Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

22 marzo 2022. 

Rassegna anno III/n. 080

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27 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. Stallo nei negoziati. L’esercito ucraino annuncia la ripresa di Makhariv. Zelensky rinnova la volontà di incontrare Putin e dichiara la disponibilità alla modifica della Costituzione “dopo un referendum popolare”. Oggi alle 11 parla in diretta video ai parlamentari italiani.

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I titoli

Sudan: Un giovane di 17 anni assassinato dalla polizia ad Omdurman.

Israele: Hacker pubblicano dati sensibili del capo del Mossad.

Palestina Occupata: Nuove accuse alle politiche di Apartheid del governo israeliano.

Tunisia: 25 morti e 35 dispersi in un naufragio al largo delle coste di Nabeul.

Turchia: Rinnovato l’arresto preventivo dell’imprenditore Kavala.

Arabia Saudita: Riad non garantirà le esportazioni in caso di continui attacchi Houthi.

Libano: Il governatore della Banca Centrale citato in giudizio per arricchimento illecito e riciclaggio.

Egitto: Una campagna contro la discriminazione delle donne in sala operatoria.

Le notizie

Sudan

Un giovane di 17 anni è stato assassinato dalle forze di polizia durante la manifestazione di ieri, indetta contro il colpo di Stato militare condotto dal generale Burhan. Centinaia di migliaia di persone hanno invaso le strade delle diverse zone urbane della capitale, divise dal Nilo. L’assassinio del ragazzo minorenne è avvenuto ad Omdurman. Secondo il Comitato dei medici è stato ucciso da una pallottola alla testa. Dal 25 ottobre non sono mai cessate le manifestazioni popolari contro i golpisti. Il paese è senza governo e la crisi economica sta impoverendo la popolazione, già provata da una dittatura durata oltre trent’anni.

Israele

Un gruppo hacker denominato “Mani aperte” ha pubblicato su un canale Telegram documenti riservati su David Barnea. capo del servizio estero israeliano Mossad. Il quotidiano di Tel Aviv, Yediot Aharonot, ha scritto che si sospetta siano hackers iraniani. L’attuale capo del Mossad ha iniziato il suo incarico nel giugno 2021. Il servizio estero israeliano ha compiuto tanti atti di terrorismo internazionale contro intellettuali palestinesi, come lo scrittore Ghassan Kanafani, il vignettista Naji El-Alì, l’intellettuale Wael Zueiter e molti altri dirigenti dell’OLP. Di recente, in Iran sono avvenuti attentati ed attacchi nei siti nucleari o contro scienziati, che la stampa israeliana ha condotto al Mossad.

Palestina Occupata

Il centro di studi giuridici dell’Università di Harvard (IHRC) ha bollato la politica di Israele contro i palestinesi come un sistema di discriminazione razziale Apartheid. Il rapporto è stato redatto in collaborazione con l’associazione palestinese Addameer. È il terzo rapporto di un ente internazionale, dopo quelli di Amnesty International (QUI febbraio 2022) e Human Right Watch (QUI aprile 2021), che accusano il governo, l’esercito ed i coloni israeliani di compiere atti di discriminazione razziale. In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, il 21 marzo, a Londra un gruppo di attivisti hanno apposto una targa sulla via dove ha sede l’ambasciata di Tel Aviv, rinominandola via dell’Apartheid.

Tunisia

È salito a 25 il numero delle vittime del naufragio avvenuto nei giorni scorsi al largo delle coste tunisine. Lo ha comunicato l’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), sostenendo che la barca era partita dal porto Nabuel, nel nord est, con a bordo 60 persone. I dispersi, che non ci sono più speranze di trovarli vivi, sono 35.  Un gruppo di associazioni runisine hanno emesso un comunicato nel quale esortano le istituzioni ad intensificare le ricerche e il monitoraggio delle acque territoriali, per salvare vite umane.

Turchia

Il Tribunale di Istanbul ha rinnovato per l’ennesima volta l’arresto dell’imprenditore Kavala, in carcere senza processo dall’ottobre 2017. Il suo avvocato ha accusato la magistratura di totale dipendenza dall’esecutivo ed ha denunciato la repressione della manifestazione pacifica dei sostenitori che hanno alzato cartelli di protesta, davanti alla sede del Tribunale. Il caso di Kavala è stato oggetto di un pronunciamento della Corte europea per i diritti umani e una presa di posizione del Consiglio d’Europa. Le accuse rivolte a Kavala sono sostegno alle manifestazioni studentesche e di partecipazione al tentato colpo di Stato del 2016, accuse che mancano del minimo supporto documentale e che sono respinte dall’accusato. Kavala rischia una condanna all’ergastolo.

Arabia Saudita

Il ministero degli esteri saudita ha dichiarato che a causa degli attacchi degli Houthi yemeniti il regno non sarà in grado di garantire la quota di esportazione del greggio. “In questa fase delicata del mercato dell’energia, gli impianti dell’Arabia Saudita sono sottoposti ad attacchi terroristici. La comunità internazionale deve agire per la sicurezza energetica di tutti”, riporta l’agenzia di stampa ufficiale. Il regno saudita è il primo esportatore di petrolio (7 milioni di barili al giorno) ed il terzo produttore mondiale, dopo Stati Uniti e Russia.

Libano

Il governatore della Banca Centrale, Riad Salameh, è stato citato in giudizio per arricchimento illecito e riciclaggio. Da un anno, Salameh si rifiuta di comparire davanti alla giudice, Raghda Aoun, per l’interrogatorio di garanzia, costringendo la magistratura al ritiro del suo passaporto e impedirgli di espatriare, oltre al sequestro del patrimonio. La posizione del governatore si è aggravata in seguito all’interrogatorio di suo fratello, suo socio d’affari, che ha ammesso che le ville possedute a Parigi sono in realtà di proprietà della Banca Centrale. Le rivelazioni delle carte della Credit Suisse hanno incastrato il governatore, scoprendo conti correnti a lui intestati per milioni di dollari, di origine sospetta. Salameh è governatore da più di trent’anni ed è il principale responsabile delle politiche monetarie che hanno portato al crollo del valore della lira di oltre il 90% dal 2019, causando la crisi finanziaria più grave nel mondo dal 1850.

Egitto

Ha suscitato scalpore in Egitto il caso di una donna che soffriva di cancro alle ovaie, ma che non aveva potuto sottoporsi all’intervento chirurgico, perché mancava l’autorizzazione del marito, con il quale è in litigio. 

Della donna si conosce soltanto il nome: Mariyam. Il suo caso è stato reso pubblico sui social da una stella del cinema egiziano, la regista Neven Shalaby, che ha protestato e chiesto l’intervento delle autorità per aggirare l’ostacolo assurdo. “Noi tutte diciamo: Il corpo è mio e di nessun’altro!”, ha scritto Shalaby, “Mariyam potrebbe morire per una legge assurda”. La causa di Mariyam è stata presa in carico da una rivista “Speak Up”. La redazione ha contattato l’ordine dei medici per sensibilizzare la categoria al caso. Dopo la clamorosa denuncia e la protesta di molte donne, il primario dell’ospedale ha visitato Maryam e l’ha ricoverata d’urgenza per l’intervento, dribblando così il consenso del marito.

Grazie alla mobilitazione sul web, il caso di Mariyam è finito bene. La questione delle disposizioni discriminatorie nella legge egiziana, però, rimane in piedi e molte donne impegnate nel mondo dell’arte, del giornalismo e della letteratura hanno ingaggiato una campagna con l’hashtag in arabo: #il_corpo_è_mio.

Approfondimenti

Prigionieri curdi in Turchia: Una cartolina per il Newroz

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2 commenti

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