Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

14 settembre 2022.

Rassegna anno III/n. 252

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Le vignette sono QUI

Sono passati 202 giorni di guerra russa in Ucraina.

Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere egiziano di Wadi Natroun. In Italia dal 28 maggio è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

Oggi, mercoledì 14 settembre, digiuna Paolo Pignocchi di Amnesty Int.

Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno.

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

Lo scorso 30 giugno, Anbamed ha spento la seconda candelina. Due anni fa è iniziata questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente. Puntuale, completa e senza interruzioni. Agli abbonati del 2022 andranno due quadri donati da Silvia Lotti e Giuseppe Di Giacinto.

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I titoli

Palestina/Israele: Attacco armato palestinese alle porte di Jenin.

Etiopia: Bombardata Makallè, capoluogo del Tigray.

Iran: AI chiede la verità sulle uccisioni extragiudiziali del 1988.

Arabia Saudita: Condannati a 50 anni di reclusioni due capi della tribù Hweitat, per opposizione all’evacuazione delle loro terre confiscate.

Turchia-Egitto: Eccellenti scambi commerciali, malgrado la crisi diplomatica.

Palestina/Cultura: Si inaugura oggi a Ramallah la Fiera del Libro palestinese.

Le Notizie

Palestina/Israele

Uno scontro armato alle porte di Jenin, all’alba di stamattina, tra due palestinesi e un posto di blocco dell’esercito di occupazione. Sono rimasti uccisi due giovani assalitori di 23 e 22 anni ed un ufficiale israeliano. È stato chiuso il valico al traffico dei mezzi palestinesi e vengono fatti passare soltanto i mezzi commerciali e le auto dei coloni israeliani. Alla diffusione della notizia a Jenin è stato dichiarato lo sciopero generale e il lutto cittadino. L’attacco armato avviene nell’anniversario degli accordi di Oslo, che 29 anni fa sono stati firmati solennemente a Washington, dopo 4 anni di Intifada delle pietre. Il fallimento di quegli accordi ha portato alla ripresa della lotta armata palestinese contro l’occupazione militare.

Sono passati 29 anni dalla firma alla Casa Bianca degli accordi di Oslo tra Arafat e Rabin, alla presenza di Clinton. I media arabi e palestinesi si chiedono: “Cos’è rimasto di quella stagione di speranze?”. La risposta unanime è “Nulla”. I governi israeliani, dopo l’assassinio di Rabin, per un intrigo all’interno del vertice israeliano, se ne sono lavati le mani e hanno cancellato completamente la prospettiva di “Due Stati per due popoli”. La colonizzazione delle terre palestinesi è salita dalle 130 mila unità nel 1993 all’attuale presenza di oltre 700 mila coloni. Le colonie da 144 sono diventate a 550. Nella sola Gerusalemme est, i coloni sono 300 mila. Senza la terra non ci sarà nessuno Stato palestinese e l’obiettivo di impedire la nascita della Palestina è diventato un programma dichiarato nelle campagne elettorali e nei dibattiti politici in Israele.

Etiopia

Malgrado la disponibilità del Fronte popolare Tigray all’apertura del negoziato, l’aeronautica governativa ha bombardato il capoluogo Makallè, la mattina di ieri martedì. Sarebbe stata colpita l’Università e un’emittente televisiva. L’attacco con droni è stato confermato da fonti ospedaliere, dove sono giunti i feriti. È uno sviluppo pericoloso per la crisi etiopica, che potrebbe deragliare il processo negoziale avviato, dopo la ripresa degli scontri lo scorso mese di agosto, interrompendo la tregua durata 5 mesi. Secondo fonti giornalistiche, rappresentanti del governo federale e del FPLT si sono incontrati a Gibuti nei giorni scorsi e le trattative segrete dirette avevano portato al decadere del veto del Fronte nei confronti del negoziatore africano, l’ex presidente della Nigeria, Olusegun Obasanjo, considerato amico del premier etiopico Abi Ahmed. I portavoce del governo e dell’esercito di Addis Abeba hanno rifiutato di rilasciare commenti alle agenzie stampa internazionali, su quanti accaduto.

Iran

Amnesty International ha chiesto al governo iraniano di rendere noti i luoghi dove sono state sepolte le vittime delle repressioni feroci del 1988. Il regime degli ayatollah aveva fatto sparire in quell’anno migliaia di oppositori detenuti nelle carceri senza nessun processo. “Crimini extragiudiziali che il Consiglio ONU per i diritti umani dovrebbe indagare e presentare i responsabili ad essere processati al Tribunale Penale internazionale”. La vicenda di 34 anni fa torna alla cronaca per l’avvio della costruzione di un muro altro tre metri di cemento armato attorno all’area dove si crede siano state realizzate le fosse comuni.

Arabia Saudita

Secondo un comunicato dell’organizzazione per i diritti umani Al-Qast, un tribunale saudita ha condannato due uomini della tribù di Hweitat alla pena di 50 anni di reclusione ciascuno, per aver ostacolato l’esproprio delle loro terre ordinato dallo Stato, per lasciare spazio al progetto faraonico della città futuristica di Neom (vedi). La sentenza sarebbe stata pronunciata ad agosto, ma non è stata mai resa pubblica sulla stampa del regno. La tribù dei Hweitat si è opposta all’evacuazione delle proprie terre, rifiutando gli indennizzi e sono stati costretti ad abbandonare le loro case, prima con azioni coercitive, come il taglio delle forniture idriche e elettriche, e poi con l’intervento militare.

Dalla visita di Biden in Arabia Saudita e il ricevimento di Mohammed Bin Salman a Parigi, nel regno sono aumentate le condanne a lunghe pene detentive. Una ricercatrice universitaria, Salma El-Shehab, e un’attivista, Noura Al-Qahtani, sono state condannate rispettivamente a 34 e 45 anni di carcere, per aver postato opinioni critiche sui social.  

Turchia-Egitto

Ankara e Il Cairo sono antagonisti su diversi fronti delle crisi del Medio-Oriente e dal 2013 non hanno più relazioni diplomatiche, dopo la rottura decisa da Erdogan in seguito al rovesciamento del presidente islamista Morsi. Un braccio di ferro che ha rasentato di arrivare allo scontro armato in Libia, nel 2020. Le relazioni economiche tra i due paesi, però, godono di una buona salute. Lo scambio commerciale nei primi 8 mesi di quest’anno è stato di 2,8 miliardi di dollari, con un aumento del 17% rispetto allo stesso periodo del 2021. Questo balzo è stato il frutto di una fase di attenuazione dello scontro politico, con l’abbandono da parte di Ankara del sostegno all’opposizione egiziana islamista, anche se non sono state ristabilite appieno le relazioni diplomatiche.

Palestina/Cultura

Si inaugura oggi la 12esima edizione della Fiera del Libro di Ramallah, con la partecipazione di 350 case editrici palestinesi, arabe ed internazionali. Oltre 100 i poeti e scrittori invitati, provenienti da diversi paesi arabi. Oltre agli stand di libri, sono state introdotte in questa edizione le esposizioni artistiche, editoria per bambini e digitale ed uno spazio per l’audiovisuale. Nazione ospite d’onore è la Tunisia, come segno di riconoscimento per il ruolo attivo giocato in un momento cruciale della lotta palestinese, in seguito all’invasione israeliana di Beirut. Le mostre di pittura una è dedicata ad artisti di Gaza e l’altra, dal titolo ripreso a prestito da una poesia di Mahmoud Darwish, “L’Ombra alta”, raccoglie opere dedicate alla lotta del popolo palestinese per l’indipendenza dall’occupazione militare israeliana. Lo slogan dell’odierna edizione è: “Palestina, una nazione con Gerusalemme capitale”.

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1 commento

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