Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica fondata da Farid Adly.

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Rassegna anno IV/n. 259 (1146)

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I Titoli:

Iran: Ad un anno dall’assassinio di Zina Mahsa Amini, il pugno di ferro del regime si abbatte sulle famiglie delle vittime.

Libia: 21 mila tra morti e dispersi nell’alluvione di Derna. Una famiglia intera salvata da sotto le macerie ad una settimana dal disastro.

Marocco: Ripristinate tutte le strade di montagna distrutte dal sisma. I sopravvissuti nei villaggi montani hanno dormito per nove notti all’aperto.

Egitto: 6 mesi di reclusione per l’editore-politico, Hisham Qassem, che aveva annunciato di volersi candidare alle presidenziali.

Iraq-Kuwait: Convocato l’ambasciatore iracheno per protesta contro la messa in discussione a Baghdad dell’accordo per i confini.

Assemblea ONU: 78esima assemblea ONU per l’agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile. Assenti i capi di 4 paesi membri permanenti.

Le Notizie:

Iran

Nel primo anniversario dell’assassinio di Zina Mahsa Amini, la polizia del regime ha instaurato uno stato di assedio nella città natale della ragazza, Saqqez, dove è stata seppellita. Il padre della ragazza, Amjad Amini, è stato fermato, per impedire che si tengano cerimonie di commemorazione e poi in serata è stato rilasciato. La stampa del regime scrive che è stato sventato un tentativo di assassinarlo e sarebbero stati arrestati dopo una sparatoria i componenti del gruppo di assalto. Una versione di comodo che non convince. Fonti degli iraniani all’estero raccontano che tutti i tentativi di proteste, individuali o collettive, sono stati repressi con le pallottole. A Saqqez ci sarebbe stato un ferito in seguito all’intervento dei pasdaran per impedire una piccola cerimonia sulla strada del cimitero.

Su un altro versante, il governo di Teheran ha reagito alle nuove sanzioni UE-USA con il ritiro dei permessi ad un gruppo di ispettori dell’AIEA. Il portavoce del ministero degli esteri ha affermato che il passo è un diritto di sovranità per il ruolo non neutrale svolto dal direttore dell’organismo internazionale, Raffael Grossi, nella vicenda del nucleare iraniano. La vicenda rischia il ripetersi della storia irachena, prima della criminale invasione anglo-americana del 2003.

Libia

Ad una settimana dall’alluvione sono state salvate altre persone nelle ultime 24 ore. Una famiglia di 11 persone è stata portata fuori dalla loro casa rimasta sommersa dal fango, ma intatta. Il numero dei morti tirati fuori dalle macerie però è molto alto. Le cifre della mezzaluna rossa libica parlano di 11.300 morti e 10.100 dispersi e 40 mila sfollati. La città vecchia è stata dichiarata inabitabile a causa dell’alto numero di corpi ancora sotto le macerie e della mancanza di acqua potabile. I corpi delle vittime per le strade sono stati tutti raccolti, ma rimane molto lavoro per estrarre quelli coperti dal fango e sotto le macerie delle case.

I sommozzatori dell’esercito hanno scoperto auto e intere case trascinate nel mare con le persone intrappolate dentro.

Le unità della medicina legale continuano il lavoro di prelevare il DNA nell’ospedale di campo per una futura identificazione.  

Nei centri di raccolta degli sfollati operano unità di psicologhi per l’assistenza alle persone sconvolte a causa della perdita tragica dei parenti.

Marocco

Il governo ha dichiarato che tutte le strade di montagna verso la zona terremotata ad est di Marrakesh sono state ripristinate. I soccorsi e le ricerche continuano a nove giorni dal sisma, malgrado che ieri non sia stato salvato nessuno. Nelle zone montagnose ci sono villaggi che sono stati rasi completamente al suolo e i sopravvissuti che hanno perso tutto vivono all’aperto in attesa dell’arrivo dei soccorsi.  Secondo le statistiche ufficiali i morti sono tremila e i feriti 6125, tra i quali 837 versano in gravi condizioni.

Egitto

L’editore e politico egiziano, Hisham Qassem, è stato condannato a sei mesi di reclusione per due cause di diffamazione intentate da un ufficiale di polizia e da un ex ministro. Qassem è il fondatore del movimento “Corrente liberale” ed aveva annunciato nei mesi scorsi la sua intenzione di candidarsi alle imminenti elezioni presidenziali. Il suo avvocato ha sottolineato che con questa condanna viene sbarrata la strada alla candidatura anche perché non ci sono i tempi per un pronunciamento della cassazione, alla quale è stato già inoltrato il ricorso avverso questa sentenza. Molte voci dall’interno del parlamento egiziano avevano rivelato che è allo studio una legge per l’indizione anticipata delle elezioni alle quali di fatto l’attuale Al-Sissi sarà un candidato unico. Finora le ricerche di trovare uno sfidante di comodo, per dare una parvenza di legittimità, non hanno dato esito positivo e tutti gli oppositori sono in carcere o all’estero. 12 organizzazioni per la difesa dei diritti umani, egiziane ed internazionali, hanno fatto appello per la sua liberazione e hanno definito il suo arresto “un caso politico”.

Iraq-Kuwait

Torna l’incubo della designazione dei confini tra i due paesi arabi del Golfo, motivo principale dell’invasione del Kuwait il 2 agosto 1990. Il ministero degli esteri del Kuwait ha convocato ieri l’ambasciatore iracheno consegnando una protesta ufficiale contro il pronunciamento della Corte costituzionale irachena in merito alla questione dei confini. L’Iraq, contrariamento a quanto sembra, non ha uno sbocco sul Golfo arabo-persico. Nel 2013 il Parlamento di Baghdad aveva ratificato l’accordo con il Kuwait per la regolamentazione del traffico marittimo a Khor Abdallah. Il 4 settembre la Corte irachena ha sentenziato che quella ratifica è incostituzionale, per motivi procedurali (mancanza della maggioranza qualificata di due terzi dei deputati). L’effetto politico però è dirompente, perché mette di nuovo in discussione i confini tra i due paesi e l’applicazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza 883 del 1983.

Assemblea ONU

Si apre domani, lunedì, al Palazzo di Vetro di New York, la 78esima assemblea generale dell’ONU, per la conferma dell’Agenda 2030, approvata otto anni fa, per lo sviluppo sostenibile. È una sessione azzoppata per l’annunciata assenza dei capi di Stato e di governo di 4 paesi membri permanenti dell’ONU: Russia, Cina, Francia e GB. Il segretario generale ha minimizzato il significato di queste assenze, ma è chiaro che la situazione di tensione militare in Europa ed Asia sono un pericolo per il futuro dell’umanità, non ultimo quello dell’alimentazione, con l’embargo del grano russo ed ucraino nel Mar Nero.

Per la regione mediorientale questa Assemblea assume un significato particolare, per la prova del nove sulle volontà della Casa Bianca di agire per una soluzione “giusta ed equa” del conflitto israelo-palestinese. Il gruppo arabo ha avanzato la richiesta del riconoscimento della Palestina come membro effettivo (attualmente è soltanto membro osservatore). La questione è entrata a far parte delle trattative tra Riad e Washington per l’instaurazione di rapporti diplomatici tra Israele e Arabia Saudita.

Notizie dal mondo

Sono passati 18 mesi e 23 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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