Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

1° dicembre 2021

Rassegna anno II/n. 154

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Nella rubrica Approfondimenti, pubblichiamo una recensione dell’arabista prof.ra Jolanda Guardi sul libro “Il Bianco e il Nero” della scrittrice algerina residente in Italia, Amal Bouchareb.

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I titoli

Iraq: I risultati finali delle elezioni confermano la sconfitta dei partiti filo iraniani.

Siria: Appello di Amnesty International per salvare 27 mila minori stranieri orfani di jihadisti ISIS.

Palestina Occupata: Irruzione di coloni nei luoghi di culto islamico a Gerusalemme est occupata.

Libia: Il ministro dell’Interno ammette che non sarà possibile garantire la sicurezza del voto.

Tunisia: Accordo con l’Italia per il rimpatrio dei migranti.

ISIS/Daiesh: Condannato in Germania per genocidio contro il popolo yazidi un miliziano ISIS.

Turchia: Imprigionato “per spionaggio” un politico oppositore di Erdogan

Le notizie

Iraq

La Commissione elettorale ha comunicato i risultati definitivi delle elezioni politiche del 10 ottobre, dopo il riconteggio manuale delle schede cartacee in 5 regioni. I risultati trasmessi rispecchiano il quadro dei vincitori e dei perdenti, precedentemente comunicati. Sono cambiati i risultati di 5 seggi su un totale di 330. Il dibattito politico verte ora su quale tipo di alleanze per il nuovo governo e chi lo guiderà. I partiti sciiti filo-iraniani, usciti perdenti, reclamano un governo di unità nazionale che li inglobi. La lista Saieroun (In Cammino) del predicatore imam Mouqtada  Sadr, primo gruppo parlamentare con 73 seggi confermati, intende formare una coalizione di maggioranza delimitata da un programma politico che respinge ogni interferenza straniera, sia statunitense ed occidentale sia iraniana.

Sull’inchiesta riguardante l’attentato contro il premier Al-Kadhimi, si registrano importanti novità di rilievo. Sono sparite le impronte digitali sull’obice inesploso, l’ufficiale incaricato delle indagini ha ritrattato e adesso sostiene che la bomba è stata fatta esplodere prima di prendere le impronte. Sono stati arrestati per negligenza 8 alti ufficiali dell’esercito e delle forze di sicurezza. L’attacco è stato compiuto, il 7 novembre, con due droni che hanno lanciato missili sulla casa del premier, il quale è rimasto illeso. (Vedi il video dell’esplosione)

Siria

Un appello di Amnesty international chiede di salvare gli oltre 27 mila bambini, figli di daieshisti stranieri, raccolti con le loro madri nei campi profughi della Siria orientale, sotto amministrazione delle Forze Democratiche siriane a guida curda. Nel comunicato si legge: L’insicurezza è sempre più imperante. Nel 2021, secondo Save the Children nel campo di Elhol sono state uccise 79 persone, tra cui tre bambini e altri 14 minori sono morti in circostanze non chiarite. Le insopportabili condizioni di vita hanno dato luogo a gravi problemi di salute mentale, aggravati dalla mancanza di servizi di sostegno sociopsicologico”. L’organizzazione per la difesa dei diritti umani fa un appello ai paesi di origine di assumersi le loro responsabilità: “Per le persone di nazionalità non siriana – cittadini iracheni e di stati terzi – l’unica possibilità di lasciare il campo di Elhol consiste nel rimpatrio. L’Iraq ha avviato un programma, seppur lento, di rimpatri. Nella maggior parte dei casi, gli altri Stati sono riluttanti a impegnarsi nel rimpatrio dei bambini e delle bambine”.

(leggi il comunicato in Italiano)

Palestina Occupata

Oltre 200 coloni israeliani sono entrati nelle spianate delle moschee di AlAqsa a Gerusalemme Est, scortati dalle forze di occupazione.  

L’irruzione dei coloni, che si sono messi a intonare canzoni e balli nel luogo di culto, mira a creare dei fatti compiuti per riappropriarsi di quello che loro chiamano il Monte del Tempio. La polizia israeliana ha bloccato le porte di accesso ai palestinesi e si è scontrata con i fedeli che hanno tentato di allontanare i profanatori della moschea. Decine di feriti, tra i quali uno grave e alcuni arresti.

Libia

Il ministro dell’Interno, Khaled Mazen, e la ministra della Giustizia, Halima Abdulrahman, hanno dichiarato: “Se permarranno le condizioni attuali di impossibilità di svolgere l’attività giudiziaria, per i ricorsi sui decreti elettorali, non sarà possibile garantire la sicurezza delle operazioni di voto”. Domenica scorsa è stato impedito al legale di Seif Isalm Gheddafi di presentare al Tribunale di Sebha il ricorso contro l’esclusione della candidatura. Truppe corazzate hanno circondato il Palazzo di Giustizia, non facendo passare funzionari e giudici. Vengono accusate di queste azioni di forza le formazioni dell’esercito di Haftar, anche lui candidato e teme la concorrenza del figlio dell’ex dittatore. A questi sviluppi si aggiunge l’esclusione del premier Dbeiba, dopo il ricorso contro la sua candidatura. Dbeiba non si è dimesso dall’incarico 3 mesi prima del voto, così come prevede la legge elettorale ed inoltre ha una seconda cittadinanza, quella canadese, altro motivo di esclusione.

Nel pasticcio elettorale libico, il governo italiano ha una doppia posizione: quella ufficiale è favorevole alle elezioni nella data prefissata per il 24 dicembre, come è stato approvato dall’ONU e dal vertice di Parigi, tenuto l’11 novembre con la partecipazione del premier Draghi; l’altra è per il rinvio delle elezioni, rivelata dalla ministra dell’Interno Lamorgese. Ieri il ministro degli esteri Di Maio è volato ad Ankara, il paese che tiene in Libia 20 mila mercenari siriani e sostenitore degli islamisti che si battono per il rinvio delle elezioni, perché sono sicuri di perderle.

Turchia

Le autorità giudiziarie turche hanno imprigionato l’oppositore, Metin Gurcan per le sue critiche al riavvicinamento diplomatico tra Ankara ed Abu Dhabi. Gurcan è uno dei fondatori del Partito per la Democrazia e il Progresso (DEVA). L’accusa a lui rivota è gravissima: “spionaggio politico e militare”, per un suo incontro pubblico con degli ambasciatori occidentali. Il leader del DEVA, l’ex primo ministro Alì Babacan ha respinto le assurde accuse: “Gurcan non possiede nessuna informazione di carattere militare, perché semplicemente lui non è un funzionario dello Stato. È stato arrestato per le sue idee politiche di contrasto con la linea fallimentare del governo”.

Tunisia

Il deputato tunisino, Majdi Karbayi, ha rivelato che è stato recentemente rinnovato, modificandolo, un vecchio accordo bilaterale con l’Italia in materia di rimpatrio. In cambio di un finanziamento dell’UE di 8 milioni di euro, la Tunisia accetterà il rimpatrio dei migranti tunisini e quelli di altre nazionalità, ma provenienti dalle coste tunisine. L’accordo prevede anche il pattugliamento da parte della guardia costiera tunisina della zona di mare confinante con le acque territoriali libiche, per catturare le barche e riportare i migranti nei porti tunisini. “È grave che il governo abbia deciso, in cambio di briciole, di fungere da cane da guardia dei confini sud dell’Europa”, ha commentato Karbayi in una trasmissione televisiva. L’accordo prevedrebbe il rimpatrio di 40 tunisini per ogni volo di linea della Tunisair, tre volte alla settimana.

ISIS/Daiesh

Il tribunale di Francoforte ha condannato all’ergastolo un miliziano di Daiesh/Isis per il crimine di genocidio contro il popolo yazidi. L’iracheno Taha Al-Jamili, dopo la sconfitta di Daiesh, è fuggito in Turchia e poi in Grecia, per chiedere asilo politico in Europa. In un campo profughi greco è stato riconosciuto da una donna yazida, madre di una bimba che lui aveva assassinato. È la prima condanna di un tribunale che riconosce come genocidio le azioni dei daieshisti contro la popolazione yazidi in Iraq. Una sentenza che farà giurisdizione e metterà fine all’impunità dei criminali dell’Isis. La madre della bambina ha testimoniato davanti ai giudici raccontando lo strazio della figlia di 5 anni, comprata come schiava da Al-Jamili e, per castigo, lasciata morire incatenata ad una finestra sotto il sole cocente. Il fatto è avvenuto a Falluja nel 2015. Le atrocità dei jihadisti del fu falso califfato sono note. Una commissione dell’ONU ha raccolto le prove del genocidio: oltre 1200 uomini assassinati, 10 mila donne e bambini venduti come schiavi o costretti ad arruolarsi come bambini soldato. Altre decine di migliaia cacciati dalle loro case e terre. La Nobel per la Pace 2018, Nadia Murad, anche lei vittima sopravvissuta ai crimini dell’Isis, ha commentato: “È una vittoria per i sopravvissuti e per tutti gli yazidi. La giurisdizione universale mette fine all’impunità degli assassini”.

Approfondimenti

Il bianco e il nero

Romanzo di Amal Bouchareb*

Recensione di Jolanda Guardi**

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