Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

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28 giugno 2023

Rassegna anno IV/n. 178 (1065)

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I Titoli:

Siria: Caccia russi bombardano la zona rurale di Idlib. Uccisi 8 miliziani.

Sudan: Il generale Burhan proclama la mobilitazione generale, dopo le perdite subite nella capitale e l’apertura di nuovi fronti in altre province. Ennesima tregua non rispettata.

Iran: I Mujahidin del popolo accusano le autorità europee di collusione con Teheran, per la repressione subita dai loro militanti.

Algeria: Stigmatizzato un caso di razzismo denunciato da una modella algerina di pelle nera.

CPI: Un comitato di avvocati internazionali ha presentato una causa contro Israele. Chiede 25 miliardi di dollari di indennizzi per l’assedio a Gaza.

Guantanamo: Un’osservatrice ONU visita il lager USA di Guantanamo e denuncia violazioni gravissime delle leggi internazionali.

Le notizie:

Siria

Otto miliziani di Tahrir Sham sono rimasti uccisi in un bombardamento russo compiuto ieri sulla provincia di Idlib. Una base del movimento qaedista a Gebel Zawia è stata centrata dai caccia russi, partiti dalla vicina base aerea di Hmaimim. Secondo l’Osservatorio siriano, si sono intensificati nell’ultima settimana i bombardamenti aerei russi e gli attacchi con artiglieria delle truppe governative sulla zona di Idlib. Dal 24 giugno sono 23 le vittime di questi attacchi aerei, in maggioranza civili.

Sudan

Il generale Burhan in un discorso televisivo ha dichiarato la mobilitazione generale contro quello che ha definito “il pericolo di dissoluzione dello Stato sudanese”. Si è rivolto ai giovani ed a tutti coloro che hanno capacità di portare le armi di recarsi nelle caserme dell’esercito per arruolarsi. Ha dichiarato una tregua unilaterale di un solo giorno per le festività dell’Ied Kebir, la festa islamica del sacrificio. La dichiarazione della mobilitazione generale è un segno di debolezza dell’esercito, che si è visto strappare posizione importanti nella capitale e l’apertura di nuovi fronti nelle province di Kordofan e Nilo Blu. Oltre al controllo dei valichi di frontiera occidentali con i paesi limitrofi da parte delle milizie di Hamidati. Controllo che permette l’esportazione dell’oro estratto illegalmente dalla società della famiglia del generale ribella e soprattutto permette la fornitura di armi.

Malgrado la tregua annunciata ieri dall’ex commerciante di cammelli, le sue truppe nella capitale hanno attaccato le postazioni dell’esercito, nel tentativo di conquistare altre caserme, ma sono stati respinti, secondo testimoni oculari sentiti dalle agenzie stampa internazionali.

Iran

L’organizzazione iraniana all’estero “Mujahidin del popolo” denuncia atti ostili da parte di governi europei, “su richiesta delle autorità di Teheran, come carta di scambio nelle trattative sul nucleare”. La scorsa settimana, le autorità di sicurezza francesi hanno vietato una manifestazione a livello europeo indetta, nella capitale Parigi per il 1° di luglio, dal Consiglio Nazionale della resistenza iraniana, considerato il braccio politico dell’organizzazione. Secondo gli organizzatori, a quella manifestazione avrebbero partecipato almeno 20 mila cittadini iraniani e loro sostenitori. La polizia ha motivato il divieto per ragioni di sicurezza, temendo un piano di attacco come era stato architettato, nel 2018, da organi iraniani legati ai “Guardiani della Rivoluzione” e per fortuna sventato. Lo scorso 20 giugno, le autorità albanesi hanno compiuto incursione nel campo di raccolta di militanti Mujahidin, ospitati su richiesta di Washington dopo la loro evacuazione dall’Iraq. Un portavoce del Consiglio aveva allora parlato di un morto tra i militanti, ma la polizia di Tirana ha smentito. “Nell’operazione sono stati sequestrati 200 computer e telefonini”, denuncia la portavoce dell’organizzazione iraniana, “segno di collaborazione con i servizi di Teheran”.

L’organizzazione Mujahidin del Popolo ha lottato contro il regime dello Scià, ha partecipato e appoggiato nella prima fase la rivoluzione khomeinista, ma poi è entrata in collisione con il potere degli ayatollah. Ha perso credibilità quando si è alleata con l’Iraq nella sua guerra quasi decennale negli anni ’80 contro l’Iran. Non è neanche ben vista tra i movimenti di opposizione che hanno organizzato le rivolte popolari negli ultimi anni.

Algeria

Un caso di razzismo ha scosso la società algerina e suscitato reazioni indignate. Una modella e artista algerina di pelle nera è stata apostrofata da un controllore di un mezzo pubblico con una frase offensiva, scambiata per straniera dell’Africa subsahariana: “Siete arrivate qui nella capitale e vi sentite moderne”. Lo ha denunciato la ragazza stessa, Baraka Merzaia, sul proprio account social (Qui, in dialetto algerino). “Non è la prima volta e non sono l’unica, ma questi atteggiamenti causano traumi psicologici non indifferenti a chi li subisce, soprattutto se appartiene a strati deboli e non colti della società. Tutto questo deve finire”. La legge algerina prevede pene pesanti nei confronti dei responsabili di atti di razzismo o discriminazione.

CPI

Un comitato di avvocati internazionali ha presentato alla Corte Penale Internazionale un esposto per chiedere indennizzi al governo Israeliano a causa dell’assedio ed i bombardamenti di Gaza. L’esposto è stato presentato in rappresentanza di 6 deputati palestinesi. L’accusa è assassinio premeditato a causa dell’assedio e Apartheid contro tutta la popolazione della striscia, assediata dal 2007. “Crimini di guerra e contro l’umanità, perché a causa del blocco ermetico e dei bombardamenti, la striscia è stata dichiarata dal 2020, in un rapporto ONU, un luogo non abitabile”, si legge nella denuncia. La cifra di indennizzo richiesta, sulla base delle valutazioni dell’ONU, è di 25 miliardi di dollari.

Guantanamo

Il lager di Washington. Un “trattamento crudele, disumano e degradante” con una sorveglianza quasi costante, accesso limitato alle famiglie e isolamento. Così l’esperta dell’Onu Fionnuala Ni Aolain ha descritto il trattamento a cui sono sottoposti i detenuti di Guantanamo al termine della prima visita nel lager statunitense.  Dopo richieste cadute nel vuoto per decenni da parte di esperti indipendenti dei diritti umani dell’Onu, la commissaria speciale per i diritti dell’uomo e la lotta al terrorismo delle Nazioni Unite è stata autorizzata a visitare la struttura sull’isola di Cuba in febbraio. “La chiusura” di Guantanamo “resta una priorità”, si afferma nel suo rapporto, che è stato presentato al Segretario generale ieri.

“Questo rapporto, che passa in rassegna oltre 21 anni di detenzione a tempo indeterminato di 780 uomini musulmani e le migliaia di violazioni dei diritti umani commesse contro di loro, evidenzia l’urgente bisogno che il presidente Biden chiuda finalmente Guantánamo e ponga fine all’illegale prassi della detenzione a tempo indeterminato senza accusa né processo”, ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International. “Pochissime delle persone entrate a Guantánamo sono state incriminate e nessuna ha affrontato un processo equo. Il tempo è abbondantemente scaduto: si chiuda quella prigione, si chiamino a rispondere le autorità statunitense e si forniscano riparazioni ai detenuti che hanno subito maltrattamenti e torture”, ha aggiunto Callamard.

“Persiste una sconvolgente impossibilità di accedere alla giustizia per chi è stato a Guantánamo e chi vi si trova ancora. Molti di loro hanno necessità di cure mediche a causa dei trattamenti subiti”, ha proseguito Callamard. Firma L’appello per la chiusura di Guantanamo.

Notizie dal mondo: Sono passati 16 mesi ed un giorno dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. I mercenari della Wagner sono messi di fronte alla scelta di entrare nell’esercito o di partire per la Bielorussia, al seguito del loro capo.

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Approfondimenti

      –   In ricordo di Salwa Bughiaghis, assassinata nove anni fa a         Bengasi , di Farid Adly QUI

1 commento

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