Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

03 giugno 2022.

Rassegna anno III/n. 153

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99 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. L’esercito di Mosca ha occupato il 20% del territorio ucriano. Si combatte strada per strada in molti centri del Donbas. Siglato un accordo con la Turchia per lo sminamento dei porti. Putin adesso dichiara di essere disponibile a incontrare Zelensky.   

Continua lo sciopero della fame solidale a staffetta per chiedere la liberazione di #AlaaAbdelFattah, attivista egiziano leader delle rivolte di piazza Tahrir. Oggi digiunano: Maria Chiara Rioli; Giuseppina Gruttadauria; Giulia Lopopolo; Andrea Baldizzone; Osvalda Barbin; Antonella Napoli; Vincenzo Laccisaglia,; Francesco Sorbello; Concetta De Nitti.

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

Domani, 4 giugno, si terrà a Roma la manifestazione nazionale a fianco del popolo curdo e contro l’aggressione turca in Siria e Iraq.

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Titoli

Palestina occupata: Tre giovani palestinesi assassinati in 24 ore.

Turchia-Siria: Invasione turca nel nord est della Siria.

Israele: Approvata la legge che vieta l’esposizione della bandiera palestinese.

Tunisia: Saied licenzia 57 giudici con accusa di corruzione, occultamento di documenti anti terrorismo e vicinanza con i partiti di governo.

Yemen: Prolungata la tregua per altri due mesi, ma il negoziato politico non decolla.

Libano: Assegnati i premi giornalistici in memoria di Samir Qassir.

Le notizie

Palestina occupata

Un’altra esecuzione di piazza per mano dei soldati israeliani. Questa volta nel campo profughi di Dheisha, vicino a Betlemme. Durante le operazioni di rastrellamento, i soldati sono stati ostacolati con il lancio di pietre e la loro azione è continuata sparando pallottole. Ayman Mheisen, 21 anni, è stato colpito al cuore da un cecchino appostato sui tetti. È il terzo palestinese ucciso dalle pallottole israeliane in Cisgiordania nell’arco di 24 ore. Il presidente Abbas, in un contatto telefonico con il segretario di Stato USA Blinken, ha accusato il governo di Tel Aviv di inasprire il conflitto con la licenza di uccidere concessa ai soldati. Alla fine di giugno, il presidente Biden compirà una visita in Israele e farà, secondo gli annunci, una tappa a Ramalla, che sarebbe la prima di un presidente statunitense. L’ANP chiede la riapertura del consolato USA a Gerusalemme Est, incaricato per gli affari palestinesi, che Trump aveva chiuso nel 2018.

Turchia-Siria

L’esercito turco ha mandato in Siria migliaia di nuovi soldati, con mezzi pesanti, artiglieria e sistemi lanciamissili. Ieri hanno attraversato il confine tramite i valichi di Tel Abyad e Bab Salameh. Il comandante delle Forze democratiche siriane, Abdi Alì, ha dichiarato che “questa invasione è pericolosa per la convivenza all’interno della società siriana, perché mette la popolazione una contro l’altra su base etnica, al servizio dell’invasore. Causerà sfollamenti, morti ed una nuova crisi umanitaria”. Il governo di Ankara intende occupare una striscia di territorio siriano di confine, per insediare un milione di profughi siriani attualmente in Turchia e impedire in questo modo ogni forma di autonomia curda. Washington ha espresso, per bocca dello stesso Blinken, i suoi timori di indebolire il fronte anti-Isis, ma non ha fatto nulla di concreto per impedire l’aggressione di Erdogan.

Israele

Il parlamento israeliano ha approvato una legge, proposta dal Likud, che “vieta l’esposizione della bandiera palestinese sulle sedi delle istituzioni che ricevono finanziamenti pubblici”. A favore dell’assurda norma, che denota la paura dei nuovi colonialisti della storia della terra che hanno occupato, hanno votato anche i parlamentari del partito del premier Bennet. Università, associazioni della società civile e municipi a maggioranza palestinese non potranno più esporre la bandiera a 4 colori, pena l’attacco delle forze di sicurezza, come avvenne per il funerale della giornalista Shireen Abu Aqile a Gerusalemme Est.   

Tunisia

Il presidente Saied ha licenziato 57 giudici accusandoli di “corruzione e azioni di copertura ai crimini di terrorismo”. Tra i licenziati il giudice Akrami accusato dalla difesa di Belied e Ibrahimi di aver occultato e sottratto all’inchiesta, per l’assassinio dei due politici di sinistra, documenti importanti che inchiodavano il livello segreto del partito islamista Ennahda nei due agguati. Un’inchiesta indipendente degli avvocati di difesa aveva scoperto che tutta la documentazione riguardante due arrestati con il sospetto di essere gli esecutori materiali, era sparita e che i due sono stati rilasciati e fatti partire segretamente in Siria. Saied accusa il presidente dell’ex Consiglio superiore della magistratura di legami con i partiti del precedente governo, vicinanza che è una violazione dei principi costituzionali.

Yemen

L’inviato speciale dell’ONU per lo Yemen, Hans Grundberg, ha annunciato il rinnovo per altri due mesi della tregua tra il governo e i ribelli Houthi. La tregua era stata raggiunta lo scorso marzo ed è entrata in vigore con l’inizio del mese del digiuno islamico, ramadan, il 2 aprile. Malgrado le accuse reciproche di violazioni, la tregua ha retto ed ha registrato miglioramenti nella vita della popolazione, oltre alla salvaguardia di molte vite umane. Fine dell’embargo sulle merci e ripresa dei voli civili da e per Sanaa sono i segni più tangibili. La tregua dovrebbe aprire uno spazio per un nuovo negoziato politico, che è ancora in fase di definizione.  

Libano

Sono stati assegnati i premi “Sami Qassir”, il giornalista libano-palestinese assassinato 17 anni fa, per il suo impegno in difesa delle libertà di stampa e contro le interferenze del regime siriano in Libano. La vedova, Giselle Khouri, presidente della Fondazione Qassir, ha consegnato i premi ai giornalisti che sono risultati meritevoli, “perché hanno sprigionato enormi energie segno di professionalità e coraggio”, – ha affermato Khouri, per poi proseguire chiedendosi: “Come possono nazioni che hanno questi giovani continuare a vivere condizioni di oppressione al limite del supportabile? Il muro della paura è caduto e le cose cambieranno per il meglio”. Per l’articolo di opinione il premio è andato all’egiziano, Izzat Gamhawi, sul tema “Schizofrenia dell’urbanistica del gigantismo”; per l’inchiesta ha vinto l’iracheno, Safaa Khalaf con l’articolo “La crisi idrica in Iraq: i cambiamenti climatici porteranno all’emigrazione e ai conflitti sociali”; il premio per la categoria studenti di giornalismo è andato all’inchiesta di due giovani donne, Ruqaia Abbadi (siriana) e Fatima Othman (Libanese) per il loro articolo, scritto a 4 mani, sull’arruolamento dei minori da parte delle milizie iraniane in Siria.

Approfondimento

A fianco del popolo curdo,

contro la repressione e le guerre di Erdogan

Manifestazione nazionale a Roma il 4 giugno ’22

con concentramento in Piazza la Repubblica alle ore 16:00

1 commento

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