Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

5 Giugno 2021,

Rassegna n. 339

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Nella Rubrica Approfondimenti pubblichiamo il ricordo di Dino Frisullo, nell’anniversario della sua nascita (1952) e prematura scomparsa (2003). È stato fondatore dell’associazione Senza Confine e difensore dei diritti di tutti.

La prossima opera da assegnare è un disegno di Vauro Senesi, realizzato appositamente per sostenere Anbamed.

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I titoli

Algeria: La protesta si sposta sul web a causa del divieto di manifestare.

Palestina Occupata: Lo sport solidale provoca l’orticaria al colonialismo israeliano.

Yemen: È fallita la mediazione per un cessate il fuoco a Maarib.

Iran: Dichiarazioni ottimistiche sul negoziato di Vienna, in attesa delle elezioni presidenziali a Teheran.

Iraq: Incendio colossale in un campo profughi yazidi a Dohuk.

Tunisia: Autorizzata una radio comunitaria dedicata ai diritti umani e sociali.

Le notizie

Algeria

Si è tenuta sul web una mobilitazione per la libertà dei prigionieri di opinione algerini. Visto il divieto delle manifestazioni da parte del Ministero dell’Interno, gli attivisti hanno rivolto al popolo di internet un appello per chiedere la liberazione dei 234 detenuti del movimento Hirak, finiti in cella per aver rivendicato il loro diritto a manifestare ed espresso il proprio dissenso. Milioni di algerini in tutto il mondo hanno risposto all’appello, sostenendo provocatoriamente che “l’unica lista onesta in questa campagna elettorale è quella dei 234 detenuti”. Il movimento Hirak ha invitato gli elettori a disertare le urne nelle votazioni che si terranno sabato prossimo, 12 giugno.

Palestina Occupata

Anche lo sport solidale provoca l’orticaria al colonialismo israeliano. La polizia ha represso la maratona organizzata a Gerusalemme Est da cittadini ebrei e palestinesi di nazionalità israeliana, in sostegno alla causa delle famiglie sotto sfratto a Sheikh Jarrah. Anche il sit-in del quartiere Bab Al-Hawa a Silwan è stato attaccato dalla polizia, che ha distrutto la tenda che ospitava gli attivisti. L’esercito ha bloccato gli ingressi alle zone di queste mobilitazioni pacifiche. Secondo la Mezzaluna Rossa Palestinese sono 23 i feriti e decine gli arrestati. Ad irritare la polizia la presenza di bandiere palestinesi e il numero scritto sulle magliette dei maratoneti, 7850, che rappresenta il numero delle famiglie palestinesi sotto sfratto a Gerusalemme est. La polizia ha autorizzato, invece, la manifestazione delle bandiere organizzata dai coloni per giovedì prossimo, per commemorare l’occupazione di Gerusalemme est nella guerra del 1967.

Le manifestazioni di protesta in Cisgiordania contro la colonizzazione sono state represse con la forza militare. L’esercito di occupazione è intervenuto nelle cittadine a nord di Gerusalemme, nei pressi di Nablus e Ramallah, usando pallottole da guerra e droni armati per disperdere gli attivisti. Nella Cisgiordania in 4 giorni sono stati arrestati 90 manifestanti palestinesi. Il governo Netanyahu ha approvato il piano per rafforzare la polizia nelle città israeliane miste arabo ebraiche, dove sono avvenuti scontri durante l’aggressione su Gaza. Sono stati 2142 i palestinesi cittadini israeliani arrestati in seguito agli scontri.

Yemen

Le proposte di mediazione statunitense e dell’ONU per una tregua sono finite su un binario morto. Washington accusa i ribelli Houthi di mancanza di collaborazione con le iniziative internazionali, che sono state accettate dall’Arabia Saudita e dal governo yemenita esiliato ad Aden. Non è tardata la risposta degli Huothi per bocca del leader Mohammed Alì che ha condizionato una tregua a Maarib a tre condizioni: ritiro delle truppe straniere dal paese; fine dei bombardamenti aerei; fine dell’embargo economico.

Sette anni di guerra hanno ridotto milioni di yemeniti alla fame e l’80% della popolazione sopravvive grazie agli aiuti internazionali che scarseggiano a causa dell’embargo e del sequestro, da parte delle milizie e dei militari, dei prodotti forniti dalle agenzie dell’ONU.

Iran

L’ambasciatora statunitense all’ONU ha dichiarato che le trattative di Vienna sono state fruttuose, mentre il Dipartimento di Stato ha espresso la volontà di Washington di costruire, sui risultati raggiunti a Vienna, un processo per il ritorno all’accordo fondato sul reciproco rispetto degli impegni. Dichiarazioni positive che fanno eco a quelle pronunciate a Teheran dal presidente Rouhani. La ripresa del nuovo round di negoziati, la prossima settimana, però, coincide con la seduta del Consiglio dei governatori dell’AIEA, Agenzia Int. per l’Energia Atomica, che dovrà discutere della presenza di tracce di Uranio arricchito trovate in siti iraniani e non dichiarate da Teheran. I paesi occidentali del gruppo 5+1 in una prima fase avevano presentato una risoluzione di condanna, ma poi la bozza è stata ritirata. La questione però rimane all’ordine del giorno. Tutta la vicenda del nucleare iraniano è condizionata dai risultati delle prossime elezioni presidenziali che si terranno il 18 giugno. Il candidato favorito, Ibrahim Raissi, appartiene alla corrente conservatrice non incline ad arrivare a patti con i paesi occidentali, considerati alleati strategici di Israele e delle monarchie del Golfo.

Iraq

Un incendio in un campo profughi yazidi, nella provincia di Dohuk, ha divorato 400 tende. Per domare le fiamme sono stati necessari gli interventi degli elicotteri. 25 ustionati e 8 ricoverati per soffocamento. Non sono chiare le origini del rogo e sono in corso le indagini per risalire ai responsabili in caso di un evento doloso. Nel Kurdistan iracheno ci sono 27 campi profughi nei quali risiedono quasi un milione di persone, fuggite dalle province irachene occupate nel 2014 da Daiesh. Malgrado la sconfitta del falso califfato, questi profughi non hanno potuto far ritorno alle loro case, a causa delle distruzioni subite o per ragioni di sicurezza.

Tunisia

È nata in un quartiere periferico di Tunisi la radio “Saieda” (La Signora) dedicata al tema dei diritti umani e sociali, con particolare attenzione alle donne e in difesa dei diritti degli emarginati. È la prima del suo genere in tutto il mondo arabo. Attualmente è presente nel web, ma ha ottenuto le autorizzazioni per le trasmissioni in FM, che inizieranno da metà giugno. Il gruppo di giornaliste e attiviste che l’hanno progettata e realizzata la definiscono come una radio di prossimità, culturale ed educativa, non commerciale. La direttrice Najwa Hammami afferma che “bisogna far parlare le persone protagoniste dei fatti sociali e nello stesso tempo dare loro le informazioni sui loro diritti, a partire dalle cose semplici come il diritto alla sanità oppure alla protezione sociale per le donne e i minori”. Ecco la pagina Fb in arabo

Per l’Approfondimento dedicato al ricordo di Dino Frisullo;

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