Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Per ascoltare l’audio di oggi, 21 novembre 2023:

Rassegna anno IV/n. 324 (1211)

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L’amico e maestro Piero Basso non è più tra di noi. Una grave perdita. È stato tra gli animatori della Lega per i diritti e la liberazione dei popoli e fondatore di Dar, cooperativa per il diritto alla casa. Condoglianze alla figlia, Elena, e alla vedova, Loredana.

I funerali si terranno oggi 21 novembre a Milano, alle 14.45, nel Cimitero di Lambrate, sala Multifunzionale.

Che sia lieve la terra che lo accoglierà!

Appello

Tutti i giorni arrivano altre adesioni all’appello che abbiamo lanciato per un cessate il fuoco e per il rilascio dei prigionieri civili. Potete aderire, scrivendo alla redazione. Diffondete, per favore!

L’elenco dei sottoscrittori dell’appello lo trovate sul sito, in questa pagina: qui.

Le notizie:

Genocidio a Gaza

Quella israeliana contro la popolazione di Gaza è una guerra di sterminio. Oltre alle bombe, vogliono far morire la gente di fame e di sete. Sono stati bombardati i silos di grano di Rafah, mettendo fuori uso i molini per la produzione di farina per tutta la Striscia di Gaza. Non è un obiettivo militare e non è diritto alla difesa.

Le stragi compiute ieri sono otto. Bombe da 500 kg sono state sganciate sopra case abitate, uccidendo decine di persone civili. Famiglie intere sono state decimate. I bombardamenti hanno toccato anche le città del sud come Khan Youni, Rafah e i più intensi sono stati sul campo Nuseirat, nel centro della Striscia.

Nel nord di Gaza oltre al bombardamento aereo si aggiunge quello di terra dall’artiglieria e dai carri armati. Nel campo di Jebalia la strage compiuta ieri ha toccato una scuola dell’Unrwa, che accoglieva sfollati. L’unico ospedale in grado di funzionare a Gaza city è quello indonesiano, ma la struttura è assediata dai carri armati e i soldati bloccano l’ingresso delle ambulanze, costringendole a dirigersi verso gli ospedali del sud.

Secondo l’UNRWA, gli sfollati verso il sud sono un milione e 700 mila persone e vivono una situazione drammatica in assenza di cibo e acqua e sotto bombardamenti. Il segretario dell’ONU, da New York, ha chiesto per l’ennesima volta un immediato cessate-il-fuoco umanitario e l’ingresso incondizionato dei soccorsi alla popolazione civile.

Bambini prematuri

Sono arrivati in Egitto i bambini prematuri evacuati con la forza dall’esercito israeliano dall’ospedale Shifà di Gaza city. Un viaggio avventuroso, in alcuni tratti senza le incubatrici, per l’arroganza degli invasori e la loro determinazione a non ammettere l’arrivo delle ambulanze fino alla struttura martoriata, trasformata in una caserma militare. Due dei bambini sono morti durante il trasporto e sono arrivati nell’ospedale emiratino della Rafah palestinese soltanto 31 dei 33 evacuati. L’operazione di trasferimento è avvenuta con l’assistenza dell’OMS e della CRI. Appena giunti in Egitto, i bambini sono stati ricoverati nell’ospedale di Al-Areesh ed i casi più gravi sono stati portati in elicottero al Cairo. Molti di questi bambini non hanno più i genitori. Una madre intervistata da un quotidiano egiziano, dopo i ringraziamenti ad Al-sisi ed al popolo egiziano (che vi risparmiamo), descrive la situazione in termini drammatici e angoscianti: “è stato tutto terribile. per giorni abbiamo temuto per la sua morte, come quegli altri che non ci sono più. Da Shifà siamo partiti in 33 bambini, alcuni senza parenti, ma due sono morti nella prima tappa. è stato straziante per tutti. Mio figlio è uno degli 11 casi gravi e spero che le cure in Egitto lo salvino. Non ho nessun’altro in famiglia. Tutti morti, mio marito e i miei altri due figli sono morti in un bombardamento della nostra casa. Noi due siamo salvi perché eravamo già in ospedale. è la volontà di dio alla quale non possiamo opporre contrasto”. L’ultima frase è una formula di rito della fede islamica. Il quotidiano egiziano non cita né il nome del bambino né quello della madre.

Cisgiordania e Gerusalemme est

Le truppe di occupazione hanno assediato, all’alba di oggi martedì, la città di El Khalil e compiuto rastrellamenti per l’arresto di attivisti ed ex detenuti politici, liberati in precedenti scambi di prigionieri.

Continua per il sesto giorno consecutivo l’azione militare a Jenin con bombardamenti di droni e blocco totale delle strade, con barriere di cemento armato e cumuli di terra e con posti di blocco. È la stessa misura presa dall’esercito israeliano contro tutte le città della Cisgiordania, isolate l’una dall’altra, rendendo la vita della popolazione un inferno. I coloni completano l’opera con i loro attacchi alle auto palestinesi isolate, che hanno tentato di aggirare gli ostacoli percorrendo strade rurali.

Ieri, nel villaggio di Al-Ouroub, a nord di El-Khalil, è stato assassinato un giovane, mentre era nella sua auto in viaggio verso il capoluogo. Fermato ad un posto di blocco, i soldati – secondo la versione dei testimoni presenti sul luogo – hanno sparato contro l’auto e hanno trascinato fuori dall’abitacolo il ferito e lasciato per terra sanguinante, fino alla sua morte. Solo allora è stato ammesso all’ambulanza della Mezzaluna rossa di intervenire. Operazioni di rastrellamento hanno toccato ieri la maggior parte delle città palestinesi: Tulkarem, Tobas, Ariha (Gerico), Salfit e la stessa Ramallah.

Libano

Si innalza il livello delle tensioni alla linea di demarcazione tra Libano e Israele. L’aeronautica israeliana ha bombardato la cittadina libanese di Yaroun, colpendo la chiesa di San Giorgio e causando seri danni al luogo di culto cristiano. Le bombe hanno mirato anche le case di politici e di amministratori delle municipalità, tra le quali quella di un deputato di Amal. “Tutti obiettivi civili, contrariamente a quanto asserito dai portavoce israeliani”, scrive il quotidiano di Beirut Annahar. Hezbollah ha annunciato di aver lanciato 50 razzi, 3 droni e due missili “Burkan” contro basi militari israeliane nella zona di confine.

Prigionieri-trattative

La stampa israeliana annuncia che il governo ha approvato la bozza di accordo con Hamas ed ha informato la controparte. Non vengono dati dettagli sul contenuto, ma si parla di una tregua di 5 giorni, dopo i quali Israele riprenderà gli attacchi. Ieri sera il consiglio di guerra ha incontrato i parenti dei civili prigionieri nelle mani di Hamas.

Ismail Hanieh, presidente dell’ufficio politico di Hamas, ha comunicato che il movimento ha già consegnato al governo del Qatar la propria risposta ed ha invitato Doha a rendere note le condizioni dello scambio di prigionieri.

Anche il portavoce del Consiglio di Sicurezza degli Stati Uniti, John Kirby, in una conferenza stampa ha confermato l’imminenza di un’intesa, sostenendo “l’avvicinarsi di un accordo per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi”, senza entrare nei particolari.

Yemen

Le milizie Houthi hanno messo in guardia gli Stati uniti e i paesi europei dall’intervenire nelle acque territoriali yemenite. Il comandante della Marina ha   minacciato di rispondere con i missili contro ogni tentativo di violazione. Il portavoce degli Houthi ha postato sui social il video dello sbarco da un elicottero del gruppo di miliziani armati che hanno presso possesso della nave mercantile Galaxy Leader, che sostengono sia di proprietà di un armatore israeliano (QUI il video dell’assalto) 

Tunisia

Il Fronte di Salvezza ha deciso di non partecipare alle elezioni amministrative del prossimo mese di dicembre. Il leader, Shabbi, ha detto in una conferenza stampa che queste elezioni non interessano alla popolazione e ci sarà una forte astensione, ancora più ampia rispetto alle ultime tornate per il referendum (76% di astensione) e per le politiche (quasi il 90%). Molti dirigenti del Fronte sono stati incarcerati lo scors febbraio per accuse ridicole e nebulose, come “minare la stabilità dello Stato” e “complotto contro la sicurezza dello Stato”. 

Diplomazia

Una delegazione di paesi arabi e islamici ha visitato Pechino dove si è incontrata con il ministro degli esteri Wang Yi. Argomento della discussione è la situazione a Gaza e come mettere fine al genocidio del popolo palestinese. Alla delegazione hanno partecipato i ministri degli esteri di Arabia Saudita, Egitto, Giordania, Indonesia, Palestina ed esponenti della Conferenza per la cooperazione islamica. Il ministro cinese ha rinnovato il tradizionale e determinato sostegno al popolo palestinese e per l’applicazione del suo diritto alla vita. La delegazione proseguirà i suoi incontri con gli alti paesi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, che la Cina lo presiede per il mese di novembre.

Cultura

Il 20 novembre è la Giornata mondiale per i diritti del fanciullo.

A Gaza sono stati assassinati dall’esercito israeliano 5.500 bambini.

Per la Giornata mondiale, la tv e radio pubblica israeliana ha trasmesso una canzone intitolata “Amicizia”, dalle parole terribili invitanti al genocidio dei palestinesi. L’hanno anche pubblicata sui canali social. Sono stati sommersi da tutto il mondo di accuse di incitamento allo sterminio di un popolo. L’hanno cancellata da Youtube senza spiegare il motivo.

In questo approfondimento vi vogliamo far ascoltare due canzoni di bambini: una questa razzista e violenta e un’altra palestinese cantata dal corso Al-Aqsa dei bambini palestinesi, con parole tratte da una poesia di Mahmoud Darwish “Kufia, un canto per la Palestina”.  

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Notizie dal Mondo

Sono passati 20 mesi e 27 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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