Per ascoltare l’audio di oggi, 21 aprile 2025:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno VI/109 (1711)
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A marzo c’è stato un ritorno alla normalità delle donazioni. Infatti, i contributi volontari dei nostri lettori e ascoltatori sono stati 12. Il valore complessivo del mese scorso è stato di 736 € (+ 181,00 € rispetto al precedente mese di febbraio).
Le adozioni a distanza di bambini/e palestinesi di Gaza sono 25 e la 26esima è in arrivo. I fondi raccolti nel mese di marzo e già trasferiti ad Al-Najdah sono stati 8.050,00 €.
Grazie a chi ha contribuito e chiediamo a tutti e tutte di seguire il loro esempio, nel sostegno economico dell’impresa giornalistica senza padroni e senza pubblicità. La libertà non ha prezzo!
Le indicazioni per farlo agevolmente sono presenti nel sito e nella newsletter.
Le notizie
Genocidio a Gaza
Il rapporto del ministero della sanità di Gaza informa che ieri, fino a mezzogiorno, sono arrivati negli ospedali 44 corpi e 145 feriti.
I corrispondenti dei media palestinesi e arabi informano dal campo che– secondo informazioni fornite dagli ospedali e dai soccorritori – sono 37 le persone uccise dall’alba di oggi. I bombardamenti incessanti giorno e notte hanno riguardato particolarmente Khan Younis e la sua spiaggia Al-Mawassi, che l’esercito israeliano aveva indicato come zona sicura. Un marito e moglie con i loro 5 figli sono stati bruciati vivi nella loro tenda di plastica. La Protezione civile palestinese denuncia l’uso da parte dell’esercito israeliano di bombe al fosforo bianco contro zone civili densamente abitate, azione in violazione delle norme internazionali.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Se questo è un uomo.
Situazione umanitaria
Assedio sanitario israeliano a Gaza. Hanan Balkhy, direttrice regionale dell’OMS per il Mediterraneo orientale, ha dichiarato che l’organizzazione non è stata in grado di portare attrezzature mediche essenziali nella Striscia dallo scorso marzo e ha chiesto che i valichi vengano aperti il prima possibile. La Direttrice regionale ha aggiunto che la situazione sanitaria nella Striscia di Gaza è allarmante, sottolineando che la popolazione soffre di tutti i tipi di epidemie, malattie croniche e ferite. Ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire rapidamente e con urgenza per riaprire i valichi.
Un team medico americano-palestinese che forniva aiuti medici e di soccorso ai palestinesi di Gaza ha riferito che l’esercito di occupazione israeliano ha impedito loro di entrare nella Striscia, dopo aver inizialmente concesso l’autorizzazione 10 giorni prima. Un medico del team del “Ponte palestinese-statunitense” ha spiegato che sono arrivati in Giordania con l’approvazione israeliana per prepararsi a entrare nella Striscia di Gaza, ma sono stati respinti dall’esercito israeliano. Ha fatto notare inoltre che erano già entrati nella Striscia di Gaza a gennaio scorso e a luglio 2024.
Cisgiordania
È deportazione di massa dai campi profughi palestinesi di Tulkarem e Jenin. Secondo i dati dell’autorità nazionale palestinese sono 60 mila gli sfollati dai principali tre campi. Ieri a Nour Shams, vicino a Tulkarem 10 famiglie sono state costretta a lasciare le proprie case, che sono state demolite con i bulldozer.
All’alba di stamattina, le truppe israeliane sono entrate nella città di Nablus. Lancio di granate e sparatorie all’impazzata in ogni direzione. Poi sono intervenuti i reparti con i bulldozer per distruggere le infrastruttura urbane a partire dal manto stradale di asfalto.
Oltre agli attacchi militari dell’esercito proseguono sistematiche le incursioni dei coloni contro villaggi, terreni agricoli e pascoli appartenenti a famiglie palestinesi. Sono attacchi sistematici con l’intento di rendere la vita difficile alla popolazione autoctona, come il furto di bestiame e di mezzi agricoli, il taglio degli alberi, l’appropriazione di terreni per allargare le colonie o aprire nuove arterie stradali esclusive per i coloni ebrei. L’agenzia palestinese Wafa ha contato nei due giorni di Pasqua ben 32 aggressioni dei coloni, appoggiati dai militari.
Yemen
Altri 4 raids USA nella notte contro la capitale Sanaa e Saada. Gli Houthi parlano di 4 persone uccise e altre 11 ferite. Secondo la stampa vicina agli Houthi si teme uno sbarco a terra, visto che le incursioni aeree finora non hanno ridotto le capacità militari yemenite, che continuano a lanciare missili e droni contro le navi militari USA nella zona e missili balistici contro il territorio israeliano.
Sudan
I civili continuano a fuggire dalla città di El Fasher e dai campi profughi nella regione del Darfur, nel Sudan occidentale, per sottrarsi ai bombardamenti e ai combattimenti. Secondo il Coordinamento generale dei rifugiati nel Darfur, il numero totale di sfollati è salito a circa 290.000 dall’inizio di aprile. Il portavoce del coordinamento, Adam Rijal, ha affermato che quanto sta accadendo è “un vero e proprio disastro umanitario che richiede una risposta urgente per salvare la vita di migliaia di persone”.
Libano
Ennesimo bombardamento israeliano in territorio libanese. Un drone ha lanciato un missile contro un’auto uccidendo due persone e ferendone altre due. In un altro attacco è stata colpito un camion militare dell’esercito libanese che stava trasportando munizioni non esplose, lasciate sul terreno dall’esercito israeliano. Per Tel Aviv, come al solito, sono tutti obiettivi di miliziani di Hezbollah.
Tunisia
La strana storia di un’auto parcheggiata davanti alla casa di un oppositore tunisino che ha portato il suo proprietario in carcere e ad un processo per complotto contro la sicurezza dello Stato. Hattab Salameh è un imprenditore che stava recandosi in un bar non avendo trovato parcheggio ha lasciato l’auto davanti all’abitazione di Khayym Turchi, leader del “Partito della Coalizione Democratica per il lavoro e le libertà”. Si è visto circondato dai poliziotti e condotto in commissariato, dove ha subito torture per confessare i suoi legami con il politico, anche lui in carcere da oltre due anni. È stato condannato a 4 anni di reclusione senza uno straccio di prova.
Amnesty International ha duramente criticato le “dure condanne” emesse da un tribunale tunisino nei confronti di 40 persone, tra cui importanti esponenti dell’opposizione e attivisti per i diritti umani, sulla base di accuse inventate, sottolineando che si tratta di un segnale preoccupante dell'”eccessiva repressione del dissenso pacifico” da parte del potere politico.
Appello per il dott. Hussam Abu Safiya Firmate l’appello per chiedere la liberazione del direttore dell’ospedale Kamal Adwan,preso in ostaggio dall’esercito israeliano il 27 dicembre 2024, poi dopo 10 giorni annunciata la sua detenzione. Contro di lui non ci sono accuse. Il coraggioso medico è reo di non aver abbandonato il posto di lavoro, malgrado l’assassinio di suo figlio primogenito, Ibrahim, e le gravi ferite da lui stesso subite. clicca per aderire. Stiamo traducendo l’appello in italiano, su richiesta di molti lettori.
Solidarietà/Al-Najdah
L’Associazione Al-Najdah ha pubblicato un augurio sul proprio account FB: “Auguri in occasione della Santa Pasqua a tutti i fratelli e sorelle cristiani nel mondo, in Palestina, e in particolare in Italia.
Speriamo sia un’occasione di pace per il mondo intero e la fine del genocidio e della deportazione del nostro popolo palestinese.
I bambini di Gaza non dimenticheranno mai il vostro sostegno
Associazione di Soccorso Sociale-Gaza-Palestina”.
La pagina (in arabo) si trova al link: https://www.facebook.com/alnajda
Si trovano molte foto sulle attività di Al-Najdah come la distribuzione dei pasti caldi e l’acqua.
Anbamed incontra gli affidatari in diverse città italiane, da Milano (12 maggio), a Trofarello in provincia di Torino (il 13 maggio), a Chiavari (14 maggio) e a Bologna (15 maggio). Tutti i particolari del programma: clicca.
ACM, nostra partner nel progetto “Ore Felici per i Bambini di Gaza”, ha trasferito ad Al-Najdah la somma di 8.050,00 euro raccolti nel mese di marzo. È arrivata due giorni fa la 25esima adozione. Molte anche le quote una tantum per i pasti caldi alle famiglie con bambini/e orfani/e. Un risultato eccellente.
Ci sono arrivati in banca dei contributi per adozioni, ma non abbiamo ricevuto comunicazioni dagli affidatari, che non riusciamo a contattare. Preghiamo i donatori di scriverci per avvisarci e fornirci i loro contatti email e telefonici, per semplificare le comunicazioni.
Ci arrivano ancora diverse proposte di gruppi di amici che si mettono insieme, per raccogliere i fondi necessari per coprire la spesa di un anno: 600 euro.
Tutti i giorni arrivano altri messaggi di lettori di Anbamed esprimendo interesse al progetto e richieste di approfondimento. “Ore Felici per i Bambini di Gaza, adozioni a distanza e pasti caldi” è la cosa giusta.
Il sito IdeeInFormazione ha pubblicato in Homepage il nostro appello alle adozioni a distanza per i bambini/e di Gaza. Guarda!
Il direttivo di ACM ha deciso di donare agli affidatari due libri, pubblicati per promuovere l’attività di sostegno ai bambini/e: “Artisti per Gaza” (un catalogo di opere d’arte) e “Al di là di sé. Le opere di Vincenzo Dazzi per i bambini di Gaza” – Mesogea editore (catalogo e raccolta di scritti).
Mandateci gli indirizzi postali. Grazie!
Anbamed e Associazione Culturale Mediterraneo hanno lanciato un appello per il finanziamento di un progetto di adozioni a distanza di bambini e bambine palestinesi. Un’iniziativa realizzata con l’associazione di donne di sinistra, Al-Najdah (Soccorso sociale). clicca
Continuano ad arrivare richieste di informazioni più dettagliate, alle quali oltre al messaggio diretto, risponderemo anche con un articolo specifico pubblico.
Per partecipare al progetto: clicca
Notizie dal mondo
Sono passati tre anni, un mese e 27 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
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