Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

27 marzo 2022. 

Rassegna anno III/n. 085

Per informazioni e contatti manda un messaggio

Per ascoltare l’audio:

Le vignette sono QUI

32 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. È una guerra per procura tra Stati Uniti e Russia. Vittima la popolazione ucraina. Bombardate Kiev e Lviv (Leopoli) e Chemihiv. Colpito il laboratorio nucleare di Kharkiv. In pericolo la navigazione nel Mar Nero: le mine marine vaganti sono arrivate sulle coste di Istanbul.

Avviso:

Oggi, 27 marzo 2022, alle ore 18:00 si terrà, in modalità online, l’Assemblea dell’Associazione “Anbamed, aps per la Multiculturalità”. Tutti gli abbonati ed i collaboratori, anche non iscritti, possono chiedere il link per parteciparvi: anbamedaps@gmail.com

Sostieni Anbamed

Questa rassegna sopravvive grazie ai contributi dei suoi lettori e ascoltatori.

Ricordati che anche il più grande oceano è fatto di gocce!

Ecco i dati per il versamento:

Associazione Anbamed, aps per la Multiculturalità

Iban: IT33U0891382490000000500793

Bic: ICRAITRRPDO

I titoli

Yemen: In mezzo a bombe, missili e droni si annunciano tregue impossibili.

Medio-Oriente: Anche l’Egitto si aggiunge al tavolo di Blinken a Tel Aviv.

Iraq: Fallisce il secondo tentativo per l’elezione del capo dello Stato.

Afghanistan: Le ragazze manifestano a Kabul per il ritorno a scuola.

Libia: Il premier incaricato Basha-Agha annuncia che assumerà presto le sue funzioni a Tripoli.

Le notizie

Yemen

L’aviazione saudita ha sferrato duri attacchi contro Sanaa e Hodeida, in risposta al lancio di droni e missili sugli impianti petroliferi a Gedda, da parte dei ribelli yemeniti Houthi. Secondo il comando saudita, sono state colpite le basi di lancio di droni e missili nell’aeroporto di Sanaa e nel porto di Hodeida. I ribelli dopo il duro attacco di venerdì, contro gli impianti petroliferi sauditi, hanno proposto una tregua di tre giorni “Che potrebbe prolungarsi in caso Riad bloccasse gli attacchi aerei e permettesse la riapertura del porto di Hodeida e dell’aeroporto di Sanaa”. Il giorno 29 si apre a Riad, per iniziativa del Consiglio di Cooperazione del Golfo, un incontro per il dialogo yemenita, che gli Houthi hanno boicottato. Dovrebbe essere dichiarata una tregua unilaterale saudita per il mese di Ramadan (2 aprile). Quella yemenita è una guerra che dura da 7 anni alimentata dalle esportazioni di armi e dall’invio di mercenari.

Medio-Oriente

Il segretario di Stato Usa Blinken è arrivato a Tel Aviv, prima tappa di un giro diplomatico che toccherà Ramalla, Algeri e Rabat. Al centro del dibattito la questione energetica e l’Iran. In Israele, Blinken parteciperà ad un incontro diplomatico inedito, che metterà insieme per la prima volta i ministri degli esteri di Emirati, Bahrein, Marocco insieme a quello israeliano. Dal Cairo arrivano le conferme che anche Shokri, il ministro degli esteri egiziano, raggiungerà Tel Aviv per prendere parte a questo incontro. È possibile la partecipazione anche del ministro degli esteri giordano. La questione palestinese è stata abbandonata dalle cancellerie arabe.  

Iraq

A sette mesi dalle elezioni, per la seconda volta il Parlamento iracheno non è riuscito a eleggere il nuovo presidente della Repubblica. A causa del boicottaggio di una parte dei deputati sciiti non è stato possibile raggiungere il numero legale (i due terzi). Sono 40 i candidati, ma solo due hanno la possibilità di essere eletti, in caso di un eventuale accordo politico tra il “Coordinamento” dei partiti sciiti filo iraniani e “l’alleanza per la nazione”, formata da curdi e sunniti con la componente sciita del predicatore Mouqtada Sadr. I due candidati credibili sono l’attuale presidente Burhom Saleh e il ministro dell’Interno del Kurdistan, Riber Ahmed. La Costituzione irachena, voluta dagli USA, ha introdotto la spartizione etnico-confessionale degli incarichi istituzionali, assegnando la presidenza della Repubblica alla componente curda.

Afghanistan

Insegnanti, studentesse e attiviste hanno manifestato a Kabul contro la chiusura delle scuole femminili. La marcia è iniziata con il raduno davanti alla sede del Ministero dell’Istruzione, per avviarsi poi fino al centro città. Le ragazze erano vestite con l’uniforme scolastico e portavano cartelli scritti a mani, chiedendo il ritorno alle scuole e al lavoro. La manifestazione non è stata impedita dalle milizie taliban. Mercoledì scorso, un milione di ragazze si erano preparate a frequentare le scuole medie e superiori, ma all’improvviso è arrivato l’ordine di tornare a casa.  Senza nessuna spiegazione. La sorte del futuro delle donne afghane è sospesa ad una frase di consenso del capo del movimento integralista, Akhunzadeh.  

Libia

Il premier incaricato Basha-Agha ha annunciato, in un’intervista al portale Al-Wasat, che il suo governo si insedierà ufficialmente a Tripoli, senza specificare, né una data, né la modalità. L’attuale premier Dbeiba si è rifiutato di rassegnare le dimissioni e di passare le consegne, mobilitando le milizie a lui affiliate per presidiare l’aeroporto, le arterie di accesso principali e tutti i palazzi dei ministeri. I signori della guerra lucrano sulla mancanza di un esercito e polizia e si arricchiscono con gli ingaggi di protezione come milizie private. In realtà il loro lavoro è di destabilizzazione e non di garantire la sicurezza.

Approfondimenti

Prigionieri curdi in Turchia: Una cartolina per il Newroz

=============================================

Se continuiamo a tenere vivo questo spazio è grazie a te. Anche un piccolo contributo per noi significa molto. Torna presto a leggerci ed ascoltarci.

2 commenti

  1. […] Per ascoltare l’audio: clicca qui […]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *