Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

22 Luglio 2021

Rassegna anno II/n. 22

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I titoli

Migranti: 100 migranti su un natante in pericolo da 24 ore nelle acque maltesi.

Libia: La prossima settimana il processo a 54 daieshisti catturati a Sirte.

Tunisia: Il presidente Saied chiama l’esercito a gestire la pandemia, dopo le dimissioni del ministro della sanità.

Iran: Continuano le manifestazione per rivendicare il diritto all’acqua. 3 morti. 

Marocco: Rabat respinge le accuse mediatiche sull’uso del programma Pegasus per spiare politici, attivisti e giornalisti.

Le notizie

Migranti

Alarm Phone ha allertato le guardie costiere italiana e maltese sulla presenza, nelle acque del Mediterraneo in zona Sar di Malta, di una barca con a bordo oltre 100 persone in pericolo. Il motore è guasto e il natante imbarca acqua. Ci sono una donna e un bambino in gravi condizioni di salute. Le scorte d’acqua potabile sono finite. I migranti hanno tentato di contattare La Valletta, ma nessuno ha risposto. “Soccorretele ora! Basta con le morti per mancanza di soccorso!” hanno scritto i responsabili dell’organizzazione umanitaria nelle loro comunicazioni. Secondo Safa Msehli, portavoce dell’ufficio ONU per le migrazioni di Ginevra, nella giornata di ieri 20 migranti sono annegati e altri 500 intercettati e riportati a Tripoli. Non si conosce se i 100 segnalati nelle acque maltesi rientrino tra questi salvati.

Libia

Il prossimo 27 luglio si terrà a Tripoli il processo a 54 appartenenti a Daiesh (Isis) catturati a Sirte. La procura generale ha concluso le indagini nei loro confronti e definito i capi di accusa che vanno dall’appartenenza ad una organizzazione terroristica con l’aggravante di minaccia alla sicurezza dello Stato, alla strage e l’assassinio di innocenti, danneggiamenti degli impianti petroliferi. Secondo le confessioni, gli imputati sarebbero responsabili di 771 morti e 4919 tentati omicidi. La stampa del Cairo scrive che tra gli imputati vi sono anche i responsabili dell’assassinio dei civili egiziani di fede copta, mostrati in un video con tute arancioni mentre camminavano in fila, lungo la spiaggia, prima di essere assassinati.

Tunisia

Il presidente Saied ha ordinato all’esercito di prendersi carico nell’affrontare la pandemia di Covid19, che sta paralizzando il paese. La doccia fredda sul capo dell’esecutivo di Msheishi avviene il giorno dopo le dimissioni del ministro della sanità a causa del fallimento delle misure per la prevenzione. L’impennata di contagi ha fatto crollare il sistema sanitario, con medici stracarichi di lavoro, mancanza di posti letto nelle unità di terapia intensiva e soprattutto la mancanza di bombole di ossigeno nelle strutture pubbliche. Secondo un’inchiesta giornalistica, uomini d’affari senza scrupolo hanno acquistato le bombole di ossigeno nel mercato nero per venderle a prezzi esorbitanti. La magistratura ha aperto le indagini.

Iran

Continuano le proteste nella regione di Khūzestān (Al-Ahwaz), nel sud ovest dell’Iran al confine con l’Iraq, contro la scarsezza dell’acqua. Secondo informazioni non confermate ci sarebbero stati, nella giornata di ieri, altri 3 morti: un poliziotto e due civili. La regione si affaccia sul Golfo ed è la più ricca di giacimenti petroliferi, ma è emarginata rispetto alla capitale ed alle altre regioni per la presenza di una maggioranza di origine araba e di fede sunnita. Secondo voci dell’opposizione all’estero, la polizia ha messo in carcere decine di attivisti ed ha ridotto l’accesso ad Internet per impedire la diffusione di video delle manifestazioni. La tv di stato ha trasmesso le immagini di lunghe file di autocisterne cariche di acqua, in viaggio verso la regione di Ahwaz.

Marocco

Il portavoce del governo ha annunciato che il regno risponderà alle insinuazioni pubblicate dalla stampa internazionale (francese), sulle asserite responsabilità del Marocco nell’uso dei programmi di spionaggio elettronico. Le Monde ed altre testate hanno ottenuto una copia dei numeri di cellulari che la società israeliana “NSO group”, sviluppatrice del programma Pegasus, ha ricevuto dai servizi di sicurezza di Rabat. Tra i numeri individuati ci sono quelli della famiglia reale marocchina, del presidente Macron e di centinaia di attivisti e giornalisti. Il caso più discusso, uscito alla ribalta molto prima della pubblicazione del nuovo elenco di spiati, è quello del giornalista Omar Radi, condannato due giorni fa a 5 anni di reclusione.

Ecco l’articolo di Amnesty Internationale sul programma sviluppato dall’azienda israeliana “NSO group” per spiare giornalisti e politici.

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