Per ascoltare l’audio di oggi, 10 ottobre 2024:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno V/n. 275 (1526)
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Le notizie:
Genocidio a Gaza
Un’altra giornata di sangue a Gaza. Secondo rapporti giornalistici sono stati uccisi 72 civili nei bombardamenti di ieri. Il campo di Jebalia è completamente assediato dalle truppe, che hanno avviato le operazioni di minamento delle costruzioni ancora in piedi e della demolizione delle case diroccate con i bulldozer. Obiettivo è quello di deportare la popolazione verso sud. Tutta la zona a nord della città di Gaza è senza aiuti umanitari. Sono stati bloccati gli accessi dei camion delle organizzazioni dell’ONU.
Il rapporto quotidiano del ministero della sanità palestinese ci informa che il numero delle vittime è salito a 42.010 uccisi e 97.720 feriti.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Situazione umanitaria
È calato ulteriormente il numero dei camion ammessi all’ingresso nel nord della Striscia. Gli aiuti umanitari giunti dal valico di Beit Hanoun sono scesi del 17% a settembre rispetto a luglio ed i pasti forniti dal PAM si sono ridotti del 54% nello stesso periodo. Le organizzazioni internazionali di soccorso hanno suonato l’allarme per le politiche israeliane di riduzione del cibo e acqua destinate alla popolazione nel nord della Striscia, con l’obiettivo di indurla all’evacuazione. Da quattro giorni è in corso un’offensiva militare di bombardamenti aerei, navali e terrestri per costringere la popolazione ad evacuare. Il “piano dei generali” preparato nei mesi scorsi prevede l’evacuazione di tutta la popolazione nativa palestinese nella regione a nord del corridoio del Wadi, che gli israeliani hanno ribattezzato Netzarim, a nome di una colonia ebraica smantellata nel 2005. Circa 300 mila palestinesi saranno obbligati secondo questo piano a sfollare verso sud, per lasciare spazio ad un’occupazione che si annunica permanente del nord di Gaza, per permettere la creazione di nuove colonie di ebrei proveniente da ogni dove e che non hanno nessun legame con il territorio e la sua storia.
Giornalismo nel mirino
Il fotografo di Al-Jazeera, Fady Al-Wahidi, è stato colpito con una pallottola al collo e versa in gravi condizioni. L’equipe giornalistica dell’emittente del Qatar stava coprendo gli eventi bellici nel nord di Gaza, a Jebalia. Nello stesso luogo, è stato ucciso, ieri, in un bombardamento aereo, anche il fotografo, Mohammed Tanany, del Canale Al-Aqsa e ferito il giornalista, Tamer Labad, mentre stavano trasmettendo un servizio sulle atrocità compiute dai generali israeliani. In un precedente bombardamento israeliano sull’ospedale di DEir El-Balah era stato colpito in testa da schegge di un missile, il cameraman Alì Al-Attar, che giace in fin di vita, in ospedale di Khan Younis. Necessita di un ricovero all’estero per un intervento di chirurgia delicato per estrarre le schegge conficcate in testa. I generali israeliani hanno respinto tutte le richieste provenienti dall’emittente e da altri organismi internazionali per la protezione dei giornalisti.
Il governo e l’esercito israeliano hanno paura che la verità sui loro crimini venga esposta in modo inequivocabile di fronte all’opinione pubblica mondiale.
Libano-Israele
Ancora attacchi aerei israeliani su Beirut. Bombe di fabbricazione USA sulla testa della popolazione civile nei quartieri residenziali a sud della capitale. Il presidente del parlamento libanese, Berri, ha stigmatizzato il ruolo ambiguo degli Stati Uniti. “si dichiarano per il cessate il fuoco, ma non fanno nulla per arrivarci. Basterebbe che smettano di foraggiare il nemico di bombe e aerei”.
Nel bombardamento di questa notte su Beirut, l’esercito israeliano ha comunicato di aver ucciso un altro comandante militare di Hezbollah. Netanyahu in un discorso video ha affermato che sarebbe stati ucciso il successore di Hassan Nasrollah, ma i servizi di sicurezza e l’esercito israeliani mettono in dubbio la questione.
Sul fronte terrestre, e cose non stanno andando bene per l’esercito invasore. Le perdite sono enormi rispetto alle conquiste territoriali. Secondo un comunicato video di Hezbollah, un combattente nascosto in una buca nel terreno, nei pressi del villaggio di Maissat, è riuscito a distruggere 4 carri armati, causando la morte e il ferimento di tutti gli equipaggi militari che vi erano dentro. La videocamera fissata alla fronte, ha ripreso tutte le fasi dell’operazione.
La situazione umanitaria nel paese è catastrofica. Sono 600 mila i profughi che hanno lasciato il paese verso la Siria e sono senza assistenza. I soccorsi predisposti dal governo Beirut sono stati sopraffatti dall’immane aggressione che ha costretto 1.200.000 persone a sfollare, un quinto della popolazione. La coordinatrice dell’ONU in Libano ha chiesto l’impegno della comunità internazionale per un cessate il fuoco di 21 giorni, come era stato proposto da Washington e Parigi.
La protezione civile libanese ha denunciato che 5 suoi operatori sono stati uccisi da un bombardamento israeliano ieri mentre stavano svolgendo il loro lavoro di soccorso di un precedente bombardamento.
La guerra delle spie
L’esercito libanese ha arrestato un giornalista israeliano a Beirut. Era entrato nel paese, a metà settembre, con un passaporto USA e si trovava al momento dell’arresto nella Dhahye, il sobborgo sud della capitale libanese, preso di mira dai bombardamenti israeliani. Durante la perquisizione della sua camera d’albergo è stato trovato il suo passaporto israeliano e un altro britannico. Non ha saputo per quale testata giornalistica lavorava ed ha ammesso – secondo il comunicato dell’esercito libanese – di essere un ufficiale dell’esercito israeliano. Altri due agenti israeliani sono stati arrestati nella Beqaa. Sono due profughi siriani arruolati dai servizi di sicurezza israeliani sui social. Il loro compito era quello di fotografare i luoghi bombardati e raccogliere informazioni sulle vittime, da trasmettere sempre via web al servizio israeliano. Avrebbero ammesso di aver agito per i benefit economici offerti.
Israele-Iran
Una chiamata di 50 minuti tra Biden e Netanyahu non ha rasserenato il clima. Oggetto del contatto è l’attacco all’Iran, che l’operazione sia limitata o avvenisse dopo le elezioni presidenziali USA. Una lezione all’Iran ed una destabilizzazione del Medio Oriente, per meglio soggiogare le monarchie petrolifere e foraggiarle di inutili armamenti, fanno parte della strategia statunitense per dominare la regione. Un attacco israeliano sulle centrali nucleari iraniane può essere compiuto soltanto con armi e assistenza statunitense e quindi per bloccare la mano del guerrafondaio Netanyahu basterebbe poco.
La guerra di dichiarazioni tra Tel Aviv e Teheran continua. Il ministro della guerra israeliano, Gallant, ha detto che “la risposta sarà dolorosa e gli iraniani non la dimenticheranno per decenni”. Il ministro degli esteri di Teheran sta facendo un giro nelle capitali del golfo, per mandare messaggi a Washington. Ieri è stato in Qatar e Riad.
Cisgiordania e Gerusalemme est
A Nablus, un commando delle forze speciali israeliane ha compiuto una strage contro un gruppo di 5 militanti della resistenza palestinese. Gli aggressori vestiti con abiti arabi hanno circondato l’auto del gruppo e hanno sparato all’impazzata, per poi ritirarsi, nascondendo le armi sotto i lunghi vestiti.
Proseguono le operazioni di rastrellamento in tutte le città e villaggi palestinesi. Ieri sono stati arrestati 45 attivisti.
Per la prima volta, l’esercito israeliano ha introdotto nelle sue operazioni in Cisgiordania i carri armati per trasporto truppe. La stampa israeliana chiama la situazione in Cisgiordania con l’appellativo di “terzo fronte”, dopo quello di Gaza e Libano.
Fatah-Hamas
Si è tenuto ieri mercoledì al Cairo un incontro tra Fatah e Hamas, per trovare una linea comune di fronte all’aggressione israeliana a Gaza e Cisgiordania. È il primo incontro tra i due movimenti che guidano i governi in Cisgiordania (Fatah) e a Gaza (Hamas), dopo l’incontro di tutte le organizzazioni palestinesi a pechino per la mediazione della Cina. laa rottura risale al 2007, dopo la vittoria di Hamas nelle elezioni dell’anno precedente, ma il presidente Abbas aveva poi dimissionato il governo guidato da Ismail Hanie, dietro pressioni di Ue e USA. Hamas ha occupato militarmente Gaza, cacciando militanti e leader di Fatah.
Sul tavolo delle trattative – secondo rivelazioni stampa – ci sarebbero due questioni: il futuro governo di Gaza dopo il ritiro dell’esercito israeliano e la situazione in Cisgiordania, dove i servizi di sicurezza dell’ANP compiono azioni di collaborazionismo con l’esercito occupante: perseguitano militanti della resistenza armata e sminano le strade prima dell’entrata dei mezzi militari israeliani nelle città palestinesi.
Siria
Un altro bombardamento aereo israeliano quotidiano sul territorio siriano. I caccia di Tel Aviv hanno preso di mira, per la seconda volta in pochi giorni, una fabbrica di auto a Homs e un altro sito industriale a Hama. L’esercito siriano ha dato notizia dei due attacchi e ha asserito che non vi sarebbero vittime, ma soltanto danni materiali. È una guerra unitarale da parte di Israele senza che il regime siriano si faccia sentire per una risposta. Bashar Assad è forte con il suo popolo, un agnello di fronte all’aggressività di Netanyahu.
Yemen
L’ente britannico per la navigazione commerciale UKMTO, ha comunicato di aver ricevuto un SOS da una nave in difficoltà nel mar Rosso, dopo essere stata colpita da missili e droni lanciati dallo Yemen. La nave è stata colpita a 70 miglia dalla costa nei pressi del porto di Hodeida. Il personale non ha subito perdite e la nave sta proseguendo il suo viaggio verso il porto più vicino, probabilmente in Arabia Saudita. Malgrado la guerra dichiarata da Stati Uniti, GB e Israele contro lo Yemen, con bombardamenti su Sanaa e Hodeida, la capacità offensiva degli Houthi non è stata scalfita. Il portavoce delle milizie Ansar Allah ha sempre affermato che per mettere fine al blocco di Bab Mandab basterebbe il cessate il fuoco a Gaza. I pompieri internazionali usano la benzina invece dell’acqua.
Cipro
La Corte europea per i diritti umani, con sede a Strasburgo, ha condannato Cipro per aver espulso due profughi siriani verso il Libano. La condanna prevede anche un risarcimento monetario consistente in 22 mila euro per ciascuno dei due ricorrenti. Le autorità di Cipro sono accusate di non aver preso in considerazione la richiesta di asilo politico di persone in pericolo, provenienti da un paese in guerra e rimandati ad un paese che dava garanzie di sicurezza.
Notizie dal Mondo
Sono passati due anni, sette mesi e 15 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina
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