingannevoli accordi di Oslo.

Tunisia

La procura di Sfax ha arrestato un gruppo di giovani tunisini che la scorsa settimana avevano ucciso un migrante del Benin a colpi di spade. I migranti erano nella loro casa quando, la sera del 22 maggio, i giovani tunisini li hanno aggrediti al grido “via i neri dalle nostre città”. Un giovane originario del Benin dell’età di 30 anni è rimasto ucciso. Altri 5 sono stati ricoverati in ospedale con ferite gravi.

Il portavoce della procura, Fawzi Masmoudi, ha affermato che dei 7 tunisini aggressori sono stati arrestati tre (età: 17, 23, 37 anni), mentre gli altri quattro sono ancora ricercati.  Non sono stati forniti i nomi, né delle vittime, né degli aggressori. 

In una prima fase la polizia ha tentato di far nascondere il crimine, sequestrando i cellulari delle persone presenti, ma il fatto è stato stigmatizzato sui social e la notizia è stata ripresa dai media locali, fino all’ammissione ufficiale di ieri. 

26 organizzazioni tunisine per la difesa dei diritti umani hanno condannato l’accaduto e chiesto al governo di mettere fine al discorso dell’odio lanciato proprio dallo stesso presidente Saied, lo scorso febbraio. Quelle dichiarazioni del capo dello stato avevano innescato una caccia al migrante subsahariano e vittime di quel razzismo sono caduti anche cittadini tunisini dalla pelle nera.

Tra i primi firmatari del documento solidale delle ONG tunisine vi è il “Forum Tunisien pour les Droits Economiques et Sociaux”. 

Iran

La procura dell’Azebigian occidentale ha annunciato l’arresto di 14 persone con l’accusa di collaborazione a favore di Israele. “Il gruppo costituiva una cellula che ha ricevuto ordini di individuare persone da assassinare”, si legge nel comunicato.

Le autorità iraniane hanno accusato in passato i servizi di Tel Aviv di aver architettato e fatto eseguire attentati contro installazioni militari e nucleari e assassinato degli scienziati. Lo scorso dicembre l’agenzia Pars ha pubblicato la notizia dell’impiccagione di 4 persone ritenute responsabili di attentati ordinati da Tel Aviv in territorio iraniano.    

Siria

L’esercito siriano ha comunicato di aver intercettati alcuni missili lanciati da Israele nei dintorni di Damasco. Altri hanno raggiunto terra, ma non hanno causato vittime. Secondo l’Osservatorio siriano sono state colpite tre località vicino alla capitale dove sono dislocate le unità di difesa antiaerea. Ci sarebbero 5 feriti. Questo è il 17esimo attacco missilistico israeliano sul territorio siriano, nel 2023. All’inizio di maggio, un lancio di missili sulla provincia di Aleppo ha causato 7 morti.    

Mauritania

Il partito di governo “Insaf” ha fatto incetta di seggi parlamentari ottenendo la maggioranza: 107 su 176.  Altri partiti della maggioranza hanno ottenuto 42 seggi. L’opposizione ha raccolto soltanto 27 deputati. Risultati contestati dall’opposizione che aveva chiesto l’annullamento delle elezioni, per palesi e diffuse irregolarità durante le operazioni di voto.

Questo risultato rafforza il presidente Al-Ghazzawi, che il prossimo anno dovrà affrontare una campagna presidenziale impegnativa. Il paese ha un ruolo defilato nella politica araba e africana, ma è riuscito a mantenere una propria autonomia nel contenzioso tra Marocco e Algeria e soprattutto nel conflitto contro il jihadismo nei paesi del Sahel.

Notizie dal mondo Sono passati 15 mesi e cinque giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Colpita Mosca con droni, lanciati dall’interno del territorio russo.

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