Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

25 gennaio 2022     

Rassegna anno III/n. 024

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Nella rubrica Approfondimenti pubblichiamo l’introduzione al libro “Afghanistan senza pace, 2001-2021” edito dall’associazione Sbilanciamoci. È possibile scaricare gratuitamente l’ebook Qui.

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I titoli

Siria: I miliziani Isis barricati nel carcere di Hasaka si sono arresi.

Yemen: È guerra senza esclusioni di colpi tra ribelli Houthi ed Emirati.

Sudan: Altri tre giovani assassinati dalla polizia nelle manifestazioni a Khartoum.

Egitto: Piazza Tahrir è stata archiviata, oggi è festa della polizia.  

Libano: Hariri abbandona la politica e annuncia che il suo partito non parteciperà alle prossime elezioni.

Iraq: Nasce una nuova misteriosa milizia sunnita, “I fantasmi del deserto”.

Le notizie

Siria

I miliziani daieshisti barricati nel carcere di Hasaka si sono arresi dopo 5 giorni di rivolta armata. 600 miliziani hanno consegnato le armi e sono tornati nelle celle. I combattenti curdi non hanno assaltato le palazzine del carcere dove erano barricati i jihadisti, tenendo come scudi umani una ventina di addetti alle cucine presi in ostaggio il primo giorno dell’assalto dall’esterno. La zona adiacente è tuttora oggetto di perlustrazioni e controlli per la ricerca dei fuggiaschi. Il numero totale dei morti ha superato le 200 persone, tra civili, jihadisti e combattenti curdi. Secondo gli organismi dell’ONU sono 45 mila gli abitanti sfollati che hanno lasciato le loro case per sfuggire al fuoco incrociato.

Yemen

Di nuovo attacchi Houthi con missili balistici contro obiettivi negli Emirati. Una base a sud della capitale, con presenza di soldati USA, è stata presa di mira. Il ministero della difesa sostiene di aver intercettato e distrutto i missili prima che toccassero terra. Immediata la reazione dell’aeronautica di Abu Dhabi che ha annunciato di aver colpito la base dalla quale sono stati lanciati i missili degli Houthi, nella regione di Al-Jawuf, nel nord dello Yemen. Gli attacchi dei ribelli Houthi preoccupano e non poco gli emiratini. Quest’ultimo lancio ha bloccato per diverse ore il traffico aereo. L’amministrazione Biden sta valutando le ripercussioni di queste operazioni sulla sicurezza delle sue truppe presenti nella regione. 

Sudan

Si sono svolte nuove manifestazioni in tutte le principali città sudanesi contro i generali golpisti, per chiedere giustizia per i militanti assassinati dalla polizia. Anche ieri sono stati uccisi tre giovani durante la marcia verso il palazzo presidenziale. Il generale Burhan ha assicurato che le forze di polizia hanno ricevuto l’ordine di non usare le armi per la protezione dei luoghi istituzionali. Era soltanto propaganda per ingannare gli osservatori internazionali. I partiti sudanesi che hanno aderito all’iniziativa dell’ONU, per un dialogo che portasse ad una soluzione negoziata, hanno ribadito ancora una volta che l’esercito non deve governare, ma difendere i confini e la sovranità del paese.

Egitto

La rivoluzione di piazza Tahrir è stata dimenticata. Oggi al Cairo si festeggia la giornata della polizia. In questa data ricorre anche l’anniversario della scomparsa di Giulio Regeni, un caso oramai archiviato nel dimenticatoio dai media egiziani. Tutti i capi della rivolta del 25 gennaio o sono in esilio o in carcere. Nessuno si è salvato. Nessuna commemorazione per le vittime della repressione poliziesca di quei giorni di 11 anni fa. È sato emesso il divieto di qualsiasi manifestazione di piazza. L’unico spazio rimasto disponibile è quello dei social, dove sono state organizzate mobilitazioni virtuali.

Libano

L’ex premier Saad Hariri, capo del partito Al Mustaqbal (Futuro), ha annunciato l’abbandono della politica, affermando che non si ripresenterà alle prossime elezioni di maggio, né lui né il suo partito: “Il paese è sotto l’influenza iraniana e non voglio far parte di coloro che partecipano alla sua distruzione. Servirò la nostra gente in altro modo”. Per lungo tempo Hariri è stato in auto-esilio a Parigi ed è tornato pochi giorni fa incontrando il premier Miqati, il presidente del Parlamento Berri e il capo del partito socialista progressista Jumblat.

Dopo tre mesi di paralisi, il governo si è riunito ieri a Beirut per discutere del bilancio di previsione 2022. Per recuperare il tempo perduto il governo si riunirà tutti i giorni fino alla stesura definitiva del bilancio per poi trasmetterlo al Parlamento per l’approvazione. Il governo era bloccato per il boicottaggio dei ministri di Hezbollah e Amal, che avevano condizionato la partecipazione alle dimissioni del giudice Bitar, incaricato delle indagini sulla strage del porto.

Iraq

Mistero sulla nascita nella provincia di Al-Anbar di un uovo gruppo armato sunnita,denominato “I fantasmi del deserto”, addestrato dagli USA. Sarebbe un gruppo legato politicamente al presidente del Parlamento, Mohammed Halaboussi. La funzione di questo gruppo sembra quella di proteggere le sedi dei partiti politici sunniti, dopo gli attacchi subiti da gruppi ignoti, ma molto probabilmente legati alle milizie sciite filo-iraniane.

Secondo alcuni analisti questa forza è il nucleo per una formazione militare di una futura regione sunnita in un nuovo assetto iracheno su base etnico-confessionale: curda, sciita e sunnita. Di questo progetto di divisione amministrativa si è parlato negli anni passati, all’inizio dell’occupazione statunitense dell’Iraq, ma poi è stato abbandonato per l’opposizione della maggioranza degli stessi sunniti. La ribellione dei partiti sciiti filo-iraniani contro i risultati elettorali ha rimesso in carreggiata questo pericoloso progetto spartitorio.

All’ingresso della città di Abu Ghraib sono apparsi cartelli giganteschi di benvenuto ai “Fantasmi del deserto”.

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di Daniela MusinaDelina Goxho

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