Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

12 maggio 2021

Rassegna n. 315

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Nella rubrica approfondimenti pubblichiamo un documento di Moni Ovadia sulla situazione a Gerusalemme Est e Gaza.

Oggi è l’ultimo giorno di Ramadan, il mese del digiuno islamico. Domani è la festa di Ied Al-Fitr. Auguri di tanta felicità e Pace per il mondo intero!

Il 31 maggio sarà assegnato il quadro dell’artista e poeta Giovanni Torres La Torre. (per avere ulteriori info sull’artista, clicca qui)

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I titoli

Palestina Occupata: È guerra aperta contro la popolazione di Gaza, 35 uccisi tra i quali 12 bambini. I razzi palestinesi uccidono 4 civili israeliani ed un bambino.

Libia: Liberati dalle forze di sicurezza 110 migranti sequestrati da bande criminali per fini di riscatto.

Siria: Attacchi dei terroristi di Daesh contro le forze governative.

Iran: Aperte le candidature per le elezioni presidenziali del 18 giugno.

Le notizie

Palestina Occupata

È guerra aperta contro Gaza. Il premier israeliano Netanyahu ha annunciato in un video distribuito ai media di aver dato ordine all’esercito di continuare le operazioni su Gaza. Per tutta la notte sono continuati i bombardamenti su città e campi profughi con bombe devastanti, che hanno fatto crollare interi palazzi. Sulle linee di demarcazione terrestre sono stati dislocati centinaia di carri armati, in previsione di un’invasione da terra. Il ministero della difesa israeliano ha richiamato 5 mila riservisti. Dalla striscia sono continuati i lanci di razzi sulle città e colonie israeliane. Secondo la Mezzaluna Rossa sono 35 i palestinesi uccisi tra i quali 12 bambini. I media israeliani scrivono che sono 5 le persone uccise ad Ashkelon, Siderot e Lod, fra queste anche un bambino.

All’alba di oggi sono ripresi gli scontri a Gerusalemme tra i fedeli in preghiera per la fine del Ramadan e le forze israeliane. Pietre contro bombe e pallottole. 20 feriti tra i palestinesi, dei quali tre gravi. Ad Al-Khaleel (Hebron) un giovane palestinese è stato ucciso dall’esercito israeliano.

Il governo di Tel Aviv ha le mani libere di agire con la forza soverchiante contro la popolazione palestinese. Il fallimento del Consiglio di Sicurezza a trovare una posizione comune per l’opposizione di Washington, il debole comunicato dei ministri della Lega araba e il silenzio o l’equidistanza delle cancellerie europee hanno incoraggiato Netanyahu a proseguire la sua opera, che ha evidentemente anche fini politici interni. Con questa escalation impone la sua agenda alle trattative per la formazione del governo del premier incaricato, Yair Lapid.

Libia

Un reparto delle forze di sicurezza del governo di unità nazionale ha condotto, a Bani Waleed, la ricerca di migranti sequestrati da bande armate, dedite al traffico di esseri umani. Sono stati scoperti 16 covi e liberati 110 migranti. Le operazioni sono state svolte in seguito alle denunce di alcune famiglie di lavoratori egiziani e sudanesi che avevano ricevuto telefonate di richiesta di riscatto, per ottenere la liberazione dei loro parenti. Le indagini sono state condotte seguendo la posizione dei cellulari dei sequestrati dai quali erano partite le chiamate ricattatorie.

I miliziani criminali sono stati arrestati. Non sono state rivelate né la loro identità né il loro numero, ma sono state pubblicate sui social e nei media le foto di alcuni di loro, con le mani alzate e i mitra depositati per terra.

Siria

I miliziani di Daesh (Isis) hanno sferrato attacchi contro le forze governative nella zona desertica di Raqqa. Almeno 6 soldati e 2 miliziani sono rimasti uccisi durante un agguato. Nell’ultima settimana ci sono stati almeno tre attacchi contro posti di blocco o ronde militari. I raids russi sulla regione desertica nel centro della Siria non sono riusciti a mettere fine al pericolo delle cellule jihadiste che si nascondono nelle grotte.

Iran

Si sono aperte ieri le candidature alle elezioni presidenziali iraniane del 18 giugno. Le registrazioni dureranno fino a sabato. Il Consiglio dei guardiani della Costituzione ha modificato le regole delle elezioni, mossa che non è stata gradita dal presidente Rouhani, perché sono state studiate per bocciare la candidatura di alcuni riformisti. La repressione brutale delle rivolte popolari del 2018 e 2019, la crisi economica causata dalle sanzioni USA, l’isolamento internazionale e il Covid19 hanno messo in ginocchio il paese. Nelle ultime elezioni politiche parziali, l’affluenza alle urne è stata bassissima, anche se in realtà non ci sono cifre ufficiali, ma soltanto osservazioni giornalistiche sulla presenza degli elettori nei seggi. Dopo i due mandati del riformista Rouhani, il nome del prossimo presidente dipenderà anche dal raggiungimento o meno dell’accordo sul nucleare. Secondo molti osservatori, le chance del ministro degli esteri Zarif sono crollate in seguito alla pubblicazione delle registrazioni di sue dichiarazioni di critica ai Pasdaran e al comandante Soleimani, assassinato dagli USA all’aeroporto di Baghdad.

Approfondimento

Moni Ovadia:

“Politica Israele infame e senza pari strumentalizza shoah”
Adnkronos 11/05/2021
“La politica di questo governo israeliano è il peggio del peggio. Non ha giustificazioni, è infame e senza pari. Vogliono cacciare i palestinesi da Gerusalemme est, ci provano in tutti i modi e con ogni sorta di trucco, di arbitrio, di manipolazione della legge. E’ una vessazione ininterrotta che ogni tanto fa esplodere la protesta dei palestinesi, che sono soverchiamente le vittime, perché poi muoiono loro, vengono massacrati loro”. A dirlo all’Adnkronos è Moni Ovadia, commentando l’escalation di violenza in Medio Oriente che è sfociata in una lunga notte di bombardamenti tra Israele e la Striscia di Gaza.

“La politica di Israele è segregazionista, razzista, colonialista -scandisce l’attore, musicista e scrittore di origine ebraica- E la comunità internazionale è di una parzialità ripugnante. Tranne qualche rara eccezione, paesi come la Svezia e qualche paese sudamericano, non si ha lo sguardo per vedere che la condizione del popolo palestinese è quella del popolo più solo, più abbandonato che ci sia sulla terra perché tutti cedono al ricatto della strumentalizzazione infame della shoah”. Moni Ovadia spiega ancora meglio: “Tutto questo con lo sterminio degli ebrei non c’entra niente, è pura strumentalizzazione. Oggi Israele è uno stato potentissimo, armatissimo, che ha per alleati i paesi più potenti della terra e che appena fa una piccola protesta tutti i Paesi si prostrano, a partire dalla Germania con i suoi terrificanti sensi di colpa”.

“Io sono ebreo, anch’io vengo da quel popolo -incalza l’artista- Ma la risposta all’orrore dello sterminio invece che quella di cercare la pace, la convivenza, l’accoglienza reciproca, è questa? Dove porta tutto questo? Il popolo palestinese esiste, che piaccia o non piaccia a Netanyahu. C’è una gente che ha diritto ad avere la propria terra e la propria dignità, e i bambini hanno diritto ad avere il loro futuro, e invece sono trattati come nemici”.

E sulle reazioni della comunità politica internazionale e in particolare dell’Italia, Ovadia è netto: “Ci sono israeliani coraggiosi che parlano, denunciano -affonda- Ma la comunità internazionale no, ad esempio l’Italia si nasconde dietro la sua pavidità, un colpo al cerchio e uno alla botte. Ci dovrebbe essere una posizione ferma, un boicottaggio, a cominciare dalle merci che gli israeliani producono in territori che non sono loro”.

La pace “si fa fra eguali, non è un diktat come vorrebbero gli israeliani -conclude Moni Ovadia- Io non sono sul foglio paga di nessuno, rappresento me stesso e mi batto contro qualsiasi forma di oppressione, è il mio piccolo magistero. Sono con tutti quelli che patiscono soprusi, sopraffazioni e persecuzioni e questo me l’ha insegnato proprio la storia degli ebrei. Io sono molto ebreo, ma non sono per niente sionista”.

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