Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

08 settembre 2021

Rassegna anno II/n. 70

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I titoli

Afghanistan: Governo provvisorio tutto di esponenti taliban.

Manifestazioni disperse a suon di spari in aria.

Siria: Amnesty denuncia sparizioni forzate, torture e stupri subiti dai rifugiati ritornati in seguito alla falsa amnistia.

Marocco: Si svolgono oggi le elezioni politiche ed amministrative. Si prevede un calo degli islamisti, al governo da 10 anni.

Turchia-Egitto: Prove di riavvicinamento diplomatico tra i due regimi liberticidi.

Libia: Catturato a Bani Waleed un pericoloso jihadista dell’Isis, responsabile di due stragi.

Le notizie

Afghanistan

I taliban hanno annunciato la formazione del governo provvisorio. Sarà guidato da mullah* Mohammed Hassan Akhund, sulla lista nera dell’ONU. Il vice presidente sarà l’ex negoziatore Dardar. Alla difesa andrà mullah Yaqoub, nipote del fondatore del movimento mullah Omar. Ieri, è apparso pubblicamente, per la prima volta a Kabul, il capo Akhundzadeh, che ha sottolineato il carattere islamico dell’emirato e che alla base dell’azione di governo ci sarà la Sharia. I nomi noti dell’esecutivo sono tutti appartenenti ai taliban e non è, quindi, un governo inclusivo. Il portavoce Mujahid ha affermato che questo è un governo provvisorio e che le altre etnie in seguito saranno rappresentate. La prima reazione di Washington è negativa. Il portavoce della Casa Bianca ha affermato che “Tra i ministri ci sono terroristi ricercati dalla giustizia USA”. Probabilmente si riferisce a Siragiuddin Haqqani, il neo nominato ministro dell’Interno.

Le dichiarazioni del portavoce dell’ufficio politico taliban, Naim Shaheen, sul rispetto dei diritti di opinione e di espressione sono state smentite dai fatti. Le manifestazioni di protesta di ieri a Kabul e nelle altre province, contro i soprusi dei miliziani coranici, sono state disperse a suon di mitragliate in aria. Ai cortei hanno partecipato anche delle donne che hanno rivendicato il “diritto di vivere”, portando cartelli con su scritto: “Basta discriminazione, vogliamo la parità”. I manifestanti hanno gridato slogan contro il Pakistan, accusato di essere la culla del fondamentalismo. Durante queste manifestazioni, ai giornalisti è stato impedito di svolgere il loro lavoro. Sono stati fermati e maltrattati 14 reporter e fotografi. Sui social sono girate immagini di cronisti con il volto coperto di sangue. L’Associazione dei giornalisti indipendenti ha condannato la repressione da parte dei miliziani e ha chiesto al nuovo governo di rispettare la parola data.

Il caso più eclatante sulle atrocità dei nuovi padroni dell’Afghanistan è quello dell’assassinio della poliziotta incinta all’ottavo mese, Nijar Massoumi, della provincia di Ghor. Suo figlio ha denunciato che i miliziani hanno fatto incursione nella loro abitazione, hanno radunato tutta la famiglia davanti alla casa ed hanno ucciso la madre a colpi di coltello al collo e nella pancia.

Siria

Amnesty International ha denunciato che molti rifugiati siriani sono spariti dopo il loro ritorno in patria. L’organizzazione umanitaria ha raccolto testimonianze su arresti preventivi, torture e stupri subiti dalle persone che sono tornate in seguito alla falsa riconciliazione nazionale annunciata dal presidente Bashar Assad. Una donna ha raccontato di essere stata violentata insieme al figlioletto di soli 5 anni da un ufficiale dell’esercito siriano. Una mostruosità inaudita che mette in luce il volto cruento e disumano della dittatura.

La cassazione francese ha respinto il ricorso della società Lafarge contro la condanna subita in primo grado per il suo comportamento in Siria. La filiale siriana della società produttrice di cemento ha pagato, negli anni 2013-2014, quindici milioni di dollari a diverse milizie per poter continuare la produzione nelle fabbriche siriane. Tra i beneficiari ci sono anche jihadisti di Al Qaeda e Daiesh (ISIS).

Marocco

Oggi si svolgono le elezioni politiche ed amministrative. 18 milioni di elettori sceglieranno i 395 deputati tra i candidati delle 32 liste. Si teme una bassa affluenza ai seggi, a causa della delusione della popolazione per i risultati modesti ottenuti dai due governi a guida islamista negli ultimi 10 anni. I sondaggi danno al primo posto il partito liberale, vicino alla famiglia reale. La riforma costituzionale del 2011, sull’onda delle proteste popolari, ha dato alcuni poteri al governo, ma sono rimaste in mano al re tutte le scelte strategiche in economia, finanza, politica estera e per la sicurezza. Il malcontento nei confronti degli islamisti è diffuso e i pronostici sembrano avvalorare che il partito “Giustizia e Sviluppo” non avrà più la maggioranza relativa in Parlamento.

Turchia-Egitto

È iniziata ieri ad Ankara la visita del vice ministro degli esteri egiziano, Hamdy Loz, che avvia la seconda fase delle trattative per la ripresa delle relazioni diplomatiche. È la prima visita in Turchia, da otto anni, di un esponente di governo del Cairo. Le relazioni diplomatiche tra i due paesi si erano interrotte dopo il colpo di Stato che ha defenestrato il presidente islamista Morsi. Istanbul è diventata la meta dei capi della Fratellanza Musulmana in esilio e la sede dei media televisivi dell’opposizione egiziana. Il Cairo ha condizionato la ripresa delle relazioni diplomatiche alla chiusura di queste emittenti e alla consegna di oppositori ricercati. Secondo indiscrezioni, i colloqui hanno fatto passi in avanti e i prossimi incontri avverranno al Cairo a livello di ministri degli esteri.

Tra dittatori, Erdogan e Al-Sissi, si comprendono.

Libia

Il primo ministro Dbeiba ha annunciato che le forze di sicurezza di Tripoli hanno arrestato, a Bani Waleed, un capo della Daiesh libica, Embarak Al-Khazmi. Il terrorista era ricercato da tempo e accusato per una serie di attacchi e stragi nella regione centro-occidentale della Libia. Il più sanguinoso attentato, a lui attribuito, è stato quello contro la scuola di polizia di Zliten, gennaio 2016, con 67 allievi appena diplomati morti nello scoppio di un camion-bomba. Inoltre, è ritenuto responsabile dell’agguato contro il posto di blocco di Msallata, del novembre 2015, con 7 miliziani governativi uccisi. Dopo la fuga da Sirte nel 2016, Al-Khazmi si è nascosto nella sua città di origine Bani Waleed, da dove ha continuato le sue operazioni criminali. Questo arresto avviene a pochi giorni dalla cattura di un altro pericoloso daieshista a Morzuq, nel sud-ovest della Libia, Egeily El-Hesnawi, per mano dell’esercito LNA di Haftar.

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