Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

7 maggio 2022.

Rassegna anno III/n. 126

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72 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. Continua l’evacuazione dei civili dalle acciaierie di Azovstal, a Mariupol. Trattative per la resa dei militari assediati. Il presidente di turno del Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha rilasciato una dichiarazione concordata sulla situazione ucraina: “preoccupazione per la pace e la sicurezza ed un impegno per una soluzione negoziata”.

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I titoli

Israele: Il presidente palestinese Abbas condanna l’attacco di Elad.

Yemen: Liberati da Riad 163 prigionieri yemeniti, per consolidare la tregua.

Sudan: Presidio delle mamme dei detenuti politici davanti al carcere di Khartoum.

Tunisia: Il sindacato UGTT chiede un dialogo politico vero e non di facciata.

Egitto: Le organizzazioni per i diritti umani chiedono procedure certe per la liberazione dei detenuti politici.

Le notizie

Israele

Secondo la Stella di Davide Rossa, almeno tre dei sei feriti di Elad sono in gravi condizioni. La polizia israeliana è alla ricerca degli autori dell’attacco e il ministro della difesa, Gantz, ha deciso di prolungare la chiusura di Cisgiordania e Gaza fino a domenica. Secondo fonti giornalistiche di Tel Aviv sono stati identificati i due palestinesi che, con una pistola e un’arma bianca, hanno compiuto l’attacco, ma non sono stati ancora catturati. Sarebbero di Rummana, una cittadina vicino a Jenin. Secondo la scheda segnaletica hanno 19 e 20 anni e non appartengono a nessun’organizzazione politico-militare. È in corso la ricerca con elicotteri dell’auto con la quale i due si sono dileguati. Il presidente palestinese Abbas ha condannato l’azione sostenendo che “Uccidere i civili israeliani e i palestinesi non farà altro che accrescere le sofferenze dei due popoli”.   

Yemen

Un altro scambio di prigionieri in Yemen, per consolidare la tregua in corso dal 2 aprile. 163 prigionieri detenuti in Arabia Saudita sono stati rilasciati e consegnati alla Croce Rossa Internazionale. La maggior parte di loro sono stati trasportati in aereo da Abha, nel sud del regno saudita, verso Aden, dove ha sede il governo yemenita sostenuto da Riad, per raggiungere poi le loro famiglie. È un passo importante per la creazione di un clima di fiducia tra le parti belligeranti, per raggiungere nuovi obiettivi nel piano dell’ONU per una soluzione politica del conflitto. Le trattative diplomatiche tra Riad e Teheran sono sicuramente di aiuto per ridurre la tensione.

Sudan

Le madri dei detenuti politici hanno svolto un presidio davanti al carcere di Khartoum, per chiedere la liberazione degli arrestati durante le manifestazioni. Il presidio ha visto la partecipazione di migliaia di persone in solidarietà con i detenuti. Una madre ha raccontato che suo figlio è stato arrestato durante le manifestazioni all’inizio di ramadan (aprile) e finora non ha potuto visitarlo e il suo avvocato non lo ha potuto incontrare. Sono migliaia gli arrestati in queste condizioni dal 25 ottobre, giorno del colpo di Stato della giunta militare guidata dal generale Burhan. Secondo il comitato degli avvocati ci sono centinaia di spariti forzati che non si riesce a rintracciare in quale carcere siano trattenuti, a causa della mancata collaborazione di polizia e procura.  

Tunisia

Il sindacato UGTT ha respinto la proposta del presidente Saied di svolgere un dialogo politico per le riforme in Tunisia in assenza delle forze politiche. Nello stesso tempo, il sindacato ha rifiutato la creazione di istituzioni parallele da parte dei partiti dell’opposizione, “perché accentuano la rottura nella società”. Secondo l’organizzazione sindacale, premo Nobel per la Pace 2015, il dialogo deve essere inclusivo e vero, non soltanto formale per siglare piani già preparati altrove. Dal 25 luglio il Parlamento è sospeso e poi sciolto da parte del presidente Saied che si è assunto tutti i poteri. Recentemente il presidente ha annunciato l’apertura di un dialogo per l’approvazione delle riforme costituzionali, ma ha escluso i partiti dal confronto.

Egitto

Otto organizzazioni egiziane per i diritti umani hanno stilato un documento che delinea le basi per la liberazione di tutti i detenuti politici, che sono in arresto amministrativo senza accuse e senza processi. La proposta è un tentativo di rendere generalizzata l’azione della commissione parlamentare per l’amnistia che il presidente Al-Sissi ha riattivato lo scorso mese. I parametri introdotti sono atti a liberare la quasi totalità dei detenuti politici egiziani, che secondo le stime raggiugono la cifra di 60 mila, con accuse fotocopia come l’appartenenza a organizzazioni illegali per il solo fatto di aver espresso un’opinione critica sui social.

Approfondimento

Per la giornata mondiale per la libertà di stampa il 3 maggio pubblichiamo l’appello lanciato alla ministra britannica, Patel, per non autorizzare l’estradizione di Julian Assange verso gli Stati Uniti.

Echi dalla stampa araba n. 15

a cura di Francesca Martino

In questa rubrica riprendiamo in sintesi, ma fedelmente, opinioni, commenti ed editoriali apparsi sulla stampa araba, che valutiamo siano di un certo interesse per il lettore italiano.

La pubblicazione non significa affatto la condivisione delle idee espresse.

Il Sudan sull’orlo del collasso

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1 commento

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