Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

16 ottobre 2022.

Rassegna anno III/n. 284

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I titoli

Siria: Al-Qaeda occupa Afrin, città curda nella zona sotto il controllo turco.

Palestina Occupata: Un altro palestinese ucciso dai proiettili israeliani.

Tunisia: Nel giorno della Liberazione dal colonialismo francese, due grandi manifestazioni contro le politiche di Saied.

Iraq: I seguaci di Sadr verso l’opposizione. Il nuovo governo sarà dominato dai movimenti filo iraniani.

Iran: La guida spirituale Khaminei attacca i manifestanti, bollati come strumento di USA e Israele.

Pakistan: Biden accusa Islamabad di essere il paese nucleare più pericoloso.

Turchia: Il crollo della miniera di carbone causa la morte di 41 lavoratori.

Le notizie

Siria

Al.Qaeda ha conquistato Afrin, la città curda nella provincia di Aleppo, occupata dall’invasione turca nl 2018. Era amministrata dal cosiddetto esercito libero siriano, ha subito negli ultimi 4 giorni un attacco dai qaedisti di Ahrar Sham che hanno costretto i miliziani a ritirarsi e riparare in un’altra località vicina. I militari turchi sono rimasti lì a guardare senza intervenire e la popolazione sta fuggendo verso est nelle zone amministrate dalle Forze democratiche siriane. La città di Afrin è strategica per il controllo del traffico da e per la Turchia. I capi di Ahrar Sham hanno condizionato la tregua alla consegna nelle loro mani dell’amministrazione economica della città ed assegnano all’esercito libero il ruolo di combattere contro i governativi, attestati su una linea del fonte a zigzag in quella zona.      

Palestina Occupata

Un altro giovane palestinese ucciso dai soldati israeliani, in questa carneficina quotidiana, che non ha l’attenzione dei potenti della terra. È avvenuto a Salfit, durante le manifestazioni di protesta contro l’occupazione delle terre da parte dei coloni. Pietre contro pallottole.

Mujahed Shamalawi, 30 anni, è morto in ospedale per la ferita causata da una pallottola conficcata nell’addome. Altri due giovani sono ricoverati nell’ospedale locale in gravissime condizioni. Anche loro colpiti dai proiettili al petto. Il sindaco ha accusato l’esercito di occupazione di aver mirato alle parti alte per uccidere.

Tutta la Cisgiordania, per ordine del ministro della difesa Gantz, è completamente chiusa. L’esercito ha mobilitato i riservisti per controllare tutti gli accessi di transito sulla linea verde (la demarcazione ONU tra Israele e Cisgiordania) e per l’assedio delle principali città, soprattutto di quelle dove la resistenza all’occupazione ha assunto il carattere militare, come Nablus e Jenin.

La leader del partito Meretz (di sinistra e partecipa alla maggioranza di governo), Zehava Gal-On, ha invitato Gantz a ridurre l tensione in Cisgiordania e Gerusalemme, per evitare lo spargimento di altro sangue palestinese e israeliano.

Tunisia

Due grandi manifestazioni dell’opposizione, ieri, a Tunisi. Una indetta dall’islamista Ennahda e l’altra del laico partito libero destoriano (costituzionale, erede del partito di Ben Alì).

La festa della liberazione dal colonialismo francese è stata l’occasione per esprimere il contrasto alla linea politica messa in campo dal presidente Saied.

A suggellare il successo di popolo delle due manifestazioni vi è la situazione economica disastrosa del paese, con la mancanza di carburanti e le derrate alimentari essenziali. Non ci sono stati, né contatti tra i due cortei, né scontri con la polizia.

I due partiti, da posizioni opposte, si battono contro la linea del capo dello Stato che un anno e mezzo fa aveva sciolto il Parlamento, dimissionato il precedente governo, ha modificato con un referendum la Costituzione e indetto le elezioni per il prossimo 17 dicembre. 17 partiti hanno deciso di non partecipare al voto ed hanno invitato all’astensione. La nuova legge elettorale non ammette la presentazione di liste di partito, ma soltanto candidature individuali, col sistema maggioritario.

Il Fondo Monetario Internazionale ha deciso di concedere al governo tunisino un prestito di 1,9 miliardi di dollari dei 4 richiesti. Una boccata di ossigeno nell’immediato per le finanze tunisine, ma un fardello per il paese a causa delle condizioni capestri che accompagnano questi prestiti.

Iraq

L’Iraq si accinge a formare un governo di maggioranza e non più di unità nazionale. Il partito “Sayiroun” (in cammino) dell’imam Mouqtada Sadr ha deciso di non partecipare al governo di Soudani, espressione dei partiti sciiti rivali filo iraniani.

Sadr ha ammesso la sconfitta politica, malgrado la vittoria elettorale che lo ha portato ad essere il capo del primo gruppo in Parlamento. La battaglia politica e nelle piazze ha ritardato per un anno l’elezione del capo dello Stato e la formazione del governo.

Adesso si pone davanti al nuovo governo la questione centrale del rapporto con i militari statunitensi ancora presenti nel paese. Il premier incaricato, Soudani, è sostenuto dalle milizie Hashd Shaabi che hanno sempre rivendicato il ritiro totale dell’esercito invasore. Alcune milizie hanno combattuto contro la presenza dei soldati Usa in Iraq a suon di razzi e missili sulle loro basi militari.

Iran

È passato un mese intero dalla morte di Mahsa Amini e le proteste in tutto l’Iran non cessano, anche se affievolite dalla dura repressione, con uccisioni e arresti. Le maggiori mobilitazioni sono avvenute nella capitale Teheran e nelle regioni a maggioranze etniche curde, arabe e beluci.

A Zahedan, al confine con il Pakistan, magrado la carneficina di due settimane fa, con oltre 60 morti, la popolazione è scesa in piazza per dire no alla dittatura degli ayatollah.

Il regime non accenna ad intraprendere un filo del dialogo. Ayatollah Khaminei, dopo lungo silenzio, è intervenuto per la terza volta in pochi giorni. Ha di nuovo accusato i manifestanti di essere lo strumento di USA e Israele. “L’Iran è un albero forte con le radici ramificate in terra e non lo potranno mai sradicare”, ha detto in un discorso in diretta tv, per rafforzare la coesione tra i sostenitori del governo.  

Pakistan

I rapporti tra Stati Uniti e Pakistan sono in crisi. Malgrado il cambio al vertice del paese, la Casa Bianca non è soddisfatta della condotta di Islamabad in politica estera, soprattutto per quanto riguarda le relazioni con Cina e Russia. Gli ottimi rapporti tra la Cia e l’ISI (Inter-Services Intelligece; i servizi di sicurezza pachistani) non hanno impedito al presidente Biden di sferrare un attacco senza precedenti, dipingendo il paese asiatico come la “potenza nucleare più pericolosa”.

Il ministero degli esteri di Islamabad ha convocato l’ambasciatore USA per presentare una protesta e chiedere chiarimenti.

Turchia

Il crollo in una miniera di carbone ha provocato 41 vittime. La tragedi è avvenuta ad Amasra, nel nordovest del paese sul Mar Nero. I soccorsi continuano alla ricerca degli ultimi dispersi. Al momento dello scoppio, nella miniera vi erano, a 300 metri sotto terra, 110 minatori, soltanto 50 dei quali sono riusciti a salvarsi. Secondo la stampa turca, l’incidente è stato causato dalla fuga di gas metano. È il più grave incidente sul lavoro degli ultimi dieci anni in Turchia.

Mondo

  • Sono passati sette mesi e 20 giorni di guerra russa in Ucraina.
  • Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere egiziano di Wadi Natroun. Sono passati sei mesi e il regime di Al-Sissi è sordo agli appelli e nelle cancellerie internazionali prevale l’insensibilità. In Italia, dal 28 maggio, è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

Oggi 14 ottobre digiuna, ancora una volta, Simona Brambilla.

Appelli:

Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno. Urge una vostra adesione.

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

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1 commento

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