Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

30 aprile 2022. 

Rassegna anno III/n. 119

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65 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. Annunciata e poi smentita l’evacuazione delle acciaierie di Azovstal. Rinviato ad oggi il colloquio Macron-Zelenski. Mosca accusa i paesi Nato di boicottare l’accordo politico. Al G20 sarà invitato anche Zelenski, per un incontro faccia a faccia con Putin?

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I titoli

Palestina Occupata: Assalto delle forze israeliane a Gerusalemme est, nell’ultimo venerdì di Ramadan.

Libano: Bloccata una seconda barca con a bordo 85 migranti.

Egitto: Chiusa l’applicazione Nabdh, per aver pubblicato la notizia falsa sulla morte di Al-Sissi.

Afghanistan: Scontri al confine tra miliziani taliban e guardie di frontiera iraniane.

Sudan: Rilasciati esponenti politici dopo tre mesi di arresto.

Migranti: 3077 morti nel Mediterraneo durante il 2021.

Le notizie

Palestina Occupata

Nell’ultimo venerdì di ramadan, si sono rinnovate le tensioni, a causa delle restrizioni imposte dalle forze di occupazione israeliane al raggiungimento delle moschee di Al Aqsa. Malgrado gli inviti dell’ONU e delle diplomazie, Tel Aviv ha continuato anche ieri la sua politica, che i palestinesi considerano come provocazione, per accrescere la tensione. I militari hanno fatto irruzione nella spianata delle moschee ed hanno sparato contro i gruppi di fedeli, ferendo gravemente anche un giornalista. La Mezzaluna rossa ha denunciato che le autorità israeliane hanno impedito l’ingresso delle autoambulanze per evacuare i feriti. Dei 42 feriti, soltanto i 22 più gravi sono stati trasportati sulle spalle dei soccorritori, per prestare loro le cure nell’ospedale Maqased. 12 palestinesi, tra i quali alcune donne, sono stati arrestati. Al momento della preghiera di mezzogiorno, nelle due moschee di Al-Aqsa hanno partecipato al rito di culto 160 mila fedeli.  

Nella colonia di Ariel, in Cisgiordania occupata, un soldato di guardia è stato ucciso dalle pallottole sparate da due palestinesi su un’auto in corsa. L’esercito ha inseguito le tracce e organizzato posti di blocco, ma non è riuscito a fermarli. Un giovane palestinese di 20 anni è stato ucciso dalle pallottole dei soldati nel campo di Azzouz, nei pressi di Jenin, durante un’irruzione delle forze di occupazione.

Libano

L’esercito libanese ha bloccato una barca, con a bordo 85 migranti, nell’atto di lasciare la costa, nei pressi di Tripoli. Sono stati arrestati il comandante e gli organizzatori del viaggio, che aveva destinazione Cipro. Nelle loro casse sono state sequestrate 400 mila dollari, frutto del traffico di esseri umani. I migranti sono libanesi, siriani e di altre nazionalità mediorientali. L’intervento dell’esercito ha ricordato la strage di migranti della scorsa settimana, che ha causato la morte di 10 persone, tra i quali un bambino. Sono state salvate in 50, grazie all’intervento degli elicotteri militari; mentre un altro numero imprecisato è considerato disperso. La barca che li trasportava è affondata, dopo una collisione con una motovedetta della marina.  

Egitto

Le autorità egiziane hanno chiuso l’app di informazioni “Nabdh” (Pulsazione), che aveva pubblicato la notizia falsa sulla morte di Al-Sissi. Nabdh è un’applicazione gratuita che raccoglie automaticamente e diffonde informazioni sull’Egitto, da diverse testate giornalistiche, mediorientali ed internazionali. Il sistema è stato attaccato da pirati informatici che hanno inserito notizie false. Aveva milioni di abbonati.

Afghanistan

Un’alta delegazione dei taliban farà visita a Teheran, nella prima settimana di maggio, per discutere dei ripetuti scontri tra le guardie di frontiera dei due paesi. Nelle ultime settimane almeno tre sono stati gli incidenti gravi tra miliziani taliban e soldati iraniani. I motivi degli scontri sono diversi e vanno dai tentativi di contrabbando di droga, ai contenziosi sui confini e per la fuga di profughi afghani verso il territorio iraniano. Secondo le statistiche ufficiali, ci sono in Iran 5 milioni di profughi, che sono arrivati in ondate diverse dal 2001, in seguito all’invasione statunitense dell’Afghanistan. Rapporti giornalistici invece valutano il numero reale in circa 8 milioni. Secondo un istituto di assistenza iraniano ai profughi, entrano in Iran ogni giorno 5 mila afghani.   

Sudan

La giunta militare golpista ha rilasciato alcuni esponenti politici, che nello scorso febbraio erao stati arrestati. Tra di loro ex membri del Consiglio presidenziale, sciolto al momento del colpo di Stato del 25 ottobre 2021. Nella prima conferenza stampa, i leader liberati hanno denunciato la sottomissione della magistratura al volere dei golpisti. Il Fronte delle forze per il cambiamento ha comunicato che non ci saranno trattative con i militari per una spartizione del potere. “L’unica soluzione alla crisi sudanese – hanno affermato – è il ritorno dei militari nelle caserme”. La giunta del generale Burhan è in grave crisi economica e finanziaria. Il paese rischia la fame a causa del quasi esaurimento delle riserve alimentari. Le sanzioni dei paesi occidentali non sono state attenuate dalle aperture di credito dei paesi del Golfo oppure dalle relazioni con Mosca.  

Migranti

Secondo l’ufficio ACNUR di Ginevra, nello scorso anno, 3077 persone hanno perso la vita, durante l’attraversata del Mediterraneo verso i paesi europei. Il doppio rispetto al 2020 (2044 morti o dispersi). Nei primi mesi di questo 2022, i corpi recuperati sono stati 478. Una mattanza causata dalla chiusura ermetica delle frontiere europee, che non aprono maglie per visti regolari finalizzati alla ricerca di lavoro o per richiedenti asilo nei paesi in guerra. Il percorso centrale del Mediterraneo, che collega Libia e Tunisia all’Italia, è considerato il più pericoloso nel mondo, secondo l’OIM. “Vi hanno perso la vita dal 2014, 17 mila migranti. I motivi dell’emigrazione sono strutturali, per le condizioni di instabilità che vivono i paesi di origine: guerre, terrorismo, siccità e povertà”.

Echi dalla stampa araba n. 14

Da Al-Arabi Al-Jadeed (Il Nuovo Arabo)

Sette anni di guerra in Yemen:

una svolta decisiva per le sorti della pace.

Di Zakaria al-Kamaly

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1 commento

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