Per ascoltare l’audio di oggi, 20 giugno 2025:
Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.
Direttore responsabile Federico Pedrocchi)
Rassegna anno VI/166 (1768)
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A maggio c’è stato ancora un leggero calo delle donazioni a favore di Anbamed. Infatti, i contributi volontari dei nostri lettori e ascoltatori sono stati 9. Il valore complessivo del mese scorso è stato di 485,00 €
(- 170,00 € rispetto al precedente mese di aprile).
Adozioni a distanza: In cambio è stato importante l’impegno dei nostri lettori a favore dei bambini di Gaza: 2.710,00 € tra adozioni e pasti caldi.
Grazie a chi ha contribuito e chiediamo a tutti e tutte di seguire il loro esempio, nel sostegno economico dell’impresa giornalistica senza padroni e senza pubblicità. La libertà non ha prezzo!
Forte adesione all’iniziativa dello sciopero della fame a staffetta, intrapresa nel quadro della web mobilitazione permanente avviata il 9 maggio: #ultimogiornodiGaza.
Per aderire: scrivere nome, cognome, città, professione e il giorno prescelto per compiere il digiuno, a: mailto:anbamedaps@gmail.com.
Le notizie
Sciopero della fame a staffetta contro il genocidio
Siamo entrati nel II mese di digiuno per Gaza. Oggi, Venerdì 20 giugno, prosegue per la 36a giornata l’azione nonviolenta di sciopero della fame per 24 ore a staffetta. L’azione continuerà nei prossimi giorni con la partecipazione di altri gruppi, fino al cessate il fuoco definitivo. Gli iscritti sono tantissimi e, secondo le disponibilità espresse, costruiremo il calendario con l’elenco dei partecipanti di tantissime città italiane, europee e arabe. Per leggere l’elenco aggiornato dei nomi dei digiunatori di oggi: clicca!
È un digiuno del cibo e non della sete. Si può liberamente bere.
Se volete partecipare nei prossimi giorni, scrivete un messaggio di posta elettronica con nome, cognome, città di residenza, professione (facoltativa), data prescelta (anche più di una, volendo) e un pensiero che pubblicheremo con l’elenco generale di tutti gli aderenti. Le adesioni vanno inviate esclusivamente a: mailto:anbamedaps@gmail.com
Manderemo un email di avviso, il giorno prima, a tutti i digiunatori del turno.
In molte realtà sono stati organizzati dei presidi nelle piazze e di fronte ai palazzi del potere oppure creato momenti di condivisione collettiva del digiuno. Sono iniziative pregevoli che raccomandiamo, chiedendo agli organizzatori di comunicarci in anticipo gli eventi programmati e mandarci eventualmente foto da pubblicare.
La nuova Germania del MO
La guerra di Israele contro l’Iran entra nella seconda settimana. E non accenna a placarsi. La stampa iraniana sostiene che sono stati colpiti quartieri residenziali di Teheran. Lanci di missili iraniani hanno mirato alla centrale nucleare israeliana di Dimona. Gli effetti non sono noti per la censura militare di Netanyahu. Timori nei paesi limitrofi di eventuali nubi di radiazioni atomiche.
Gli USA cosa faranno?
Trump non si smentisce. Ogni giorno ne spara una in contraddizione con la precedente. Nel suo staff di sicurezza ci sono divisioni sul bombardamento del sito nucleare iraniano di Fordow. Paradossalmente si oppongono i più oltranzisti. Argomentano che le guerre in Afghanistan e Iraq sono costate troppo al contribuente statunitense, molto di più dei vantaggi. A loro non frega nulla dei milioni di iracheni e afghani trucidati. Adesso dicono: lasciamo a Netanyahu di sbrigarsela da solo. Aiutiamolo solo a respingere gli attacchi.
Il capo della Casa Bianca prima voleva la resa immediata d Khaminei per evitare guai seri ed è arrivato a ordinare l’evacuazione di Teheran, una città di 10 milioni di abitanti. È una dichiarazione da criminali, ma nessun editorialista gli ha fatto notare la gravità delle sue parole irresponsabili. Adesso dice che ci dovrà pensare e la decisione la prenderà tra due settimane. Non è chiaro se è un passo indietro, ma sicuramente sono stati influenti le dichiarazioni di Cina e Russia, di condanna all’aggressione israeliana. Visto come è andata la guerra tra Pakistan e India, dove le forniture militari di Pechino a Islamabad hanno fatto incetta di caccia indiani di fabbricazione USA, Trump ha convocato ieri alla Casa Bianca il capo di Stato maggiore pakistano, per inconsuete consultazioni.
A far retrocedere Trump probabilmente ci sia stata anche la posizione dell’alleata Arabia Saudita, contraria all’aggressione israeliana contro l’Iran, che è stata condannata esplicitamente in comunicati anche congiunti con gli altri paesi arabi del Golfo, che non sono di certo alleati di Teheran. I timori sauditi riguardano due aspetti: uno lo strapotere di Tel Aviv che mira ad un espansionismo territoriale e geopolitico preoccupante per il futuro dell’incolumità di tutti i paesi arabi ed islamici (ricordiamo che nei negoziati diretti di Madrid, del 1992, tra Israele, OLP e una delegazione della Lega araba, i negoziatori israeliani avevano avanzato delle pretese territoriali in Arabia Saudita e rivendicato risarcimenti per le proprietà delle tribù ebraiche cacciate dal profeta Mohammed, 1400 anni fa) ; la seconda preoccupazione riguarda l’eventuale chiusura dello stretto di Hormuz, che causerebbe danni economici riguardevoli, valutati in decine di miliardi di dollari di mancati introiti.
Genocidio a Gaza
Anche l’ONU parla di trappole degli aiuti per uccidere. I numeri delle vittime tra gli affamati sono spaventosi. Il giorno 18 giugno sono arrivati negli ospedali 144 uccisi e 560 feriti. Il giorno 19 giugno: 69 uccisi e 221 feriti. Non sono incidenti casuali o errori, ma una deliberazione sistematica ad uccidere gli affamati attirandoli con i sacchi di farina e le scatole di cibo. Oltre ai mercenari statunitensi, l’esercito israeliano ha mobilitato collaborazionisti palestinesi, che indossano tute distintive, per non essere presi di mira dai cecchini che sparano da 100 metri dai luoghi di scarico delle merci. Il loro compito è di creare scompiglio, rubare gli aiuti per rivenderli e dare adito ai soldati a sparare.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni, dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Situazione umanitaria a Gaza
L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Türk, ha lanciato un appello urgente ai governi affinché agiscano di fronte al peggioramento della crisi umanitaria nella Striscia di Gaza. Türk ha affermato che tutti coloro che ricoprono posizioni di potere devono rendersi conto di ciò che sta accadendo a Gaza e che chiunque abbia influenza deve esercitare la massima pressione per porre fine a questa “sofferenza insopportabile”.
Ha criticato duramente la guerra di sterminio israeliana nella Striscia di Gaza, affermando che “i suoi mezzi e metodi di guerra infliggono sofferenze orribili, inaccettabili e incomprensibili ai palestinesi”.
Ha denunciato la “retorica allarmante e disumana” diffusa dai politici israeliani. Ha inoltre criticato il blocco all’ingresso degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite, in vigore da mesi.
Ospedali
L’esercito israeliano dice che un missile iraniano ha colpito un ospedale a Beer Sheba, nel Negev. “è un crimine di guerra”, ha tuonato il portavoce militare di Tel Aviv. Si sono svegliati improvvisamente adesso? Teheran sostiene che il missile era diretto alla base militare adiacente all’ospedale.
Non sappiamo la verità dei fatti, anche perché il governo israeliano ha imposto la censura sugli effetti dei bombardamenti iraniani e ha impedito di fotografare nelle adiacenze delle strutture colpite.
Ricordiamo che i militari israeliani hanno bombardato scientemente, cioè con consapevole e responsabile deliberazione, 35 ospedali di Gaza, adducendo che vi erano tunnel o vi si nascondevano capi di Hamas, tutte scuse che si sono rivelate false. Insolenza e faccia da bronzo, che trova ascolto nelle testate scorta mediatica del genocidio. Il vittimismo degli aggressori impuniti è la cosa più insopportabile. Pubblichiamo l’elenco dei 35 ospedali palestinesi bombardati, demoliti o evacuati con la forza. clicca
Cisgiordania
A Sourif, a nord di el-Khalil, un palestinese è stato assassinato da coloni armati che hanno assaltato la cittadina. Ahmed el-Hour, 48 anni, era insieme ad un gruppo di cittadini a spegnere un fuoco appiccato dai coloni in un terreno agricolo. I coloni sono tornati, spalleggiati dai soldati, sparando all’impazzata da armi automatiche. Hanno assassinato el-Hour e ferito gravemente altri 8. I militari non hanno arrestato nessuno degli assassini, ma hanno bloccato per un’ora le ambulanze della Mezzaluna Rossa, con il pretesto di zona militare chiusa.
Gli attacchi militari israeliani contro la popolazione palestinese in Cisgiordania hanno toccato diversi villaggi e città: Toubas, Arraba, Gabattia, el-Ram, Akraba, Anza e altre cittadine. Sono avvenuti arresti e feriti per arma da fuoco. A Nablus, le truppe di occupazione hanno ferito 5 palestinesi durante un’irruzione nella città, nel tentativo di proteggere dei coloni che stavano issando un avamposto coloniale nella periferia.
La Cisgiordania è ermeticamente chiusa da una settimana. Tutti i collegamenti sono sbarrati da posti di blocco militari. In alcune località l’esercito ha distrutto le strade con i bulldozer, per rendere il divieto di transito permanente.
Manifestazione contro il riarmo a Roma
Alla manifestazione nazionale di domani, 21 giugno a Roma, contro il riarmo, la situazione di Gaza e la questione palestinese saranno al centro della mobilitazione. clicca
I tentativi di unificare i due cortei sono falliti. Ci saranno due mobilitazioni: una sull’opposizione al riarmo, contro il genocidio a Gaza e contro tutte le guerre, indetta da un vasto arco di forze politiche, associazioni e comitati, con oltre 440 sigle aderenti. Appuntamento a Porta San Paolo (Piazzale Ostiense) a Roma alle ore 14.
L’altra è indetta da movimenti palestinesi e movimenti contro la Nato, per una solidarietà con Gaza e l’uscita dall’alleanza atlantica. Partirà da Piazza Vittorio.
Carovana Somoud
I componenti della carovana Somoud hanno fatto ritorno a Tunisi. Operazione fallita nel raggiungere il suo obiettivo per l’arroganza del potere militare nella Libia orientale e per la stupidità di alcuni partecipanti che hanno postato sui social attacchi politici che non avevano nulla a che fare con l’intento di solidarietà con Gaza. Una trentina di attivisti adesso si trovano nelle carceri di Sirte e Bengasi per rispondere di accuse gravissime, documentate dai video postati sui social. Rischiano fino a 5 anni di carcere.
Mobilitazione in Italia contro il genocidio a Gaza
Milano: oggi 20 giugno, mostra Heart Gaza + film From Ground Zero clicca
Da lunedì 16 giugno, a Milano, ogni giorno in piazza Duomo per Gaza: clicca
A Olbia, presidio all’aeroporto per bloccare il turismo dei soldati israeliani.
SUMUD ARTFEST da oggi 20 per tre giorni fino al – 22 GIUGNO Dalla Palestina al Mondo. Cultura Donna Vita Libertà SUMUD vuol dire resistenza, perseveranza. E la resistenza oggi è anche cultura, voce, visibilità. L’evento si terrà a Roma, circolo Arci Concetto Marchesi.
A Messina, si svolgerà il 28 giugno un corteo contro il genocidio.
È in corso in molte piazze italiane l’iniziativa: “La musica contro il silenzio”. tanti appuntamenti. Sono concerti organizzati dal basso, per dire no al genocidio ed alla deportazione dei palestinesi per mano di Israele. clicca per vedere il calendario e conoscere la genesi del movimento. Programma aggiornato.
In tutte le città italiane si allarga la protesta nonviolenta, con lo sciopero della fame, contro il genocidio.
Appello Emergency
Emergency ha lanciato un appello per chiedere al governo italiano di agire. Sono arrivate già 252.009 firme (alle 09:00 di stamattina). Manca la tua? Affrettati, i bambini di Gaza non possono aspettare. clicca per firmare!
Appello per il dott. Hussam Abu Safiya
Pubblicato sul nostro sito il testo in italiano dell’appello per la liberazione del dott. Hussam Abu Safiya. clicca. Eventuale firma dell’appello va segnata sul sito indicato più sotto.
Firmate l’appello per chiedere la liberazione del direttore dell’ospedale Kamal Adwan,preso in ostaggio dall’esercito israeliano il 27 dicembre 2024, poi dopo 10 giorni annunciata la sua detenzione. Contro di lui non ci sono accuse. Il coraggioso medico è reo di non aver abbandonato il posto di lavoro, malgrado l’assassinio di suo figlio primogenito, Ibrahim, e le gravi ferite da lui stesso subite. clicca per aderire.
Solidarietà/Al-Najdah
Il 24 giugno a Milano si terrà un incontro pubblico di presentazione del progetto Al-Najdah e di riflessione sulla situazione a Gaza. È organizzato dagli affidatari dei bambini orfani di Gaza, con un intervento audio della direttrice dell’associazione per il soccorso sociale palestinese, Asmaa Khaled.
È arrivata ieri in redazione la 38 richiesta di adozione a distanza. Malgrado tutte le difficoltà, si è svolta ieri la distribuzione di pasti caldi agli sfollati bisognosi, in diversi campi di tende nel centro e nord di Gaza, grazie ai contributi arrivati dai comitati di solidarietà con Al-Najdah (Soccorso Sociale), l’associazione di donne di sinistra di Gaza. clicca sulla pagina FB di Al-Najdah.
Molti lettori ci scrivono per sapere maggiori info sulla campagna “Ore Felici per i Bambini di Gaza”. È arrivata due giorni fa una nuova adozione a distanza. Continuano ad arrivare contributi una tantum per i pasti caldi. La gara di solidarietà con la popolazione ed i bambini di Gaza non perde vigore. Le adozioni sono arrivate al numero di 38, nell’arco di soli tre mesi.
Per chiedere info o aderire, scrivete a: anbamedaps@gmail.com
Potete leggere la cronologia delle azioni del progetto Ore Felici per i Bambini di Gaza, la campagna di adozioni a distanza clicca
Notizie dal mondo
Sono passati tre anni, tre mesi e 24 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.
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