Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

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Rassegna anno IV/n. 291 (1178)

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Le notizie:

Fake news

Anche noi siamo caduti vittima di una fake news, costruita ad arte. WSJ non ha scritto che la bomba della strage dell’ospedale di Gaza “è di tipo MK-84 di fabbricazione statunitense”, come abbiamo riferito. Ci scusiamo con i lettori e con la redazione di WSJ. I dettagli dell’operazioe fake news li trovate Qui.

Genocidio a Gaza

Terrorismo di Stato con la benedizione della prima potenza mondiale produttrice e esportatrice di armi. Biden ha avallato la versione di Netanyahu sull’eccidio dell’ospedale Al-Ahli a Gaza.

Netanyahu si è rimangiato la promessa fatta a Biden di permettere l’ingresso dei soccorsi a Gaza. Appena partito l’aereo presidenziale statunitense, il premier israeliano ha affermato che non permetterà il passaggio di aiuti prima della liberazione degli ostaggi.

La missione Biden, di mandare un messaggio di impegno per uscire dalla crisi, è stata azzoppata dal micidiale bombardamento israeliano contro l’ospedale di Al-Ahli, con il fardello di 500 morti accertati. L’immagine di Biden con il solo Netanyahu, e senza l’incontro con i capi di Stati arabi (Egitto e Giordania) alla presenza del presidente palestinese Abbas, ha radicato nelle teste di milioni di arabi e musulmani che Washington non è neurale e il suo appoggio a Tel Aviv passa sui cadaveri dei palestinesi. Biden nel suo discorso ha sposato pienamente la versione israeliana che vorrebbe, contro ogni evidenza, la strage causata da un razzo di Jihad Islamica. 

Di fronte agli appelli internazionali ad identificare e punire i responsabili, Israele aveva negato il proprio coinvolgimento nel brutale attacco e incolpato il movimento palestinese della Jihad islamica.

Il governo israeliano si sta comportando come nel caso dell’assassinio della giornalista palestinese Shireen Abu Aqileh; hanno negato, negato, negato e poi le inchieste secretate hanno inchiodato gli assassini alle loro responsabilità.

La strage continua. I bombardamenti dei caccia e droni israeliani sono continuati contro la popolazione civile. 50 morti a Khan Yuonis, nel Sud della Striscia, dove l’esercito di Tel Aviv aveva ordinato alla popolazione di dirigersi. Le bombe di Tel Aviv sono cadute su Jebalia, Beit Lahia, Rafah e Deir Balah. Le immagini che arrivano dagli schermi di Al-Jazeera sono strazianti. I gruppi di soccorso lavorano con le mani nude in un tentativo disperato. I missili usati – sostengono gli esperti militari – sono fortemente distruttivi e di tipo ad implosione. La marina israeliana ha colpito le zone lungo la costa.  

La conta delle vittime è pesante: 3478 morti e oltre 12 mila feriti.

Hamas ha annunciato che i prigionieri civili saranno liberati soltanto in caso di cessate il fuoco. Quelli militari saranno rilasciati dopo un accordo di scambio di prigionieri di guerra.

In Israele continuano le proteste contro il governo Netanyahu per il suo fallimento nel difendere i civili ai confini. Molti editorialisti progressisti hanno chiesto le dimissioni del premier.

Mohamed Sami è stato un videomaker palestinese di Gaza. Il giorno prima di morire sotto le bombe israeliane nell’ospedale, aveva realizzato un video con i ragazzi sfollati nello stesso ospedale. (QUI)

Cisgiordania e Gerusalemme est

Continua la repressione della popolazione sotto occupazione. Sono stati arrestati 52 attivisti e uccisi 3 giovani a Nablus e Tulkarem. Anche le manifestazioni di sostegno a Gaza proseguono con determinazione. Nelle proteste organizzate nelle città amministrate autonomamente non sono mancate le dure critiche all’autorità del presidente Abbas, accusata di essere collusa con le forze di sicurezza israeliane e di impotenza di fronte all’arroganza di Tel Aviv e dei suoi coloni.

Egitto

Il presidente egiziano Al-Sissi ha dichiarato in un discorso pronunciato in diretta tv che l’Egitto rifiuta la politica israeliana di sostituzione etnica e di cacciata dei palestinesi dalle loro terre. “Se Tel Aviv ha bisogno, per esigenze militari, di spostare la popolazione palestinese di Gaza potrebbe trasferirli nel Negev e poi, una volta finite le operazioni belliche, riportarle indietro. Assumendosi tutte le responsabilità politiche e i costi economici di un simile comportamento. Il piano israeliano evidente è quello della sostituzione etnica e di ripetere di nuovo la Nakba del 1948, per conquistare nuovi territori e annetterli a Israele. Non lo accettiamo. Cacciare la popolazione palestinese in Sinai, prolungherà il conflitto per altri decenni e rappresenterà una cancellazione della causa palestinese e la prospettiva di pace nella regione”.

Libano

Scambi di artiglieria e razzi. Hezbollah sostiene di aver distrutto un carro armato con un razzo anticarro. L’esercito israeliano ha rivendicato il bombardamento contro basi di addestramento del movimento di resistenza libanese. Tutt’e due le parti stanno mantenendo basso il livello dello scontro, malgrado le dichiarazioni altisonanti. Nella grande manifestazione a Beirut in solidarietà con Gaza, l’oratore di Hezbollah ha affermato che dopo la strage dell’ospedale è compito del Fronte della resistenza intervenire massicciamente. Dall’altra parte, i portavoce dell’esercito israeliano minacciano continuamente di ridurre il Libano all’età delle pietre.

Solidarietà con Gaza

Oceaniche manifestazioni di solidarietà con la popolazione di Gaza. A Beirut, Amman, Istanbul sono suonate le grida di mobilitazione a favore della Palestina. In Turchia e Giordania la gente chiede esplicitamente la rottura delle relazioni diplomatiche con Israele. Ad Amman, la polizia ha fatto ricorso ai lacrimogeni per contenere l’attacco all’ambasciata israeliana, che è stata evacuata.

A Washington si sono svolte grandi manifestazioni davanti al Congresso e Ambasciata israeliana. Sono state organizzate da associazioni ebraiche anti sioniste, che sostengono il diritto dei palestinesi all’indipendenza. I cartelli innalzati contengono la scritta: “Non nel mio nome”.

Diplomazia internazionale

Il veto Usa ha bloccato l’approvazione nel Consiglio di Sicurezza della risoluzione per un cessate il fuoco. La bozza presentata dal Brasile chiede anche il rilascio immediato degli ostaggi e l’apertura dei valichi per far giungere aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. La bozza ha ottenuto 12 voti favorevoli, due astenuti e il no di Washington che ha ne ha bloccato l’approvazione. Gli Stati Uniti ipocritamente lavorano di fatto per la continuazione dell’aggressione contro la popolazione palestinese.

Divisioni in seno all’UE sullo sterminio in corso a Gaza. Nonostante la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen abbia tentato inizialmente di creare un fronte unito e compatto a sostegno di Israele, come fatto in precedenza con l’Ucraina, i vertici istituzionali e quelli degli Stati membri appaiono molto più divisi e sembra chiaro che per creare un quadro europeo coeso sul Medio Oriente non si possono ignorare i diritti della popolazione palestinese. L’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell ha affermato che “il diritto alla difesa ha dei limiti, in questo caso sanciti dal diritto internazionale umanitario”. L’Alto rappresentante ha evidenziato che “anche per le guerre ci sono regole, tagliare acqua e approvvigionamento di base ad una popolazione non è compatibile con il diritto bellico”. Borrell ha detto che non visiterà Tel Aviv. Anche lui sarà bollato di antisemitismo?

Cultura

Dalal Abu Amneh è cantante e dottora in neurologia palestinese, cittadina di Israele e vive a Nazaret. Ha passato due notti in carcere per aver postato nel proprio account social, il giorno 11 ottobre, la frase: “O Signore, dacci sollievo e misericordia!”. Mentre era in commissariato per presentare denuncia contro diffamatori e calunniatori sulle piattaforme social, è stata arrestata per “istigazione contro l’esercito”. Dopo lo sciopero della fame durato per tutto il periodo di arresto, ieri sera è stata rilasciata, ma la causa nei suoi confronti continua. Appena arrivata a casa, ha scritto ai suoi follower (un milione di persone in tutto il mondo): “Grazie per la vostra vicinanza e la vostra solidarietà! Sono state preziose per poter resistere alle manette ed agli interrogatori senza fine, alle accuse false ed alle minacce. Sono tornata libera e la mia determinazione è più forte di prima. La mia voce rimarrà sempre un messaggio di amore e in difesa dei diritti. Vi amo tutti!”. Dell’Apartheid coloniale.

Per apprezzare l’arte di Dalal vi invitiamo ad ascoltare questo flashmob, con la canzone in lingua araba “scrivo il tuo nome, paese mio”, svolto nella città vecchia di Gerusalemme (QUI).

Notizie dal Mondo

Sono passati 19 mesi e 24 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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