Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

19 giugno 2021,

Rassegna n. 353

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Lo scorso 12 giugno si sono tenute le elezioni politiche in Algeria. Nella rubrica Approfondimenti pubblichiamo un articolo di analisi scritto, appositamente per Anbamed, da Karim Metref scrittore e blogger algerino.

Lo ringraziamo per la disponibilità e l’affettuosa vicinanza.

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I titoli

Iran: In corso lo spoglio delle schede. Avrebbe vinto il favorito Ibrahim Raissi, secondo dati non ufficiali. La Tv poco fa ha annunciato la vittoria di Raissi con il 62% dei voti.

Palestina Occupata: Di nuovo scontri sulla spianata delle moschee. Pietre contro pallottole. Feriti e arresti tra i fedeli.

Tunisia: Imponente manifestazione contro i soprusi della polizia. Crisi istituzionale che forse porterà alle elezioni anticipate presidenziali e politiche.

Afghanistan: Controffensiva dei governativi. 35 miliziani uccisi in un raid a Nangarhar.

Iraq: Deceduta in esilio la poeta Lamee’a Ammar.

Le notizie

Iran

Ultim’ora: La tv di Stato ha annunciato la vittoria di Ibrahim Raissi con il 62% dei voti.

È in corso lo spoglio delle schede per le elezioni presidenziale di ieri. L’affluenza alle urne è stata, secondo l’agenzia stampa ufficiale, del 50%, ma senza citare la fonte. Esponenti governativi avevano annunciato ieri che l’affluenza era alta senza fornire cifre. Mentre opposizione all’estero e attivisti hanno denunciato la scarsa partecipazione. L’orario di chiusura dei seggi è stato prolungato per ben tre volte e ciascuna delle parti lo imputa a motivi contrapposti: “lunghe file davanti ai seggi”, dicono i pro governativi, mentre rispondono i detrattori della Repubblica islamica “per mancanza di elettori”. Dai primi risultati non ufficiali risulta in testa il favorito Ibrahim Raissi, con oltre il 50% delle 26 milioni di schede scrutinate. Il capo della magistratura ha però invitato i suoi seguaci alla calma e di non festeggiare prima della pubblicazione dei dati ufficiali.

Palestina Occupata

Irruzione delle forze di occupazione israeliane nella spianata delle moschee a Gerusalemme Est dopo la preghiera del venerdì. L’intento era quello di reprimere la manifestazione dei fedeli all’uscita dalla moschea, alzando bandiere palestinesi e gridando Palestina libera. Il lancio di pietre è stato affrontato con le armi. Decine di feriti e 10 arresti. Scontri tra forze di occupazione israeliane e attivisti palestinesi sono avvenuti anche a sud di Nablus, mentre si stava svolgendo un raduno per contrastare la colonizzazione ebraica sulle terre del villaggio di Beita.

Tunisia

Si è svolta a Tunisi una manifestazione imponente contro i soprusi della polizia, per chiedere verità e giustizia sul caso del giovane Ahmed Ben Amara morto in comissariato. La manifestazione è stata indetta da 43 sigle sindacali, politiche e della società civile. Commovente il discorso della madre del giovane, che ha ribadito di voler sapere perché gli agenti hanno picchiato suo figlio sulla testa, come si evince dall’autopsia.

La crisi istituzionale in Tunisia è arrivata a livelli senza precedenti. In un incontro dell’Alto Comitato di Sicurezza, il presidente Saied ha denunciato un tentativo di un suo assassinio, senza precisare da parte di chi. Ha parlato di un viaggio segreto di un alto esponente politico in una capitale straniera, dove si è discusso di come spodestarlo. Mentre riferiva ciò, il suo sguardo puntava il pimo ministro Msheishi. La magistratura ha aperto un fascicolo sul caso. Il presidente Saied appare isolato, perché la sua proposta di una commissione per il dialogo politico è stata respinta dai partiti di governo e non sostenuta da opposizione e sindacato. L’Unione Generale dei Lavoratori tunisini ha indetto la propria conferenza, invitando i partiti ed escludendo Saied.

Prende sempre più quota la proposta di elezioni anticipate, sia presidenziali che politiche.

Afghanistan

Offensiva governativa contro i miliziani taliban con uso massiccio dell’aeronautica. Nella provincia di Nangarhar, nell’est del paese, un raid aereo ha ucciso 35 miliziani, secondo un comunicato dell’esercito. La situazione nel paese è drammatica. Dall’inizio di maggio, non passa giorno senza che vi siano attacchi e attentati dei miliziani o bombardamenti dei governativi, con morti e feriti dalle due parti e soprattutto tra i civili. La missione ONU per l’Afghanistan ha messo in guardia dall’eventuale imponente esodo di pofughi dopo il ritiro delle forze straniere. L’attesa conferenza di Ankara è oramai tramontata. Era prevista per Aprile ed è stata rimandata a maggio, ma poi è finita nel dimenticatoio, a causa dell’impegno turco (membro della Nato) di proteggere con i propri soldati l’aeroporto di Kabul, passo non gradito ai taliban.

Iraq

La poeta irachena Lamee’a Ammar è morta nel suo esilio volontario negli Stati Uniti. Aveva 92 anni. Ha cominciato a scrivere poesie dalla giovane età di 12 anni ed il suo primo componimento è stato pubblicato a Beirut nel 1943, all’età di 14 anni. A scoprire il suo talento è stato il grande intellettuale libanese Elia Abu Madhi. È stata la prima donna laureata dell’Iraq monarchico sotto il protettorato britannico e la prima professora universitaria. Ha fatto parte della prima generazione della poesia moderna irachena e araba, insieme a Nazek Al-Malaika, Badr Saker Assayyab e AbdelWahhab Al-Bayati. Ha pubblicato 7 raccolte di poesie.

A quanto risulta alla redazione di Anbamed, della sua poderosa produzione letteraria, non è stato mai tradotto nulla in italiano.

Approfondimenti

Un commento sulle elezioni legislative in Algeria

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