Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

19 aprile 2022. 

Rassegna anno III/n. 108

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54 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. Cominciata l’offensiva per la conquista della regione orientale. Il pentagono addestra militari ucraini fuori dal territorio nazionale. 2,6 miliardi gli aiuti militari forniti da Wasington a Kiev. Catturati dai russi due mercenari britannici. Secondo Mosca, sono 30 i mercenari uccisi in un bombardamento nell’ovest dell’Ucraina.

Tra 5 giorni, il 24 aprile, Marcia della Pace Perugia-Assisi: “Fermatevi, la guerra è una follia!”.

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I titoli

Palestina Occupata: Missili israeliani su Gaza. Ieri, un razzo è stato lanciato dalla striscia contro il sud di Israele.

Kurdistan iracheno: Invasione turca nel nord dell’Iraq per inseguire i guerriglieri curdi.

Siria: Tensioni nel nord est della Siria tra governativi e combattenti curdi.

Somalia: Proiettili di mortaio contro la sede del Parlamento a Mogadiscio.

Yemen: Mistero sulle dimissioni del presidente Radi. Smentite voci di arresto ai domiciliari a Riad.

Le notizie

Palestina Occupata

Bombardamento israeliano all’alba di oggi sulla parte meridionale della striscia di Gaza. Non ci sono state vittime, ma soltanto danni materiali, secondo fonti palestinesi. L’esercito israeliano aveva annunciato ieri che un razzo è stato lanciato a partire da Gaza verso le colonie della cintura attorno alla striscia. Il sistema antimissili è entrato in funzione, ma il razzo sarebbe caduto in una zona inabitata. L’attività militare è legata alla situazione di tensione a Gerusalemme est. Anche ieri le forze di occupazione hanno fatto evacuare con la forza la spianata delle moschee, impedendo ai musulmani di compiere i riti di culto, per permettere ad un gruppo di coloni di fare un rito della Pasqua ebraica sul luogo di culto islamico, rivendicato come il monte del tempio. Nel frattempo sono proseguite le repressioni contro la popolazione nella Cisgiordania. Decine di feriti e di arrestati nelle incursioni dell’esercito israeliano in diverse città e villaggi. Una donna è morta in ospedale per le ferite subite.

Stamattina a New York si tiene una seduta al chiuso del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, per discutere della situazione nei territori palestinesi occupati, ma non ci si aspetta nulla da una diplomazia dai doppi standard.  

Kurdistan iracheno

L’esercito turco ha compiuto un’invasione del territorio iracheno nel Kurdistan. Truppe elio-trasportate e droni hanno attaccato, nelle montagne di confine, le basi del PKK. Il ministro della difesa di Ankara ha rivendicato l’incursione definendola preventiva, per impedire attacchi dei guerriglieri curdi contro il territorio turco. Un comunicato curdo denuncia questa invasione sostenendo che gli attacchi sono avvenuti contro campi profughi. Dal governo autonomo curdo e dal governo federale iracheno non si sono registrazioni reazioni. Il neo sultano Erdogan agisce indisturbato, forte anche del suo nuovo ruolo di mediatore tra russi e ucraini.

Siria

Tensione nel nord est della Siria tra le forze dell’autonomia amministrativa curda e le truppe fedeli al regime. A Qamishli e Hasaka, guerriglieri curdi hanno assediato le zone sotto il controllo dei governativi. Il motivo della tensione è la richiesta di rompere l’assedio ad un villaggio curdo della provincia di Aleppo. Le contraddizioni tra siriani rischiano di aprire la strada ad una maggiore occupazione turca del territorio. I militari russi, che nella zona hanno un compito di forza di interposizione e collegamento, hanno minacciato le forze democratiche siriane (i curdi) di lasciare mano libera all’esercito turco, in caso di mancata cessazione delle ostilità a Qamishli e Hasaka.   

Somalia

Il movimento Shebab ha attaccato ieri con colpi di mortaio la sede del Parlamento a Mogadscio. Almeno 7 persone sono rimaste ferite. In un comunicato sul web, il movimento qaedista ha rivendicato l’attacco. I deputati si accingevano ad eleggere il presidente dell’assemblea legislativa, per concludere le operazioni istituzionali e giungere al rinnovo delle alte cariche dello Stato e del governo. L’ultima fase è stata caratterizzata dallo scontro tra il primo ministro, Roble, e il presidente Farmajo. Le azioni dei jihadisti mirano ad impedire la stabilità istituzionale del paese e sfruttano le contraddizioni tra le forze politiche per prolungare la crisi.

Yemen

Un portavoce del governo yemenita ha assicurato che il presidente dimissionario Radi non è agli arresti domiciliari a Riad. La smentita è arrivata dopo la diffusione di voci sui retroscena delle sue dimissioni, la scorsa settimana, e il passaggio dei suoi poteri ad un consiglio presidenziale, formato da personaggi legati all’Arabia Saudita ed agli Emirati, i due paesi che hanno truppe in Yemen. Le rivelazioni sostengono che l’emiro Bin Salman ha imposto di persona il cambio al vertice dello Stato yemenita e non erano volontarie, come si è voluto far intendere durante i lavori del forum politico, tenuto a Raid tra circa 500 personalità provenienti da tutte le realtà politiche e sociali yemenite.

Approfondimento

Pubblichiamo questo documento diffuso dall’Ufficio Informazione Kuridstan in Italia (UIKI). È un appello per contrastare mediaticamente il silenzio sulle azioni militari turche contro i territori curdi. Per una migliore comprensione del documento, segnaliamo che la terminologia geografica usata è quella riferita al territorio del Kurdistan storico, smembrato nel primo dopoguerra dalle potenze coloniali (Francia e Gran Bretagna). Quindi per Kurdistan meridionale si intende il territorio attualmente all’interno dei confini dell’Iraq ed amministrato autonomamente dai curdi. Per Kurdistan settentrionale si intende il territorio curdo rimasto all’interno dei confini della Turchia.

    Rompiamo il silenzio sulla recente invasione turca del Kurdistan meridionale

1 commento

  1. […] Per ascoltare l’audio: clicca qui […]

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