Per ascoltare l’audio di oggi, 29 ottobre 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 294 (1545)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

389 giorni di genocidio e deportazione. 43.110 uccisi e 110.101 feriti. E il mondo guarda.

Nella sola giornata di ieri, fino a mezzogiorno, negli ospedali sono arrivati 96 corpi di civili uccisi dalle bombe israeliane e 277 feriti. Nella notte e dall’alba di oggi, secondo i rapporti dei giornalisti sul campo, ci sono state altre 5 stragi nel nord, a Jebalia, nel centro, a Nuseirat, e nel sud, a Khan Younis. A Gaza non ci sono luoghi sicuri e i piani di Israele sono quelli dell’occupazione permanente e la cacciata della popolazione.

l nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Situazione umanitaria

Il direttore dell’ospedale Kamal Adwan di Beit Lahia, Hossam Abu-Safie, in un’intervista, ha dichiarato che nella struttura sono rimasti a lavorare soltanto due medici, lui e un altro collega. “Non possiamo fare nulla, perché nell’ospedale non c’è più nulla. “I soldati hanno devastato e distrutto tutto. I malati ed i feriti muoiono tra le nostre mani. Tutti i medici e gli infermieri sono stati portati via dall’esercito verso località ignote. Hanno ucciso mio figlio a sangue freddo sotto i miei occhi. Vogliono annientarci e umiliare la nostra voglia di libertà, ma non ce la faranno”.

Libano

Il Libano come Gaza. L’esercito israeliano sta ripetendo lo stesso schema della distruzione totale della vita in sud Libano. Secondo uno studio della società statunitense Planet Labs, specializzata in analisi delle immagini satellitari, “il confronto tra la geografia del sud Libano adesso e quella di un anno fa dimostra una distruzione sistematica di ogni forma di vita. Sono stati cancellati case, strade e alberi”. Questa analisi sostiene che almeno 12 villaggi, abitati da secoli, sono stati svuotati dalla popolazione e cancellati completamente. Secondo testimonianze locali, le cittadine più colpite sono state Kfar Kalla e Mais Jabal.

Secondo i dati forniti dal governo di Beirut, sono più di 2600 le persone uccise e 1.200.000 i rifugiati, mezzo milione dei quali ha varcato i confini con la Siria.

I caccia di Tel Aviv, che dominano i cieli libanesi, hanno bombardato all’alba di oggi la periferia sud di Beirut e la città di Sour (Tiro). Alcuni quartieri di Sour sono stati completamente rasi al suolo.

La recrudescenza della macchina di guerra israeliana contro le città libanesi si spiega con l’incapacità di avanzare via terra, a causa della forte resistenza incontrata e la gravi perdite in soldati e carri armati.

A quasi un mese dall’invasione via terra del suolo libanese, le truppe di Tel Aviv sono a pochi km dalla linea dii demarcazione. I lanci di missili e droni libanesi contro Israele continuano senza interruzione. Anche stamattina sono state registrate a Haifa incursioni con droni provenienti dal Libano.  

Prigionieri

Si chiariscono i comportamenti della polizia carceraria israeliana nei confronti del leader palestinese e membro del consiglio centrale di Fatah, Barghouti. I suoi avvocati sono riusciti a ricostruire tutta la vicenda con le date e le modalità. Le torture subite dal leader palestinese risalgono a settembre ed è stato colpito duramente nella sua cella di isolamento con bastoni di ferro sulla testa, dita, ginocchi e caviglie. Colpi che lo avevano ridotto in condizioni di immobilità per molto tempo. La famiglia non lo vede da oltre un anno e gli avvocati sono riusciti a parlargli soltanto al telefono.  

Trattative

Nulla di fatto nelle trattative, ma si prosegue. Netanyahu perde tempo. Manda i suoi funzionari dei servizi di sicurezza a trattare, ma poi pubblicamente smantella le basi delle discussioni. Il suo obiettivo è quello di mantenere in galla il suo governo. I capi di Hamas rimasti in vita hanno detto agli interlocutori arabi, Egitto e Qatar, che sono disponibili ad un accordo ma con la condizione del ritiro dell’esercito israeliano da tutta Gaza, alla conclusione delle operazioni di scambio di prigionieri. Il governo israeliano invece ha messo in pratica il piano dei generali, che prevede la deportazione della popolazione di Gaza verso sud e intende mantenere l’occupazione della parte nord e controllare il valico di Rafah e il corridoio di confine con l’Egitto. “La trattativa deve andare avanti sotto la pressione delle armi”, ha detto il premier israeliano.

Le famiglie degli ostaggi non sono d’accordo e accusano Netanyahu di far prevalere gli interessi personali rispetto alla salvezza dei loro cari.

Iran-Israele

Inchieste giornalistiche rivelano che Israele aveva informato in anticipo l’Iran sugli obiettivi che sarebbero stati colpiti. La stampa Usa sostiene che tra i luoghi colpiti c’era anche un vecchio sito nucleare abbandonato ed i sistemi della difesa antiaerea S-30. Teheran non rivela cosa sia stato colpito e quali siano stati i danni. La stampa di Teheran parla di 4 soldati uccisi e nessun’altra informazione sugli obiettivi.

Dalle rivelazioni di Washington non sembra che sia stata una carezza, ma un’avvisaglia forte che anticipa il futuro round, dopo le elezioni statunitensi. Il programma nucleare iraniano è l’ossessione del premier israeliano e lavora per bloccarlo, prima che Teheran costruisca la sua bomba atomica. Vuole che il monopolio dell’arma nucleare sia soltanto nelle sue mani.

L’Iran si è rivolto all’Onu, dove è in corso stamattina la riunione del Consiglio di Sicurezza, ma non si attendono sorprese a causa del veto USA. Nel frattempo Teheran continua a dichiarare che si riserva il diritto di rispondere. Quindi al prossimo round dopo le elezioni a Washington.

Netanyahu nel frattempo dichiara che grazie alla sua politica ha ammansito gli arabi: “Adesso ci sono 6 paesi che ci riconoscono e altri sono in arrivo. Loro capiscono solo il discorso della forza”.

Cisgiordania

È in corso una generale campagna di rastrellamenti in tutte le città e villaggi palestinesi. Centinaia di arrestati dalla scorsa domenica. A Jenin i militari sono entrati accompagnati dai bulldozer e prima di ritirarsi hanno distrutto strade e infrastrutture. Secondo l’associazione per la protezione dei detenuti palestinesi, i soldati entrano nei villaggi o quartieri e occupano una casa che la trasformano in una loro caserma per interrogatori. Le perquisizioni nelle case degli attivisti sono violente e devastanti. Distruggono il mobilio e in molti casi vengono abbattuti muri, con il pretesto di cercare armi. Il numero totale degli arrestati in Cisgiordania, dall’ottobre 2023, è arrivato a 11.523 persone, la maggior parte dei quali è stata poi rilasciata. Una media 32 arresti al giorno.

Unrwa

Il parlamento israeliano ha votato la legge che rende vietato il lavoro dell’UNRWA in Israele. Il divieto delle attività dell’Unrwa in Israele “crea un pericoloso precedente”, secondo quanto ha dichiarato il capo dell’agenzia Onu per i profughi palestinesi, Philippe Lazzarini. È l’ultimo episodio di “una campagna in corso per screditare” l’agenzia delle Nazioni Unite, principale attore delle operazioni umanitarie nella Striscia di Gaza, poi ha concluso: “Questa decisione aggrava ancor di più la sofferenza dei palestinesi nel territorio devastato da un anno di guerra”. ( IL TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE).

Il parlamento israeliano ha approvato la legge che cancella il lavoro dell’ONU in Israele con 92 voti favorevoli e soltanto 10 contrari. Anche l’opposizione è d’accordo con questo provvedimento di sfida alla comunità internazionale. L’obiettivo è quello di cancellare il ricordo della Nakba, l’occupazione della Palestina nel 1948 e la cacciata dei palestinesi trasformati in profughi assistiti da un organismo appositamente creato per dare istruzione e lavoro ai rifugiati. L’Unrwa ricorda agli israeliani il diritto dei palestinesi al ritorno, anche quello sancito nelle risoluzioni dell’ONU dell’epoca. Cancellare, cioè, il ricordo del passato di pulizia etnica all’origine della creazione dello stato israeliano.

Israele

Si ridimensiona la motivazione dell’investimento a Tel Aviv. Il fratello dell’autista che aveva causato l’incidente, e poi anche lui ucciso dallo sparo di un civile armato, ha affermato che era malato di cuore e potrebbe aver avuto un infarto durante la guida. La polizia sta indagando e sul corpo di sta svolgendo l’autopsia. Sono state bloccate le attività del genio militare per la demolizione della casa della famiglia, come atto di vendetta. Il caso potrebbe essere derubricato da attentato a incidente.

Marocco-Francia

Ultimo giorno della visita di stato del presidente francese Macron in Marocco. Una visita più volte rinviata a causa della crisi nei rapporti tra i due paesi su diverse questioni di politica internazionale e sull’emigrazione. Poi Parigi ha scelto di riconoscere il dominio del Marocco sul Sahara Occidentale e preferire un rapporto privilegiato con Rabat rispetto a quello con Algeri. Nella visita, il presidente francese è accompagnato con 9 ministri e molti manager di grandi società pubbliche e private. Sono previsti accordi sulla pesca, l’energia rinnovabile e nell’estrazione dei fosfati. Oltre anche ai contratti di forniture militari francesi al Marocco, in particolare gli elicotteri Caracal.  

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, otto mesi e 4 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Il segretario della Nato sostiene che la Russia ha perso 600 mila soldati tra uccisi e feriti e non potrebbe continuare a combattere da sola. Il ricorso ai soldati nordcoreani è d’obbligo.

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APPROFONDIMENTI:

Il conflitto israelo-palestinese non è cominciato il 7 ottobre. Per non dimenticare Sabra e Chatila. Ecco i contributi di Jean Genet,  Giovanni Torres La Torre, Stefania Limiti, Michele Cannaò, Dirar Tafeche, Milad Jubran Basir, Davide Bidussa, Zia al-Azzawi, Rodrigo Andrea Rivas, Gad Lerner, Mohamed Abdallah- un sopravvissuto, Sergio Mecha Mendez de la Fuente, , Contributo del 2014 del compianto Murizion Musolino, Enrico Vigna, Patrizia Cecconi, Il maestro italo-argentino Silvio Benedetto, Abdelmalek Smari, , Mario Capanna, …

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Appello per Gaza della rete italiana per la Pace e il disarmo Leggi tutto

La storia di Muhammed Bhar, ovvero del nuovo nazismo incarnato da Israele. Di Farid Adly (BBC credits) (QUI)

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  • [Echi della stampa araba] n° 20: Rubrica a cura di Margaret Petrarca
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[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI

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1 commento

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