Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

20 gennaio 2022   

Rassegna anno III/n. 019

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Nella rubrica approfondimenti pubblichiamo, su gentile concessione de “il manifesto”, un articolo-intervista di Vermondo Brugnatelli con lo scrittore libanese Amin Maalouf, dal titolo: “La vita da lontano”.

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I titoli

Palestina Occupata: Demolita la casa della famiglia Salihia a Beit Jarrah.

Migranti: Salvataggi e naufragi nel Mar Mediterraneo e Oceano Atlantico.

Iran: Raissi da Putin per una nuova alleanza contro Washington.

Siria: Un altro torturatore a giudizio in Germania.

Tunisia: Mistero sul caso di un manifestante morto in ospedale.

Emirati arabi Uniti: Denunciato per torture il capo dell’Interpol, Al-Raisi.

Le notizie

Palestina Occupata

Le forze di occupazione israeliane hanno demolito la casa della famiglia Salihia a Beit Jarrah, a Gerusalemme est. Alle tre del mattino di mercoledì, un ingente squadrone ha sgomberato con la forza ed arrestato i 22 familiari, compresi i minorenni, oltre ad altri attivisti in presidio per solidarietà, per poi far entrare in funzione i bulldozer. Non hanno dato alla famiglia neanche il tempo di salvare i loro mobili e gli oggetti di valore. Tutto distrutto: libri, cartelle di scuola dei bambini, vestiti sono finiti sotto i detriti della casa (Il video). La famiglia viveva in quella abitazione dal 1948, quando i nonni sono stati cacciati dalla loro città di origine, Ain Karem, attualmente in territorio israeliano. Lunedì scorso, i membri della famiglia Salihia si erano barricati sul tetto della casa con taniche di benzina e bombole di gas, minacciando di farsi incendiare se si fosse proceduto allo sgombero e relativa demolizione. Il giorno dopo e nel cuore della notte, senza testimoni della stampa e del consolato britannico, quest’ultimo a due passi dalla casa, le autorità della nuova Apartheid hanno provveduto alla sostituzione etnica. Al posto della casa della famiglia palestinese e delle altre proprietà confiscate, sarà costruita una scuola per i coloni ebrei israeliani.

Migranti

Médecins Sans Frontieres ha informato, ieri pomeriggio, che 87 migranti sono stati salvati e portati sulla propria nave di ricerca e salvataggio GeoBarents (Vedi le operazioni di salvataggio). Si trovavano su un gommone che aveva lasciato le coste libiche il giorno prima, le loro condizioni erano disperate. Tra di loro anche due bambini in tenera età.

Sulle coste marocchine invece è avvenuta l’ennesima strage di mare. Una barca che trasportava 53 persone, diretta da Tarfaya alle Canarie, si è inabissata nell’Oceano, salvandosi soltanto 10 persone, le quali hanno dato l’allarme. La guardia costiera marocchina ha lavorato per molte ore per poterli raggiungere. Secondo un rapporto dell’ONG spagnola
“Caminando Fronteras”, nel 2021 più di 4.000 migranti sono morti o sono scomparsi durante la traversata in mare verso la Spagna, il doppio rispetto all’anno precedente.

Iran

Il presidente iraniano, Raissi, è in visita a Mosca dove si è incontrato ieri con Putin. Secondo i media iraniani, Raissi “lavorerà a Mosca per imprimere un salto in avanti nei apporti tra i due paesi, che sono buoni ma non soddisfano”. Putin ha affermato che lo scambio commerciale tra i due paesi è cresciuto del 38% in un anno, malgrado la pandemia. I due paesi sono impegnati militarmente in Siria a fianco del regime di Bashar Assad, ma con forti tensioni tra loro e condividono le preoccupazioni per gli sviluppi in Afghanistan. Il punto nodale invece è il negoziato di Vienna sul nucleare iraniano, dove Mosca sta giocando un ruolo di sostegno alle posizioni di Teheran, per la fine delle sanzioni USA.

Siria

In Germania un altro siriano responsabile di torture è stato portato davanti ai tribunali per crimini contro l’umanità. Alaa Mussa è comparso ieri davanti ai giudici di Francoforte per rispondere di torture nei confronti di detenuti quando era medico militare a Damasco e Homs, tra il 2011 e il 2012. È accusato in 18 casi, tra i quali la morte di un prigioniero, torture e menomazioni, operate in qualità di medico, come la castrazione chimica. Alaa Mussa è emigrato in Germania nel 2015 per lavorare come medico, ma è stato riconosciuto durante un’indagine sui torturatori del governo di Damasco, realizzata dal settimanale “Der Spiegel”. Secondo la polizia tedesca, Mussa ha contattato il consolato siriano che gli ha suggerito di lasciare la Germania, ma è stato bloccato in tempo. Giovedì scorso un generale siriano, Arslan, è stato condannato all’ergastolo nel tribunale di Koblenz. La Germania applica la giurisdizione universale per la persecuzione di crimini contro l’umanità, compiuti fuori dai confini dello Stato.

Tunisia

La procura di Tunisi ha aperto un’indagine in seguito all’informativa delle forze di sicurezza sulla morte di un cittadino portato in ospedale lo scorso 14 gennaio. Nella comunicazione si parla di un uomo trasportato in pronto soccorso dalla protezione civile dopo averlo trovato in stato di agonia nei pressi del Palazzo dei Congressi, non lontano da viale Bourghiba. Un’informazione criptica che non accenna minimamente alle manifestazioni svolte quel giorno ed alla dura repressione compiuta dalla polizia. La procura ha disposto l’autopsia. Sui social, il comitato “Cittadini contro il golpe” ha scritto che un manifestante arrestato lo scorso 14 gennaio dalla polizia è stato ricoverato in ospedale ed è morto ieri. In nessuna delle comunicazioni viene citato il nome della vittima. Il partito Ennahda ha denunciato la morte del suo attivista Rida Buzian in ospedale, dopo aver subito le percosse della polizia durante la manifestazione del 14 gennaio. Nel comunicato viene sostenuto che la famiglia della vittima non è stata informata per 5 giorni della presenza del parente in ospedale e in fin di vita. Ennahda ha chiesto le dimissioni del ministro dell’Interno.

Emirati arabi Uniti

Una nuova denuncia per tortura e atti di barbarie è stata depositata ieri a Parigi presso la procura antiterrorismo (Pnat) contro l’emiratino Ahmed Nasser Al-Raisi, nuovo presidente dell’Interpol. L’ex capo della polizia di Abu Dhabi era stato già oggetto di due denunce archiviate dal Pnat per mancata competenza. Secondo l’ONG “Gulf Centre for Human Rights” (GC4HR), che ha nuovamente sporto denuncia, Al-Raisi si trova questa volta a Lione, dove ha sede l’Interpol, dunque è di competenza della giustizia francese. Al-Raisi è accusato, in particolare, di torture nei confronti dell’oppositore Ahmed Mansoor, imprigionato in isolamento da quattro anni.

Approfondimenti

Amin Maalouf, la vita da lontano

Intervista. Incontro con lo scrittore libanese, da anni residente in Francia, che dai libretti d’opera al romanzo «I nostri fratelli inattesi» lavora a una ideale rielaborazione del concetto di «alterità»

di Vermondo Brugnatelli

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