Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

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Rassegna anno IV/n. 282 (1169)

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Editoriale:

Le vostre mani sono sporche del sangue israeliano e palestinese. Ci riferiamo all’ipocrisia dei governi di USA e UE. A 56 anni dalle risoluzioni per il ritiro dell’esercito di occupazione dai territori palestinesi occupati e a 30 anni dagli accordi di Oslo, non avete fatto altro che ignorare la questione politica dei diritti nazionali palestinesi e sostenuto le politiche di annessione, colonizzazione e discriminazione razziale dei governi di Tel Aviv.

Avete soffocato la soluzione dei due Stati e nessuno dei vostri Stati ha riconosciuto la Palestina e avete limitato il vostro ruolo agli aiuti umanitari, per ricattare l’ANP. Come è avvenuto oggi con la decisione del Pentagono di fornire aiuti militari consistenti e l’invio della più grande portaerei nel Mediterraneo orientale e con il blocco da parte della Commissione UE di tutti gli aiuti all’autorità nazionale palestinese. Ipocrisia e cecità, perché così svelate il vostro unico intento: il dominio sul M.O.

Una seria analisi razionale della situazione imporrebbe politiche diametralmente opposta: rafforzare il campo della pace, con iniziative volte alla ripresa del negoziato con il blocco della colonizzazione, la fine della repressione contro la popolazione e la fine delle provocazioni sui luoghi di culto islamici.

Le politiche dei due pesi e due misure e della discriminazione contro un intero popolo non portano ad altro che a nuove vittime nei due campi e alla predita della pace nel Mediterraneo. Con questo vostro consenso, state istigando ad un allargamento della guerra generalizzata ed a un genocidio a Gaza.

“Non esiste una vera pace senza il riconoscimento dei diritti di tutti i popoli alla libertà e alla sovranità sul proprio territorio. Non si può vivere in sicurezza senza riconoscere i pieni diritti di ogni singolo essere umano, palestinese, israeliano, ebreo, arabo, che vive tra il fiume e il mare”.

Non versate benzina sul fuoco mediorientale! State rischiando di bruciarvi le mani!

Le notizie:

Guerra a Gaza e Israele

Quarto giorno di guerra a Gaza e Israele. Bombardamenti senza precedenti dei caccia e della marina di Tel Aviv. Nella notte, 200 raids su Ramla e Khan Younis. Combattimenti sono ancora in corso negli insediamenti israeliani controllati dei militanti palestinesi.

Il numero delle vittime cresce di ora in ora sulle due parti delle barricate. Oltre 800 quelle israeliane, con ancora molti dispersi, e 2400 feriti. I bombardamenti israeliani sulle città e campi profughi di Gaza hanno ucciso fino alla mezzanotte 560 e ferito 2900. Sono 137 mila gli sfollati che non sanno dove andare.

Il ministro della difesa israeliano, Galant, ha annunciato, in un messaggio video, che l’enclave di Gaza sarà ermeticamente chiusa: “No carburante, no elettricità, no acqua e no cibo”. Due milioni di persone sono sottoposte al pericolo di morte per fame. Un genocidio annunciato.

Da sabato, i bombardamenti israeliani sui centri urbani di Gaza hanno colpito 7 moschee. I missili hanno centrato gli edifici di culto ben riconoscibili dal cielo e quindi sono state azioni predeterminate ed intenzionali. Moschee e scuole sono state la meta della popolazione in fuga dalle bombe. Doppiamente criminali.

Amnesty Int. ha pubblicato il video del bombardamento del centro commerciale a Gaza, postato dal premier Netanyahu, con questo commento: “Le prove dei crimini di guerra israeliani a Gaza, messe a disposizione della giustizia internazionale da parte di chi li ha ordinati” Vedi. Amnesty International ha definito il blocco dei rifornimenti a Gaza da parte dell’esercito israeliano: “Il ministro della Difesa israeliano ha annunciato l’assedio completo di Gaza. Questo significa ridurre intenzionalmente alla fame quasi due milioni di persone, compresi i bambini. Questa non è “autodifesa”. Questa è una punizione collettiva”. Il Ministro Yoav Gallant ha definito i palestinesi “animali umani”. Se questo è un uomo.

Human Rights Watch ha definito il discorso di Galant un incitamento a crimini di guerra. L’organizzazione umanitaria ha chiesto alla CPI di indagare sugli effetti di un simile invito contro la popolazione sotto occupazione militare.

Nelle colonie della cintura si combatte ancora. Secondo i comunicati militari israeliani sono almeno 8 le località sotto il controllo dei combattenti palestinesi, dove sono assediati dalle truppe e sono in corso scambi di sparatorie, ma senza ancora combattimenti nelle strade. Hamas e Jihad islamica sostengono che i loro combattenti hanno ricevuto rinforzi e munizioni. Diversi tratti della rete di demarcazione sono ancora aperti al passaggio dei veicoli militari palestinesi.

Il premier Netanyahu ha fatto un discorso in diretta TV improntato a calmare l’opinione pubblica interna dopo la debacle pericolosa dei servizi militari e dell’Intelligence nel prevedere l’attacco del 7 ottobre e l’incapacità dell’esercito a difendere il territorio e i cittadini israeliani mandati allo sbaraglio a vivere ai confini con Gaza. Ha affermato che gli attacchi aerei continueranno ed è solo l’inizio. “Il volto del M.O. cambierà per i prossimi 50 anni”. Una frase ad effetto che di per sé non significa nulla, se non una ennesima carneficina della popolazione palestinese come è avvenuto in passato a Deir Yassin (massacro compiuto dalle bande sioniste il 9 aprile 1948), Kafr Qassem (massacro compiuto dalla polizia di frontiera israeliana contro un villaggio palestinese in Israele il 29 ottobre 1956) e Sabra e Chatila (invasione di Beirut, 16-18 settembre 1982) e nelle sette guerre intraprese contro Gaza negli ultimi 14 anni (dicembre 2008; 2012; 2014; 2021; 2022; maggio 2023 + quella in corso).

In un comunicato di Hamas è stata annunciata la morte di 4 ostaggi israeliani durante il bombardamento israeliano su una casa a Gaza. Sarebbero morti insieme ai loro guardiani, miliziani dell’organizzazione palestinese. Nel comunicato, Hamas mette in guardia l’esercito israeliano dallo sferrare un’offensiva di terra, perché le prime vittime saranno i prigionieri. Questo significa che i prigionieri catturati durante l’irruzione in territorio israeliano sono stati collocati in zone militari come scudi umani. Non solo, un portavoce delle Brigate Qassam, l’ala militare di Hamas, ha lanciato un comunicato audio nel quale minaccia, in caso di un attacco di terra a Gaza, di condannare a morte uno degli ostaggi e pubblicare il video dell’esecuzione. Un comportamento gravissimo e contrario alle convenzioni di Ginevra sui prigionieri di guerra.

Secondo fonti di media internazionali, il Qatar sta trattando con le due parti per la liberazione delle donne, dei bambini e degli anziani civili israeliani in cambio della liberazione di detenute palestinesi nelle carceri israeliane. Il premier israeliano ha negato qualsiasi trattativa con Hamas sulla sorte dei prigionieri catturati in questi giorni.

Il presidente egiziano al-Sissi ha espresso la sua contrarietà alle mosse annunciate dal premier israeliano e dal suo ministro della difesa che implicano la cacciata della popolazione di Gaza verso il Sinai egiziano. “Questo significa un massacro di popolazione civile, una deportazione di massa e una grave minaccia alla sovranità egiziana. Per noi è inaccettabile”. Bombe israeliane sono cadute sulla parte egiziana del valico di Rafah. Al-Sissi si è sentito telefonicamente con l’erede al trono saudita, Mohammed Bin Salman. Il principe saudita ha dichiarato, dopo una telefonata con il presidente Abbas, il sostegno totale al diritto dei palestinesi ad avere uno Stato indipendente e sovrano. “Riad e Il Cairo si adopereranno per la riduzione delle escalation e per mettere fine al conflitto e l’apertura della via negoziale”, si legge in un editoriale dell’agenzia ufficiale.

Il fronte interno palestinese in Cisgiordania e Gerusalemme est è in forte mobilitazione. La repressione delle forze di occupazione ha causato l’uccisione di altri 5 giovani, in diverse località. Tutte le città palestinesi sono assediate dall’esercito.

Nel nord, Tel Aviv ha aperto un fronte di guerra bombardando un villaggio libanese, dopo aver annunciato che un gruppo armato si era infiltrato. La risposta di Hezbollah non è tardata. Una raffica di missili ha colpito la sede del comando militare della regione di Galilea. Il comunicato di Hezbollah sostiene che l’attacco è avvenuto dopo l’uccisione di 5 suoi militanti nel bombardamento israeliano. La situazione è fortemente tesa e potrebbe deragliare. L’aeronautica israeliana sorveglia i confini con voli di ricognizione ed i portavoce dell’esercito hanno minacciato di ridurre il Libano all’età della pietra. Truppe e carri armati sono stati spostati sul confine. Secondo fonti stampa di Tel Aviv, il vice comandante delle unità israeliane in Galilea sarebbe stato ucciso e altri 6 ufficiali feriti.

Da una presa di posizione del Pentagono si intuisce che la portaerei USA nel Mediterraneo è pronta a colpire obiettivi in Libano. Una posizione azzardata che rischia di trascinare Washington in un’avventura non sua. Il messaggio è stato interpretato da molti analisti arabi come un riconoscimento della debolezza dell’esercito israeliano a fronteggiare la situazione, malgrado l’arroganza e le baldanzose dichiarazioni.

La commissione dell’UE ha deciso di rafforzare politicamente Hamas, indebolendo l’Autorità Nazionale. Sono stati bloccati tutti gli aiuti forniti a Ramallah. Un incitamento ad ulteriori umiliazioni per i palestinesi. Un comunicato congiunto USA, GB, Francia, Germania e Italia di “sostegno pieno agli sforzi israeliani per difendersi”. Ipocrisia e cecità (vedi l’editoriale in alto o QUI).

Guerra Turchia contro i curdi

30 combattenti curdi sono stati uccisi durante un raid dell’aeronautica turca su un campo di addestramento nella provincia nordorientale della Siria, Hasaka. I feriti sono 37 e alcuni di loro versano in gravi condizioni. Tutti gli ospedali della zona sono in stato d’emergenza e hanno fatto appello alla popolazione per donare sangue. Per un bombardamento dell’artiglieria sulla stessa zona sono rimasti feriti 8 civili. L’artiglieria turca ha bombardato anche Ain Issa, a nord di Raqqa, uccidendo 3 bambini di età tra 8 e 10 anni, colpiti dagli obici mentre giocavano per strada.

Notizie dal mondo

Sono passati 19 mesi e 15 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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