Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

13 ottobre 2022.

Rassegna anno III/n. 280

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I titoli

Libano-Israele: Raggiunto un accordo con la mediazione USA per la demarcazione dei confini marittimi.

Arabia Saudita: Washington abbandona la commissione mista sull’Iran e studia ritorsioni per il gesto di “non-obbedienza” petrolifera.

Palestina Occupata: Un giovane palestinese di 18 anni ucciso ad Al-Khalil.

Palestina-OLP: Firmata la “Carta di Algeri”, che prevede un governo nazionale e l’ingresso di Hamas nell’OLP.

Profughi siriani: Beirut rimpatrierà 1500 profughi siriani al mese.

Yemen: Scambio di visite ai prigionieri di guerra tra governo e Houthi.

Egitto: Rilasciati 70 detenuti in attesa di giudizio. Una goccia di umanità nel mare della repressione.

Le notizie

Israele-Libano

Il governo israeliano ha approvato la bozza di accordo per la demarcazione dei confini marittimi con il Libano. La Knesset (il Parlamento) la discuterà nei prossimi giorni. In Libano, i tre presidenti, Aoun, Miqati e Berri, hanno approvato la bozza che è stata trasmessa al parlamento. L’accordo non prevede incontri bilaterali o cerimonie per la firma (i due paesi non hanno rapporti diplomatici), ma l’intesa entrerà in vigore dopo che Washington avrà ricevuto l’approvazione da parte dei due governi.

In Israele, l’accordo è stato oggetto di strumentalizzazione elettorale da parte dell’opposizione. Netanyahu ha attaccato il premier Lapid e il ministro della difesa Gantz, sostenendo che l’accordo è il frutto di una resa di Israele a Hezbllah. Ha anche tirato fuori lo spauracchio dell’Iran. Sia l’Esercito sia i servizi di sicurezza israeliani, invece, hanno approvato l’accordo, mettendo in rilievo che esso garantisce i diritti delle parti a sfruttare le risorse naturali sottomarine nelle rispettive zone e, nello stesso tempo, evita uno scontro militare con Hezbollah.  

Arabia Saudita

Washington è fortemente irritata con l’Arabia Saudita per la riduzione della produzione petrolifera dei paesi Opec+. La Casa Bianca ha cancellato la partecipazione USA nella commissione di lavoro Usa- paesi del Golfo sulla crisi con l’Iran, che si doveva tenere il 17 di questo mese. Fonti militari rivelano, però, che non sarà ridotto il numero dei soldati statunitensi nel regno. Il presidente Biden ha annunciato che si consulterà con il Congresso per le esportazioni di armi a Riad.

Il ministro della difesa saudita, Farhan, ha dichiarato che i rapporti tra i due paesi sono nell’interesse delle due parti e ha sottolineato il “carattere economico e non politico delle decisioni di Opec+, prese peraltro all’unanimità”, ha concluso.   

Palestina Occupata

Ancora alta tensione nei territori palestinesi occupati. Un palestinese è stato ucciso e due soldati israeliani feriti.

Nella città di Al-Khalil (Hebron), un ragazzo di 18 anni, Osama Adwa, è stato ucciso con un colpo di mitra all’addome, durante le manifestazioni di protesta nel campo di Oroub. Altri 3 giovani palestinesi sono rimasti feriti, ieri, da colpi di arma da fuoco a Ramallah e Betlemme.

A Gerusalemme est, due soldati israeliani sono rimasti feriti durante le proteste contro l’assedio del campo di Sha’fat, a nord della città. In tutti i territori occupati si sono tenuti manifestazioni e scioperi contro la punizione collettiva che subisce la popolazione de campo, in seguito all’uccisione di una poliziotta per mano di militante palestinese, fuggito subito dopo aver sparato ed ancora ricercato.

Palestina-OLP

Ad Algeri, le delegazioni palestinesi sigleranno, nella giornata di oggi, un accordo per la formazione di un governo di unità nazionale. È il frutto della mediazione algerina, in vista del vertice arabo di novembre che si terrà ad Algeri. Il documento prevede anche l’elezione del Consiglio Nazionale dell’OLP entro un anno, con l’ingresso nell’Organizzazione di Hamas e Jihad Islamica, che non ne facevano parte.

È un accordo politico importante, ma sarà difficile da attuare per le divergenze di interessi tra i due maggiori movimenti, Fatah e Hamas, in lotta per mantenere il potere totale nei rispettivi territori amministrati. Accordi simili erano stati raggiunti e annunciati negli anni passati con la mediazione egiziana, ma mai attuati.

Profughi siriani

Il presidente libanese Aoun ha annunciato che inizieranno presto le operazioni di rimpatrio dei profughi siriani presenti in Libano. Il provvedimento entrerà in funzione la prossima settimana e prevede il rimpatrio di 15 mila persone al mese.

Malgrado le proteste degli organismi dell’ONU e delle organizzazioni umanitarie, Beirut è decisa a portare a termine il suo piano e non prevede nessun coordinamento con l’Acnur, l’Alto commissariato ONU per i rifugiati.

In Libano abitano, in diversi campi, un milione e mezzo di profughi siriani, un quarto della popolazione totale del paese.  

Yemen

La tregua non è stata ancora rinnovata, ma non ci sono scontri militari in corso, eccetto qualche scaramuccia locale. Un passo importante è stato messo a segno dalla mediazione ONU, per lo scambio di visite ai prigionieri di guerra.

Una delegazione dei ribelli Houthi si è recata ad Aden e una governativa ha raggiunto Sanaa, per visitare i rispettivi prigionieri caduti nelle mani avversarie durante questi 8 anni di guerra.

Il portavoce delle forze saudite in Yemen, gen. Turki Maliki, ha appoggiato l’iniziativa sostenendo che essa sarebbe “un passo per la costruzione di un clima di fiducia, nella speranza di raggiungere una tregua duratura e l’avvio di negoziati politici”.  

Egitto

Ieri sono stati rilasciati 70 prigionieri, nel quadro del cosiddetto piano di dialogo nazionale. È il più alto numero di detenuti liberati in un solo giorno, da quando è iniziato il lavoro della commissione parlamentare per l’amnistia.

Le fonti governative non hanno fornito un elenco dei detenuti liberati e non è chiaro se tra di loro vi siano prigionieri politici. La stampa di regime elogia il paternalismo di Al-Sissi, “che presta attenzione alla dignità di chi compie un reato”. Un’ipocrisia sfacciata che si dimentica dell’esistenza di migliaia di prigionieri politici, incarcerati in attesa di giudizio per reati di opinione sulla base di testi di critica al governo pubblicati sui social.  

Approfondimenti

Paesaggi Interculturali nella terra di mezzo.

Presentazione del libro di Adel Jabbar, Giusy Diquattro e Gianluca Gabrielli.

Mondo

  • Sono passati sette mesi e 18 giorni di guerra russa in Ucraina.
  • Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere egiziano di Wadi Natroun. Sono passati sei mesi e il regime di Al-Sissi è sordo agli appelli e nelle cancellerie internazionali prevale l’insensibilità. In Italia, dal 28 maggio, è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

Oggi 13 ottobre digiuna ancora una volta Paolo Pignocchi, di Amnesty International Italia – Coordinamento Europa – Circoscrizione Marche.

Appelli:

Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno. Urge una vostra adesione.

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

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1 commento

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