Per ascoltare l’audio di oggi, 13 maggio 2024:

Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica online fondata da Farid Adly.

Direttore responsabile Federico Pedrocchi)

Rassegna anno V/n. 127 (1378)

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Le notizie:

Genocidio a Gaza

I generali israeliani continuano senza freni la loro opera di sterminio del popolo palestinese a Gaza. Ieri, hanno compiuto 8 stragi con i bombardamenti sulle case civili, uccidendo 63 persone e ferendo altre 114.

Il totale delle vittime dall’inizio dell’invasione israeliana sono 35.034 uccisi e 78.755 feriti. Nei bombardamenti di ieri, sul quartiere Sabra di Gaza città, è stato ucciso un alto dirigente politico del Fronte Democratico per la liberazione della Palestina, Talal Abu Dharifa, membro dell’ufficio politico dell’organizzazione di sinistra palestinese.

I bombardamenti israeliani di ieri hanno riguardato sia il nord della Striscia, sia le zone orientali della città di Gaza e le due città del sud, Khan Younis e Rafah e gli annessi campi profughi costituiti da tende di plastica trasparente. Sono tre i fronti aperti che l’esercito israeliano conduce contro la popolazione, nel tentativo di prendere il controllo sul territorio. La stampa israeliana sottolinea la frustrazione dei soldati e ufficiali sul fronte che in mancanza di una direzione politica chiara della guerra, si trovano a combattere contro fantasmi. Per ben tre volte l’esercito ha dichiarato di aver ripulito la città di Gaza e il nord dai combattenti palestinesi, si è ritirato, ma poi è stato di nuovo costretto a ritornarvi con carri armati e intensi bombardamenti. I lanci dei razzi su Ashkelon di ieri hanno mostrato l’inefficacia della carneficina messa in atto dai generali e politici israeliani.

Washington, Londra e Germania dichiarano di essere contrarie all’offensiva di terra su Rafah, ma continuano a foraggiare Israele di armi offensive. Schizofrenia del capitalismo colonialista.

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Ospedali e crisi umanitaria

Il sistema sanitario palestinese nel nord di Gaza è al collasso. Le grandi strutture sono state trasformate deliberatamente in rovine, causando stragi tra gli sfollati, i ricoverati e il personale sanitario. Un crimine contro l’umanità che è rimasto impunito. Adesso l’esercito israeliano prende di mira la protezione civile palestinese che ha scoperto le fosse comuni. L’80% del personale operante nel nord e centro della Striscia è stato ucciso o arrestato e fatto sparire. I generali israeliani vogliono nascondere i loro crimini compiendo altri crimini.  

Secondo i dati forniti dal ministero della sanità, sono 500 i medici palestinesi assassinati dall’esercito israeliano, sia sotto i bombardamenti, sia con esecuzioni sommarie dopo il loro arresto.

L’occupazione del valico di Rafah ed i bombardamenti sulla città hanno aggravato le condizioni dei feriti palestinesi. Israele segue lo stesso schema: distruggere gli ospedali, per impedire la cura di chi si salva dalle sue bombe. La chiusura del valico impedisce inoltre il trasferimento all’estero i feriti gravi. Abdelkarem, un bambino di 11 anni, ha perso una gamba in un bombardamento con droni a Gaza. Doveva partire per salvare altra gamba ferita con un’operazione complessa in Egitto. Il viaggio è stato cancellato per l’occupazione israeliana del valico e la sua conseguente chiusura. “Adesso, perderò anche l’altra gamba”, ha detto ad un’equipe televisiva che lo ha intervistato.

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Cisgiordania e Gerusalemme est

Sono stati arrestati ieri 28 giovani attivisti palestinesi. Le operazioni di rastrellamento dell’esercito israeliano sono incessanti in tutte le città palestinesi della Cisgiordania.

A questa oppressione militare si aggiungono le scorrerie dei coloni armati che agiscono indisturbati sotto gli occhi dei soldati. Ieri notte, un gruppo di coloni ebrei armati ha attaccato le case nel villaggio di Jaloud, a sud di Nablus, lanciando pietre e bottiglie molotov contro le finestre e le auto, causando incendi e distruzioni. L’esercito è intervenuto soltanto quando i giovani del villaggio si sono organizzati ed hanno risposto con il lancio di pietre. L’esercito ha coperto la ritirata degli aggressori. È un copione che si ripete sistematicamente in queste operazioni di pulizia etnica strisciante.

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Corte di Giustizia Internazionale

L’Egitto ha aderito alla richiesta del Sud Africa di emettere un ordine per bloccare l’offensiva su Rafah e per l’accusa di genocidio contro la popolazione palestinese. Un comunicato del ministero degli esteri conferma il passo, che segna il deterioramento delle relazioni tra Il Cairo e Tel Aviv.

Il quotidiano israeliano Haaretz scrive che il governo Netanyahu teme che la Corte possa rispondere positivamente alla richiesta supplementare di Pretoria per il blocco dell’attacco su Rafah.

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Conferenza Anti Apartheid

Si è conclusa a Johannesburg la conferenza mondiale contro l’Apartheid israeliano. Il presidente sud africano Ramaphosa in un messaggio ha chiesto alle diplomazie del mondo di agire maggiormente per mettere fine alle persecuzioni subite dai palestinesi: “Non chiudete gli occhi di fronte al genocidio perpetrato dall’esercito israeliano a Gaza. Le gravi violazioni dei diritti umani perpetrate da Israele hanno raggiunto livelli incomprensibili di crudeltà, odio ed estrema oppressione violenta. Il mondo deve fare di più per porre fine alla persecuzione dei palestinesi, compresa quella di molte donne e bambini innocenti”.

Durante i tre giorni della Conferenza sono stati realizzati 128 panel per affrontare le varie tematiche della lotta contro l’Apartheid israeliano: dalla colonizzazione selvaggia alla deportazione dei palestinesi di Gerusalemme est, dal furto di terra alla sottrazione delle risorse idriche. Tra le decisioni importanti vi è quella della creazione di una segreteria permanente per il coordinamento delle azioni BDS a livello globale per il boicottaggio dei prodotti israeliani e delle società internazionali che collaborano con l’occupazione.

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Movimento studenti pro Palestina

Gli studenti dell’Università di Hopkins (Baltimora) hanno raggiunto un accordo con la direzione dell’ateneo per la conclusione dell’occupazione, condizionata all’accelerazione della rottura delle relazioni accademiche con Israele.

La facoltà Trinity dell’Università di Cambridge ha ritirato i propri investimenti e collaborazioni con le società che forniscono armi a Israele. In particolare sono stati ritirati gli investimenti nell’israeliana Elbit Systems che produce l’85% dei droni usati dall’esercito israeliano.

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Tunisia

Altri arresti in Tunisia. Questa volta due giornalisti rei di aver criticato l’operato del presidente Saied sulla questione immigrazione. Borhane Bsaiss, presentatore radiotelevisivo, e Mourad Zghidi, cronista, sono stati raggiunti da ordine di custodia cautelare. Il loro caso segue subito dopo quello dell’avvocata Sonia Dahmane, arrestata ieri l’altro in diretta TV, all’interno della camera penale, per dichiarazioni stampa riguardanti sempre le vicende della repressione dei migranti (vedi Anbamed di ieri QUI). Oggi, in tutto il paese, gli avvocati rispettano un giorno di sciopero, bloccando le attività dei tribunali.

Dal febbraio 2023, in Tunisia sono state compiute azioni repressive contro il dissenso e, in seguito agli accordi con l’UE, di inasprimento delle azioni xenofobe contro i migranti. Nel luglio 2021, il presidente Siaed ha preso in mano tutti i tre poteri (giudiziario, legislativo e esecutivo), promulgando leggi bavaglio che mandano in carcere preventivo, in attesa di conclusione indagini, anche per un semplice post critico pubblicato sui social, introducendo l’ambiguo reato di diffusione di notizie false.

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Sudan

Si intensifica lo scontro tra esercito e forze di Pronto Intervento per il controllo della città di Al-Fasher, capoluogo della provincia settentrionale del Darfur. L’esercito ha bombardato con i caccia le zone a nord della città dove sono attestate le truppe ex Janajweed. Qeste del canto loro hanno usato l’artiglieria pesante per bombardare le zone controllate dall’esercito. Secondo testimonianze raccolte dalle agenzie dell’ONU sarebbero stati uccisi in questi scontri 27 civili e feriti 130. Nella città si sono rifugiati 800 mila sfollati da altre zone del Darfur, in seguito alle azioni di genocidio compiute nei confronti della popolazione di origine africana.

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Iran-Niger

Uranio nigeriano all’Iran. Lo scrive il quotidiano francese Le Monde, confermando le rivelazioni di due settimane fa fatte dal sito Africa-Intelligence (QUI). La giunta militare di Niamey avrebbe intavolato contatti con gli iraniani per fornire a Teheran 300 tonnellate di Yellocake, il prodotto finale della raffinazione dei minerali che contengono l’uranio. Il monopolio dell’estrazione dell’uranio in Niger è nelle mani della società francese Urano. La Francia è stata all’origine dello sviluppo del nucleare israeliano negli anni Cinquanta e adesso ci riprova con l’Iran.

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Notizie dal Mondo

Sono passati due anni, due mesi e 19 giorni dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. I russi hanno conquistato 4 villaggi nei dintorni di Kharkiv. Kiev ammette la disfatta e parla di ritiro tattico. Putin licenzia il suo ministro della difesa, Shoigu ed ha proposto al suo posto nel nuovo governo, l’ex vice premier, Belousov.

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Mai Indifferenti. Voci ebraiche per la PACE leggi tutto

Approfondimenti

La spesa militare ci costa un mondo: il rapporto SIPRI QUI

[Finestra sulle Rive Arabe] “Il mare nella letteratura araba contemporanea”, di Antonino D’esposito. QUI
  • Due anni fa l’assassinio di Shireen Abu Akileh: QUI

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