Per ascoltare l’audio di oggi, 13 dicembre 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 335 (1586)

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Le notizie:

Siria

Il nuovo governo siriano ha sospeso la Costituzione per una fase transitoria di tre mesi e ha sciolto il parlamento. Tra i provvedimenti operativi, vi sono la ripresa delle lezioni nelle scuole e università, domenica prossima, e la riapertura degli aeroporti di Damasco ed Aleppo da domani, con la previsione di riprendere i voli internazionali entro la settimana. Sono messaggi per tranquillizzare la popolazione interna. Ci sono anche messaggi diretti all’esterno per tranquillizzare le potenze straniere: trattative con la Russia per le basi militari, nessun attacco contro Stati Uniti e Israele che stanno martellando il paese con missili, caccia e droni, distruggendo il suo arsenale di difesa.

Soddisfazione è stata espressa per la ripresa dell’attività dell’ambasciata italiana a Damasco. La prima visita ufficiale al nuovo potere è dalla Turchia. Il ministro degli esteri e il capo dei servizi di sicurezza di Ankara sono stati in visita a Damasco, dove si sono incontrati a lungo con Shara’ (alias Joulani) e il neo premier, Al-Bashir.  

Insieme a questi segnali distensivi, ci sono però anche altri di segno opposto. La continua macelleria contro i curdi nelle zone conquistate che  precedentemente rano amministrate dall’autonomia, come Manbij, e notizie di uccisioni di cristiani nelle province di Lathikia e Tartous.

Per molti osservatori, l’apparizione, nell’ufficio del neo premier, di una bandiera bianca con la scritta della testimonianza dell’unicità divina di Allah è un segnale subliminale di vicinanza ai talibani. Una prima intervista di Al-Bashir è stata raccolta dal collega del Corriere della Sera, Andrea Nicastro Qui

Sono preoccupanti anche le uccisioni di donne scienziate: in due giorni consecutivi sono state assassinate Zahra Homsi, professora di microbiologia e Shadia Habbal, professora di fama internazionale in fisica e astronomia, uccisa a casa sua insieme al marito con furto di tutte le sue ricerche. Attivisti locali sostengono che gli assassinii di scienziati potrebbero essere imputabili ad agenti israeliani, più che ai jihadisti.

Genocidio a Gaza

Un’altra strage israeliana stamattina. Un caccia ha lanciato un missile contro una casa di Nuseirat, nel centro della Striscia, provocando l’uccisione di 33 persone, tutti civili. 84 feriti che non è stato possibile soccorrere a causa dei continui lanci di colpi di artiglieria e spari dai carri armati che occupano la zona.

Secondo fonti mediche, nella giornata di ieri sono state uccise dall’esercito israeliano 71 persone, in diverse località della Striscia.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Libano

L’esercito israeliano ha dichiarato di aver ritirato i suoi soldati da Khayyam. Stamattina la città è stata bombardata. Nella giornata di ieri sono stati registrati 8 violazioni della tregua da parte di Tel Aviv. È stata sorvolata Beirut, ma senza bombardarla. Caccia e droni israeliani invece hanno riversato le loro bombe su villaggi e città del sud: Sour (Tiro), Nabatie e Bint Jbeil. Secondo l’agenzia stampa libanese, in seguito alle violazioni israeliane è stato ucciso un civile e ferite altre 11 persone.

Le prigioni degli Assad

Sono stati svolti ieri i funerali di Mazen Hommada, l’attivista per i diritti umani che aveva denunciato i crimini del regime e le torture praticate nelle prigioni-lager. Il suo corpo è stato trovato, insieme ad altre decine di oppositori, nel famigerato carcere di Saydanaya, con segni di torture recenti. Sono stati barbaramente giustiziati poche ore prima della caduta del regime. Mazen Hommada è stato incarcerato nel 2011 per la sua partecipazione alla rivolta pacifica del popolo siriano contro la dittatura degli Assad. Dopo il suo rilascio nel 2014, ha lasciato la Siria e si è stabilito in Olanda da dove aveva denunciato in interviste tv le atrocità subite nelle carceri del regime. Ha testimoniato nei procedimenti giudiziari e scritto rapporti di denuncia sulle torture praticate dagli aguzzini del regime. Nel 2000 è tornato improvvisamente a Damasco, dov’è stato arrestato al suo arrivo in aeroporto.

Le storie di torture sono migliaia e le vittime salvate raccontano fatti raccapriccianti accaduti a loro o ad altri ed alle quali avevano assistito. Sono nuove documentazioni che si aggiungono alle precedenti raccolte da diversi centro per i diritti umani organizzati da rifugiati siriani in Europa, come il caso raccontato dalla collega Mara Gergolet, corrispondente del CdS in Germania, dove un gruppo di attivisti siriani hanno raccolto migliaia di documenti, testimonianze audio e video, li hanno catalogati ed hanno testimoniato per processare e condannare i sicari del regime (Clicca per leggere tutto l’articolo).

L’Onu ha annunciato che una commissione speciale sta lavorando su un elenco di 4 mila agenti responsabili delle torture, che si devono processare e condannare dalla giustizia siriana e internazionale.

ANP

A Jenin c’è un serio rischio di uno scontro pericoloso tra formazioni della resistenza palestinese e la polizia dell’ANP. Il caso dell’assassino di un ragazzo di 19 anni, Rubhi Shalaby, da parte della polizia ha portato ad un livello alto di contestazione popolare contro l’ANP e contro lo stesso presidente Abbas. Durante i funerali del ragazzo sono stati gridati slogano contro Abbas. Per calmare le acque, il portavoce delle forze di sicurezza palestinesi, colonnello Anouar Rajab, ha ammesso cripticamente l’errore e annunciato che Shalabi sarà annoverato tra i “martiri” della lotta nazionale palestinese. Nella dichiarazione, pubblicata dall’agenzia Wafa, non si parla chiaramente di incriminazione degli agenti che avevano sparato e ucciso il ragazzo, ma lo si fa intuire.

Hamas/Giornalisti

Il giornalista palestinese Ibrahim Muharib è stato duramente picchiato da un gruppo di uomini armati in abiti civili, nella sua tenda al campo profughi vicino all’ospedale Nasser di Khan Younis. Il sindacato dei giornalisti palestinesi ha condannato l’aggressione accusando Hamas di essere responsabile dell’accaduto. Secondo altri giornalisti, presenti al momento dell’aggressione, gli armati avrebbero dichiarato di appartenere alla polizia di Hamas. È una grave deriva che si aggiunge all’alto prezzo pagato dai giornalisti palestinesi presi di mira deliberatamente dall’esercito di occupazione israeliano. Lo scontro tra Hamas e Fatah in Cisgiordania come a Gaza è un segnale pericoloso che rischia di smantellare la resistenza dall’interno.  

Rojava

A Manbij, nel nord della Siria, è pulizia etnica. L’Osservatorio siriano rivela che le milizie filo turche che hanno occupato militarmente la città stanno compiendo crimini di guerra contro i curdi feriti o catturati. Nell’ospedale di Manbij, miliziani hanno fatto irruzione nelle stanze dov’erano ricoverati dei membri del Consiglio della città e li hanno trucidati con colpi a bruciapelo, sui letti dell’ospedale. L’Osservatorio sostiene di aver dei filmati che mostrano miliziani che giustiziano in una piazza di Manbij 10 militari curdi delle Forze Democratiche Siriane (FDS), che erano stati catturati nella battaglia per l’occupazione della città.

Sugli account social dei miliziani sono stati postati video che mostrano vandalismi nelle abitazioni delle famiglie curde di Manbij, con saccheggi, incendi e sparatorie contro civili. In un villaggio vicino sono stati uccisi 3 civili, una donna e due uomini, solo perché sulla carta d’identità risultavano curdi.  

Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, 9 mesi e 19 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. 

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