Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

04 dicembre 2021

Rassegna anno II/n. 157

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I titoli

Iran: Il negoziato di Vienna non decolla. Pausa per consultazioni con i rispettivi governi.

Libano: A causa delle pressioni saudite, il ministro Miqrahi si è dimesso “per salvare gli interessi nazionali”.

Siria: Un torturatore dei servizi processato in Germania.

Libia: Sparizione forzata di un giornalista.

Afghanistan: Una carta dei diritti delle donne, senza menzionare istruzione e lavoro.

Emirati Arabi Uniti: Macron il piazzista. Firmato un contratto di quasi 2 miliardi di euro per caccia Rafal ed elicotteri.

Le notizie

Iran

Gli incontri di Vienna sono stati sospesi per le consuete consultazioni delle delegazioni con i propri governi. I tre paesi dell’Unione Europea – secondo rivelazioni stampa – hanno definito le due proposte iraniane “non serie”. Gli Stati Uniti invece chiedono all’Iran di non continuare la politica dei fatti compiuti. Il Segretario di Stato Blinken ha velatamente minacciato di ricorrere ad altre opzioni, cioè a quelle militari. Il capo negoziatore iraniano Baqiri ha ribadito che il suo governo è disponibile alle trattative, ma non accetta minacce. Riferendosi alle dichiarazioni del ministro israeliano Gantz, senza nominarlo, ha affermato: “Se si azzardano a colpire l’Iran, per loro sarà la fine”. Si tornerà al negoziato la prossima settimana.  

Libano

Il ministro delle comunicazioni, Miqrahi, ha rassegnato le dimissioni. Era stato al centro di una crisi diplomatica tra il Libano e i paesi del Golfo, per una sua frase pronunciata prima di diventare ministro che riguardava la guerra in Yemen. Ha espresso una verità che però la famiglia reale a Riad non vuole sentire. Dopo un lungo braccio di ferro nel governo, Miqrahi ha deciso di fare un passo indietro “per salvaguardare gli interessi del paese”. Le dimissioni sono avvenute prima dell’incontro tra il presidente Macron e l’erede al trono saudita Mohammed Bin Salman, perché il presidente francese intende compiere una mediazione per il ritorno alla normalità delle relazioni tra Riad e Beirut.

Siria

Un agente dei servizi segreti siriani, rifugiato dal 2012 in Germania, è sotto processo al tribunale di Konlenza per crimini contro l’umanità. Si chiama Anwar Arsalan ed ha 69 anni. Al momento del suo arrivo in Germania aveva chiesto protezione, dichiarando che era un agente dei servizi e temeva per la sua vita. Il pubblico ministero lo accusa per l’assassinio di 58 detenuti e per torture contro oltre 4 mila persone nel carcere di massima sicurezza “sezione Al-Khateeb” di Damasco. Durante l’udienza di ieri l’imputato non ha parlato, coprendosi la faccia con una cartella per non farsi fotografare. Il suo difensore ha letto una dichiarazione nella quale sostiene che il suo cliente non ha mai svolto incarichi di interrogatori in quel carcere. Era stato riconosciuto, in una strada di Berlino, da un rifugiato siriano, l’avvocato cacciatore di criminali del regime di Damasco, Anwar Allabani.

Arslan è stato arrestato nel 2019 e in tribunale hanno testimoniato decine di sue ex vittime. La sentenza è attesa per metà gennaio 2022. La Germania applica in questi casi il principio giuridico della giurisdizione universale, che ammette di perseguire crimini di guerra e crimini contro l’umanità anche se compiuti fuori dal territorio nazionale.

Libia

Un gruppo armato, formato da tre uomini in abiti civili, ha fatto irruzione nella sede dell’Ente pubblico per la stampa a Bengasi. Ha terrorizzato gli impiegati, costringendoli a stare accovacciati per terra e poi ha ammanettato e portato via il giornalista Seraje Mqassabi. I tre uomini sono saliti su un’auto di tipo militare senza targa. È avvenuto il 23 novembre, ma soltanto ieri, dopo 10 giorni di assenza senza far ritorno, la famiglia e gli amici hanno lanciato un appello per la sua liberazione. L’Ente pubblico per la stampa ha presentato denuncia al commissariato centrale, ma non è stata rintracciata nessuna notizia di un suo arresto. Una sparizione forzata che non lascia presagire nulla di buono per la sorte del giornalista.

Afghanistan

I taliban hanno pubblicato un documento riferito all’emiro del movimento, Hibatullah Akhundzadeh, riguardante i diritti delle donne. Il decreto usa parole forbite, studiate per apparire condivisibili anche dagli osservatori internazionali. Il decreto ordina ai ministeri ed alle amministrazioni di agire con determinazione per il rispetto dei “diritti delle donne”. In un altro passo del documento si legge: “La donna non è una proprietà, ma un essere umano che gode del diritto alla libertà […] Nessuno la può costringere al matrimonio”.

Il decreto però si guarda bene dall’esprimere il concetto di uguaglianza tra i generi oppure mettere nero su bianco il diritto allo studio e al lavoro per le donne.

Emirati Arabi Uniti

Durante la visita del presidente Macron a Dubai è stata annunciata la firma di un contratto tra gli Emirati e la Francia per la fornitura di 80 caccia da combattimento Rafal e 12 elicotteri. L’acquisto fa parte di un programma di cooperazione militare per il valore di 2 miliardi di euro. Gli EAU sono al quinto posto tra i clienti dell’industria militare francese, con una spesa di 4,7 miliardi di Euro.

Gli strumenti di morte francesi sono usati dagli emiratini nella loro guerra in Yemen.

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