Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

22 ottobre 2021

Rassegna anno II/n. 114

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I titoli

Sudan: Milioni di manifestanti sono scesi nelle piazze per dire no al ritorno del regime militare.

Libia: Ritiro dei mercenari russi e siriani è la richiesta del governo libico alla Conferenza di Tripoli.

Yemen: L’aeronautica saudita bombarda Sanaa, capitale dello Yemen.

Siria: Eseguite 24 condanne a morte per gli incendi dolosi che hanno divorato migliaia di ettari lo scorso anno.

Turchia: Arrestati 15 agenti del Mossad israeliano.

Palestina Occupata: Sciopero della fame di 3 detenute palestinesi nelle carceri israeliane.

Sud Sudan: 40 morti e 700 mila sfollati per le alluvioni.

Le notizie

Sudan

Un fiume in piena! (Qui le immagini video sul sitosudanese Ahdath Saa’a). Centinaia di migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per dire no al ritorno del regime militare. A Khartoum e in tutte le città del paese, il successo dei sindacati e delle forze progressiste è fuori discussione. Secondo stime giornalistiche la partecipazione in tutto il paese ha toccato i tre milioni. “Indietro non si torna”, lo slogan più scandito. Manifestazioni pacifiche che non hanno registrato azioni violente, tranne ad Omdurman, davanti alla sede del Parlamento, dove la polizia ha sparato, ferendo 7 persone.

Una risposta popolare inequivocabile che chiede il ritorno dei militari nelle caserme e la consegna del potere nelle mani dei politici civili, per completare il processo istituzionale accordato tra le parti nel 2019, dopo la caduta del regime dittatoriale di Omar Bashir. È rimasto isolato e minoritario il presidio che dura da 7 giorni davanti al Palazzo presidenziale delle forze politiche pro esercito, un gruppo di un centinaio di persone che chiedono le dimissioni del governo.

Un primo effetto di questa mobilitazione è l’incontro avvenuto ieri sera tra il generale Burhan e il premier Hamdouk.

Libia

Successo per la conferenza organizzata a Tripoli dal governo Dbeiba. 31 delegazioni internazionali, con rappresentanze di alto profilo, hanno ascoltato i piani che il nuovo governo di unità nazionale sta cercando di costruire in collaborazione con la comunità internazionale. “La presenza dei mercenari preoccupa tutti i libici e devono essere ritirati”, ha detto il premier. La ministra degli esteri, Najlaa Manqoush ha confermato che le elezioni si terranno nella data prestabilita, il 24 dicembre 2021. Ad ascoltare queste parole vi erano i rappresentanti di Turchia e Russia, i due paesi dai quali provengono le maggiori difficoltà per il processo negoziale libico-libico. A livello interno, il successo della conferenza mette all’angolo i militaristi e la fratellanza musulmana.

In serata di ieri si è tenuta una sessione della Conferenza a porte chiuse, per affrontare i piani operativi del ritiro dei mercenari con la supervisione di osservatori dell’ONU non armati. Il comunicato finale sottolinea questi punti, ma non delinea una scadenza per il ritiro dei mercenari e questo aspetto mette in dubbio la possibilità che le elezioni si possano tenere nella data prefissata.

Yemen

L’aeronautica saudita ha bombardato la capitale yemenita Sanaa, sotto il controllo dei ribelli Houthi. Lo afferma un comunicato dell’esercito di Raid, sostenendo di aver colpito un covo dei ribelli, i quali stavano preparando attacchi contro il territorio saudita. I rivoltosi houthi hanno confermato l’attacco che ha colpito una caserma del genio militare. L’escalation del conflitto avviene il giorno dopo la condanna del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per le azioni degli Houthi contro il territorio saudita.

Siria

Le autorità di Damasco hanno eseguito 24 condanne alla pena capitale nei confronti di persone accusate di incendi dolosi. Ci sono altri 11 condannati all’ergastolo e 5 minorenni a pene tra i 5 e i 10 anni di reclusione. Il comunicato del Ministero della Giustizia li definsce “criminali che hanno compiuto atti terroristici”. Gli incendi hanno divorato lo scorso anno 13 mila ettari di terreni agricoli, 11 mila di bosco e lambito 280 paesini e villaggi, provocando la morte di 3 persone e migliaia di capi di bestiame.

Turchia

In quattro operazioni simultanee, le forze speciali turche hanno arrestato 15 agenti del Mossad israeliano. Le indagini sono continuate per un anno e, secondo l’agenzia Anadolu, i sospettati sono stati seguiti nei loro contatti con ambienti di studenti siriani e palestinesi, per raccogliere informazioni sui loro studi in ingegneria nelle facoltà universitarie turche. Gli arrestati sono stati inchiodati dai trasferimenti di denaro provenienti da Israele. Il governo di Tel Aviv non ha commentato i fatti e la stampa israeliana ha pubblicato le notizie a riguardo, citando fonti di Ankara.

Palestina Occupata

Tre detenute palestinesi sono in sciopero della fame dal 17 ottobre, per protestare contro i maltrattamenti subiti e in solidarietà con altri detenuti anche loro in sciopero dall’inizio di ottobre. La notizia è stata data da Hiam Rajoub, moglie di un militante in prigione, liberata martedì dopo 50 giorni di carcere. Le autorità carcerarie israeliane hanno messo in atto misure punitive collettive, in seguito al tentativo di fuga spettacolare dal carcere di Gilboa. Alle tre detenute in sciopero della fame sono state vietate le visite dei parenti.

Sud Sudan

Secondo i rapporti dell’ONU, 700 mila persone sono state costrette a sfollare a causa delle alluvioni che hanno colpito diverse zone del paese. Almeno 40 i morti, oltre ai danni per le case, i terreni agricoli, i raccolti e gli animali da pascolo. È il terzo anno che la popolazione di 4 province del Sudan meridionale subisce alluvioni devastanti, a causa dei cambiamenti climatici.

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