Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

19 novembre 2021

Rassegna anno II/n. 142

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I titoli

Yemen: Gli Houthi ammettono la perdita di quasi 15 mila miliziani in 5 mesi.

Tunisia: Il presidente Saied annuncia un piano per le riforme istituzionali.

Iraq: Oltre 400 migranti curdi riportati da Minsk.

Sudan: Il ritorno parziale di Internet inchioda la polizia sulle atrocità compiute contro i manifestanti.

Marocco: Tensione sugli accordi commerciali con l’UE a causa del Sahara Occidentale.

Le notizie

Yemen

La mattanza di Maarib.

Secondo un comunicato ufficiale del ministero delle difesa degli Houthi sono stati uccisi nella battaglia per la conquista di Maarib 14.700 ribelli in 5 mesi. È la prima volta che le milizie Houthi annunciano le loro perdite che negli ultimi giorni sono state enormi a causa degli intensi bombardamenti sauditi. I governativi hanno ammesso che le perdite nelle loro file sono state 1250, sempre per lo stesso periodo. La provincia di Maarib ha un’importanza strategica per la presenza dei giacimenti petroliferi. Gli Houthi hanno avviato la battaglia dallo scorso febbraio, dopo aver assediato la città capoluogo da tre lati. Hanno tentato in diverse ondate di attacchi di avanzare, ma sono stati bloccati dai bombardamenti dell’aeronautica. La caduta di Maarib sarebbe stata una carta favorevole per ottenere migliori condizioni nelle eventuali trattative di pace. Malgrado le numerose mediazioni dell’ONU e degli Stati Uniti, finora non è stato possibile riprendere il dialogo, intrapreso nel 2018 per l’accordo sulla neutralità di Hodeida.

Tunisia

Il presidente Saied ha comunicato che presto sarà reso pubblico un piano per le riforme del sistema politico. Nel suo discorso di apertura della riunione del Consiglio dei ministri ha sottolineato che la magistratura indipendente è il perno sul quale poggia la fiducia del popolo nelle istituzioni, ma i giudici devono essere al di sopra di ogni sospetto. Il riferimento è alle inchieste sulla corruzione che hanno visto l’arresto di alcuni uomini politici vicini al partito islamista Ennahda. Saied non ha fornito né le date precise per l’avvio di questo programma di riforme, né il percorso istituzionale per la formulazione dei contenuti. Il sindacato UGTT, che ha avuto contatti con il presidente e incontri con il governo, aveva proposto un dialogo politico con il coinvolgimento di tutti i partiti e della società civile.

Iraq

Il governo iracheno ha inviato un aereo della propria compagnia nazionale per il rimpatrio volontario dei migranti ammassati al confine tra Bielorussia e Polonia. Il primo volo con circa 431 migranti curdi è atterrato ieri sera all’aeroporto di Erbil. La polizia della regione autonoma ha arrestato 10 trafficanti di esseri umani, denunciati dai rimpatriati. La crisi dei migranti ai confini orientali dell’Unione Europea ha smascherato tutti i discorsi sui diritti umani che i paesi industrializzati per anni hanno impartito nei confronti dell’emisfero sud del pianeta. Circa 4 mila persone sono state lasciate morire di freddo in condizioni tragiche.

Sudan

Continuano senza interruzione le manifestazioni in tutto il paese contro il colpo di Stato. Presidi sono stati organizzati in diverse piazze della capitale per denunciare la repressione feroce che la polizia ha condotto contro i civili disarmati, durante la mobilitazione popolare di mercoledì 17 novembre. Il numero delle vittime è salito a 15 morti. La polizia respinge le accuse e dice di aver predisposto una commissione che lavorerà con la procura per verificare i fatti. Ieri sono cominciate a funzionare parzialmente le connessioni Internet. Migliaia di video sono stati caricati nei profili social e dimostrano le responsabilità della polizia nelle cariche contro i manifestanti disarmati, ma soprattutto l’uso delle pallottole da guerra.

Marocco

Le relazioni economiche tra Rabat e i paesi dell’Unione Europea subiranno una frenata. Il ministro degli esteri marocchino ha informato in una conferenza stampa che il regno intende uscire dalla condizione di sudditanza economica nei confronti di Bruxelles. I motivi di frizione sono da ricercare nella crisi per il Sahara Occidentale. La Corte di Giustizia europea di Lussemburgo ha dato ragione al Fronte Polisario, lo scorso settembre, in due ricorsi contro accordi per la pesca e i prodotti agricoli. Lo scambio commerciale tra il Marocco ed i paesi dell’UE è di 35 miliardi di euro l’anno, 20 miliardi sono le esportazioni europee verso il regno e 15 miliardi sono quelle marocchine. Rabat occupa il territorio saharawi dal 1976, dopo il ritiro spagnolo, e malgrado un accordo di tregua con il Fronte Polisario, del 1991, non ha consentito lo svolgimento di un referendum per il diritto all’autodeterminazione.

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