Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

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Rassegna anno IV/n. 285 (1172)

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Le notizie:

Fake news 2

Analizziamo oggi un’altra storiella farlocca diffusa dal centro di propaganda dell’esercito israeliano. In un video i soldati affermano di aver ucciso 4 terroristi armati di Hamas che si stavano per infiltrare nel territorio israeliano da Gaza. Nel video si vedono i soldati in piedi e per terra 4 cadaveri e vicino ad uno di loro c’è un mitra. Notizia riportata da tutte le agenzie d’informazione del mondo, senza nessuna verifica.

La realtà è tutta un’altra. Si tratta di lavoratori palestinesi licenziati in Israele e stavano tentando di tornare a piedi nella Striscia. Sono stati assassinati a sangue freddo dai “valorosi soldati di Israele”. La documentazione la fornisce un giornalista palestinese, Mohammed El Kurd, in questo video (QUI), dove sono state studiate le immagini riprese dall’alto sulla scena del delitto, nei minuti prima dell’esecuzione. Si vedono i quattro palestinesi che si toglievano le camicie e le sventolavano in segno di resa. Poi si mettono a camminare con i piedi e le mani per terra; infine i soldati che sparano alla schiena. Non c’è stato nessuno scontro armato come ha raccontato la versione di comodo avanzata dai militari israeliani.

Nessun media internazionale ha rettificato la notizia. I corpi dei quattro palestinesi sono stati sequestrati dall’esercito di occupazione e nessuno saprà l’identità delle vittime. Ma le bugie hanno le gambe corte e la verità verrà a galla.

Guerra a Gaza

Proseguono senza interruzioni i bombardamenti aerei sui civili di Gaza. Sono state usate bombe al fosforo bianco e bombe a implosione (Vacuum bomb), vietate sulle zone abitate da civili secondo le leggi internazionali di guerra. Secondo il ministero della sanità palestinese, 1537 civili sono stati uccisi a Gaza, tra cui 447 minori e 248 donne. I feriti sono oltre 6mila. Gli sfollati – secondo gli organismi dell’ONU – sono 338mila. Il portavoce dell’esercito israeliano si è vantato, sapendo di essere immune da critiche, che sono stati lanciati, fino a mezzogiorno di ieri, 3600 raid su Gaza sganciando 6000 bombe (in 6 giorni è l’equivalente sganciato dagli Stati Uniti in un anno sull’Afghanistan). Ieri, due famiglie hanno perso 43 e 23 membri morti sotto le macerie delle loro case, tra loro bambini di pochi mesi, ragazzi, uomini e donne, tutti civili. Della famiglia Shehab è rimasto vivo soltanto un bambino di 4 mesi d’età.

Gli ospedali sono al limite delle loro capacità di far fronte al numero dei feriti. La mancanza di elettricità ha messo fuori uso molte sale operatorie. Fino a ieri sono state messe fuori uso a causa delle bombe che le hanno colpite, 10 strutture sanitarie, tra queste l’ospedale di Beit Hanoun, unica struttura ospedaliera nel campo profughi.

Il governo israeliano ha dichiarato di aver informato l’ONU della richiesta alla popolazione di Gaza di abbandonare, entro 24 ore, le loro case e di fuggire verso il sud della Striscia fino alla fine delle operazioni militari. Il portavoce dell’ONU ha informato che la risposta è stata: “Revocatelo, è impossibile spostare oltre un milione di persone in un giorno e senza causare conseguenze umanitarie devastanti”.

L’esercito israeliano continua il blocco totale su Gaza e minaccia di bombardare gli eventuali convogli umanitari provenienti dall’Egitto, unico sbocco di Gaza non sotto il controllo israeliano.  

Tutti gli indicatori sul terreno annunciano l’imminente avanzata di terra dell’esercito israeliano contro Gaza, sull’esempio delle operazioni del 2008 e 2014.

Da Gaza, i portavoce di Hamas e di Jihad islamica continuano ad annunciare lanci di razzi contro il territorio israeliano.

Israele-Siria

Un comunicato dell’esercito siriano informa che missili israeliani hanno colpito gli aeroporti di Damasco e Aleppo. Tutt’e due gli scali sono fuori servizio e tutti i voli in arrivo sono stati dirottati verso l’aeroporto militare di Lathiqia. I missili hanno colpito la pista di atterraggio e non ci sono notizie di vittime. Questo attacco missilistico israeliano è il 34esimo nel 2023, quasi uno alla settimana.

Cisgiordania e Gerusalemme est

Notte difficile in diversi villaggi in Cisgiordania. Scontri tra palestinesi e coloni israeliani a Huwara. A Silwad l’esercito uccide una donna palestinese e ferisce suo figlio. Le truppe di occupazione hanno compiuto incursioni e rastrellamenti in diverse città della Cisgiordania ed in particolare a Jenin. Il numero dei morti in Cisgiordania da sabato, è salito a 31 persone.

A Gerusalemme un uomo palestinese armato ha aperto il fuoco nella zona della Città Vecchia e ha ferito due agenti delle forze di occupazione.

Per ben due volte ieri, gruppi di coloni fanatici hanno invaso la moschea di Al-Aqsa, compiendo i loro riti sotto la protezione delle forze di occupazione. Quella del controllo della spianata delle moschee di Gerusalemme è un piano delle forze fondamentaliste ebraiche in sfida non soltanto ai palestinesi ma a tutti i musulmani del mondo.

Un gruppo di coloni armati e sotto la protezione dei soldati ha devastato con gli escavatori i terreni dei contadini palestinesi e sradicato olivi nei villaggi di Yassuf e Bani Hassan, nei pressi di Salfit. L’obiettivo chiaro è quello di costringere i contadini palestinesi ad abbandonare le terre da annettere all’insediamento ebraico di Taffuh, realizzato sulle terre di Yassuf.

Frontiera col Libano

Di nuovo scambio di colpi di artiglieria tra Hezbollah e l’esercito israeliano. In mattinata di ieri erano state scattate le sirene di allarme per errore. I radar israeliani hanno registrato la presenza di droni o deltaplani, ma era un falso allarme. Le colonie della linea di demarcazione sono state evacuate, mentre i villaggi libanesi a ridosso della linea blu hanno visto un esodo di migliaia di abitanti.

Stati Uniti in M.O.

Blinken ha partecipato alla riunione di ieri del Consiglio di Guerra israeliano. La Casa Bianca, anche per esigenze elettorali di Biden, è invischiata fortemente nella crisi in corso. Le minacce ad altre parti (Iran e Hezbollah, senza nominarli) di non partecipare alle operazioni militari, pena un forte reazione militare statunitense, è un segnale in più sul sostegno di Washington ad Israele. A questo sostegno “politico” di dissuasione si aggiunge la spedizione della portaerei F. Gerald già arrivata nel Mediterraneo e l’annuncio di un’altra in viaggio verso la zona delle operazioni belliche. Fonti di stampa USA accennano al possibile arrivo in Israele dei reparti di forze speciali d’assalto, Delta, noti per i loro interventi in operazione di liberazione ostaggi. Si parla di addestramenti congiunti con truppe speciali israeliane impiegate in passato per lo stesso compito. Molti media di interrogano se si sta preparando uno sbarco di truppe USA a Gaza per liberare i prigionieri di guerra israeliani, tra i quali ci sono anche cittadini statunitensi, nelle mani di Hamas e Jhad Islamica.

Blinken si è recato dopo ad Amman, dove si è incontrato con re Abdalla II e domani sarà in Egitto per un incontro con il presidente al-Sissi per l’apertura di un corridoio umanitario per gli aiuti a Gaza e soprattutto per discutere della crisi dei “prigionieri di guerra” israeliani rinchiusi a Gaza.

Diplomazia

Si tiene oggi a New York una seduta d’emergenza del Consiglio di Sicurezza per decidere sulla situazione a Gaza. La riunione avviene su richiesta del Brasile che presiede il Consiglio questo mese. Il presidente Lula aveva dichiarato due giorni fa che è necessario mettere fine alla guerra a Gaza e di avviare una trattativa per la fine dell’occupazione israeliana delle terre palestinesi. La riunione precedente del Consiglio di Sicurezza era finita senza un comunicato comune, a causa della richiesta dei paesi Nato di introdurre nel testo la condanna dell’attacco di Hamas e non quello di Israele ancora in corso.

Notizie dal Mondo

Sono passati 19 mesi e 18 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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