Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

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Rassegna anno IV/n. 340 (1227)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

Israele a Gaza, il male assoluto. Israele uccide a Gaza un bambino ogni 10 minuti. Vite innocenti soppresse per la spasmodica volontà di vendetta cieca. Popolazione cacciata dai posti dove avevano trovato riparo dopo il quarto sfollamento. Decine di migliaia di persone si trovano nel deserto nei pressi di Rafah senza nulla. Non hanno da mangiare, senza acqua e in mezzo al freddo. Un genocidio e pulizia etnica.

Il Commissario ONU per i diritti umani ha definito la situazione a Gaza con queste parole: “è l’orrore assoluto crescente”.

I caccia israeliani hanno continuati a bombardare in modo intenso tutte le città e i campi profughi della Striscia, da Jebalia, a nord, a Nuseirat e Maghazi, nel centro, e Khan Younis e Rafah, nel sud. Sono stati colpiti scuole, moschee e zone residenziali dove vivevano migliaia di persone, molte di loro sfollate per l’ennesima volta. Palazzi di 10 piani ridotti a cumuli di detriti che sovrastano i corpi delle vittime. Una bomba ha creato un cratere profondo 6 metri sotto terra e largo 15 metri. Nel centro e sud si aggiungono anche i bombardamenti dall’artiglieria. Khan Younis è assediata e le truppe di terra, in carri armati e cecchini nascosti nei palazzi distrutti, sparano contro qualsiasi cosa che si muove.

La Striscia di fatto è divisa in tre parti non più comunicanti e l’esercito di occupazione ha impedito qualsiasi passaggio degli aiuti umanitari, necessari per mantenere in vita la popolazione. L’ordine dell’esercito israeliano è sempre lo stesso: sfollare a sud, cioè alla fine in Sinai, in Egitto.

ONU

Il segretario generale Guterres ha consegnato al presidente del Consiglio di Sicurezza una lettera citando, per la prima volta da 34 anni, l’applicazione dell’articolo 99 della carta dell’ONU. L’art. 99 riguarda il pericolo per la pace mondiale.

Anche il procuratore della Corte penale internazionale, Khan, ha ravvisato i crimini di guerra e contro l’umanità, da parte di Israele, nell’impedimento delle forniture di aiuti sanitari, acqua, cibo e carburanti alla popolazione civile.

Cisgiordania e Gerusalemme est

Rastrellamenti, incursioni, arresti e uccisioni in tutta la Cisgiordania. Le truppe corazzate sono penetrate a Tulkarem e assediato il capo profughi. Hanno sparate con i cannoni dei carri armati contro le case. I genieri militari hanno fatto esplodere le porte d’ingresso delle case di attivisti ricercati e sparato contro i familiari.

Anche la città di El-Khalil e le zone rurali intorno hanno vissuto un’offensiva delle truppe di occupazione, spalleggiate dai coloni. Il pretesto di queste operazioni militari è la sparatoria contro un posto di blocco da parte di un’auto in corsa. La zona è ermeticamente chiusa, non si può né entrare, né uscire.

La stessa Ramallah non si è salvata dall’incursione dei soldati di Tel Aviv. È stata devastata una casa editrice e la relativa libreria.

Il totale degli arrestati in Cisgiordania, dal 7 ottobre, è arrivato a 3.686 persone portando i palestinesi nelle carceri israeliane ad oltre 10 mila detenuti, un terzo dei quali in arresto amministrativo, senza accusa e senza processo.

Libano

Intensi bombardamenti israeliani nel sud Libano, in zone sempre più estese. Sono morti ieri 3 civili libanesi sotto i rottami delle loro case o mentre lavoravano nei campi. Nel nord Galilea sono caduti stamattina 7 razzi ma non se ne conoscono gli effetti.

Il Libano ha denunciato Israele all’ONU per l’uccisione di un soldato all’interno della sua caserma nella zona di confine.

Il ministro della guerra israeliano, Galant, ha minacciato che Tel Aviv invaderà il territorio libanese, se non saranno ritirati i miliziani di Hezbollah a nord del fiume Litani, a 45 km dalla linea di demarcazione.

Iraq

Colpiti con droni due basi USA ad Al-Hareer, nel nord iracheno (Kurdistan), e Aiyn Assad nella provincia di Anbar. Secondo i militari di Washington non ci sono state né vittime né danni. Gli attacchi contro gli americani in Iraq e Siria vengono rivendicati da una sigla fantomatica, “Resistenza islamica in Iraq”.

Anche in Siria è stato registrato ieri il 47esimo attacco contro basi USA. Questa volta i droni hanno colpito la base aerea nella provincia di Hasaka.

Siria

Isis e turchi contro i curdi. Un’alleanza di fatto che colpisce nei territori dell’autonomia curda nel nord est della Siria. Miliziani di Daiesh hanno sparato, a Deir Azzour, contro un’auto che trasportava un imprenditore curdo e suo figlio. Questo attacco è il 153esimo dall’inizio dell’anno nella regione autonoma, da parte dei jihadisti.

Le truppe turche di occupazione hanno cannoneggiato zone rurali di Hasaka con colpi di artiglieria. La base turca dalla quale sono partiti i colpi è quella di Ras Al-Ayin, città curda siriana di confine occupata. Non ci sono state vittime, ma soltanto gravi danni materiali. Un altro bombardamento turco nella provincia di Raqqa ha causato la morte di una donna e i suoi due bambini.

Arabia Saudita-EAU-Russia

Il presidente russo Putin ha compiuto una visita lampo negli Emirati arabi uniti e in Arabia Saudita. È stato ricevuto dall’emiro Mohammed Bin Zaied e dall’erede al trono saudita Mohammed Bin Salman. Al centro degli incontri la questione petrolifera, per mantenere stabili i prezzi con la riduzione della produzione. Putin aveva ridotto i suoi viaggi all’estero, a causa dell’incriminazione della Corte penale internazionale con l’accusa di deportazione di bambini ucraini in Russia. Aveva infatti disertato il vertice G20 in India e quello BRICS in Sud Africa. Abu Dhabi e Riad non hanno firmato il trattato di Roma e quindi non applicano le decisioni della CPI.

Notizie dal Mondo

Sono passati 21 mesi e 13 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina.

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