Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

08 marzo 2023.

Rassegna anno IV/n. 066

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I titoli:

Palestina Occupata: Rastrellamenti israeliani a Jenin e Nablus. 6 morti tra i palestinesi, decine di arresti e feriti.

Iran: Il regime annuncia arresti di responsabili degli avvelenamenti di ragazze nelle scuole femminili. Khaminei minaccia la pena di morte.

Somalia: I jihadisti Shabab hanno occupato una base militare a Chisimaio.

Tunisia: Il sindacato UGTT si prepara ad “una stagione di lotte per difendere i diritti dei lavoratori e la democrazia”.

Iraq: A 20 anni dall’invasione, il ministro della guerra di Washington torna sul luogo del crimine.

Le notizie

Palestina Occupata

Due attacchi militari simultanei contro Jenin e Nablus. A Jenin sono stati uccisi 6 palestinesi, quattro dei quali con un missile lanciato contro la casa dove erano asserragliati. Secondo l’esercito di occupazione tra di loro ci sarebbe anche l’autore dell’assassinio dei due giovani coloni ebrei assassinati la scorsa settimana a sud di Nablus. In tutte e due le città almeno 40 veicoli militari blindati sono penetrati nelle vie ed hanno assediato le case dei ricercati, ostacolati soltanto dal lancio di pietre della popolazione locale. Testimoni oculari hanno documentato con foto e video gli spari dei soldati contro le ambulanze, per ritardare e impedire la cura dei feriti.

Anche il villaggio di Hawara è stato ieri di nuovo teatro di incursioni dei coloni ebrei israeliani che abitano negli insediamenti illegali vicini. Hanno scorrazzato armati di pistole, pietre e spranghe di ferro. Hanno distrutto diverse auto, in modo completamente indisturbato. Sui social, sono stati postati video che mostrano i soldati israeliani mentre ballavano insieme ai coloni e gridavano: “Hawara conquistata!”.

Anche la spianata delle moschee di Al-Aqsa, a Gerusalemme est, è stata profanata dalle danze dei coloni ebrei israeliani, con il pretesto delle festività del Purim. Tutta la Cisgiordania è ermeticamente chiusa, fino a domani giovedì, per volontà del potere militare israeliano.  

Iran

Il ministero dell’interno ha annunciato i primi arresti per i casi di avvelenamenti delle ragazze nelle scuole. Non ha fornito né i nomi, né le condizioni nelle quali è avvenuto il loro arresto. Secondo i dati ufficiali pubblicati dai media governativi, sono circa 5 mila le ragazze colpite dall’inizio di novembre, in 230 strutture scolastiche dislocate in 23 province su un totale di 31 del territorio nazionale. Finora gli investigatori non sono riusciti ad individuare il gas utilizzato per diffondere il malessere nelle scuole femminili dell’Iran. Molte famiglie, preoccupate per le figlie, non le hanno mandate a scuola e manifestato davanti ai dipartimenti scolastici per chiedere alle autorità di proteggerle. La polizia ha usato la forza per disperderli. La vicenda sta scuotendo il potere degli ayatollah, che non sanno mettere fine ad un fenomeno pericoloso che mina il futuro del paese. La guida spirituale, Khaminei, non ha trovato di meglio che evocare la pena di morte per i responsabili. Il regime prima ha accusato un fantomatico complotto dei “nemici dell’Iran”, ma poi alcuni organi di stampa vicini al regime hanno avanzato l’ipotesi di una setta religiosa contraria all’istruzione femminile. Ma si tratta soltanto di congetture senza uno straccio di prova.   

Somalia

Il movimento jihadista somalo Shabab ha occupato una base militare nei pressi di Chisimaio, a circa 500 km ad ovest della capitale Mogadiscio. Un account social riferito ai jihadisti ha sostenuto che il gruppo ha conquistato la base e si è impossessato di una quarantina di veicoli militari e carri armati. Non si parla nel comunicato dei soldati uccisi e catturati. Il governo e l’esercito non hanno commentato le notizie, ma testimoni locali parlano di invio di soccorsi nella zona, per la ripresa del controllo sull’importante base militare. Dal suo insediamento, il nuovo governo somalo ha intensificato la lotta contro il movimento Shabab, sostenuto da caccia USA e truppe di paesi africani.  

Tunisia

Il sindacato dei lavoratori tunisini UGTT ha convocato a Hammamet il Consiglio federale dell’organizzazione, per fare il punto sulle lotte in difesa dei diritti dei lavoratori, la crisi economico-finanziaria e la crisi politica. Il segretario generale, Noueddine Tboubi, ha affermato con forza “la linea progressista del sindacato, la sua indipendenza e il suo impegno per un confronto nazionale per condurre il paese fuori dal pantano”.Una linea di scontro frontale con il presidente Saied, ma senza nominarlo. “Dall’altra parte c’è un muro di gomma. Abbiamo presentato le nostre proposte sulle questioni sindacali, in 27 documenti consegnati al governo, ma non abbiamo mai ricevuto risposte o convocazioni per il confronto”.Tboubi ha smentito anche le voci che volevano una sua possibile adesione al fronte dell’opposizione. “Noi siamo per una giustizia indipendente che operi contro la corruzione, senza ricevere ordini dal potere politico”, una frase che suona come condanna sia al presidente attuale sia alla condotta del partito islamista Ennahda, quando era al governo. Il sindacato è impegnato, con il comitato degli avvocati, con il Forum per i diritti sociali e economici e con la Lega tunisina per i diritti umani, in un piano di dialogo nazionale per uscire dalla crisi economica e sociale.    

Iraq

A 20 anni dalla criminale invasione USA dell’Iraq, il ministro della guerra di Washington, Austin, ha compiuto una visita segreta (non annunciata precedentemente) a Baghdad. Si è incontrato con il premier Soudani e ha passato in rassegna le truppe statunitensi ancora in stanza in Iraq. Ipocritamente ha affermato nella conferenza stampa: “Le nostre truppe sono impegnate a rimanere in Iraq su richiesta del governo di Baghdad”. L’invasione di Bush e Blair del 19 marzo 2003 ha distrutto l’Iraq, ucciso un milione di civili, portato il jihadismo e creato l’instabilità permanente.

Notizie dal mondo Sono passati un anno e 12 giorni dall’avvio dell’invasione russa dell’Ucraina. Il conflitto non accenna ad avviarsi verso una soluzione negoziale. Secondo Il NYT, informazioni di intelligence USA sostengono che un gruppo militare ucraino ha sabotato il gasdotto Nordstream che collega Russia e Germania.

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Domani, al Comun di Cutro, ore 14:00, manifestazione nazionale contro la politica del governo delle destre in materia di immigrazione e salvataggi. “No alle loro passerelle sui nostri morti. Contestiamoli!”. Qui le vignette dell’ottimo Mimmo Lombezzi).

AssoPacePalestina ha invitato in Italia una delegazione degli attivisti palestinesi di Masafer Yatta, l’area minacciata di sgombero per far posto ai coloni, nei pressi di El-Khalil (Hebron). Le iniziative si terrano dal 12 al 22 marzo 2023. (Qui il sito)

Il 21 marzo è il Nawruz dei popoli della Mesopotamia. In modo particolare, per il popolo curdo è anche un giorno di lotta e speranza. Ecco il calendario delle iniziative per festeggiare con un impegno preciso di solidarietà QUI.

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Approfondimenti:

Una strada battuta. Il pogrom di Huwara

di Yuval Abraham, giornalista e attivista israeliano.

Traduzione di Andrea Rivas

1 commento

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