Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

8 maggio 2022.

Rassegna anno III/n. 127

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73 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. Completata l’evacuazione dei civili dalle acciaierie di Azovstal. I militari assediati lanciano un appello: “Non lasciateci uccidere!”. Combattimenti nell’est ucraino. Missili nella notte su Odessa. Putin accusa Biden: “È in guerra contro di noi”.

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I titoli

Egitto: Offensiva Isis nel Sinai. 11 militari uccisi.

Siria: Droni USA bombardano base iraniana a Deir Azzour.

Israele: Proseguono le ricerche dei due attentatori di Elad.

Palestina Occupata: Colonie per gi ebrei israeliani e demolizione delle case di 8 villaggi palestinesi.

Yemen: Scontri tra le forze governative lascia sul terreno due alti ufficiali.

Iran: Una missione europea a Teheran per salvare il negoziato di Vienna.

Afghanistan: I taliban impongono il burqa alle donne.

Le notizie

Egitto

Un attacco armato dell’Isis Sinai ha lasciato a terra 11 morti tra i militari egiziani. Il comunicato dell’esercito non riporta le perdite degli assalitori. Obiettivo dell’operazione era una centrale idrica nella regione ovest della penisola. L’esercito sta inseguendo il gruppo armato nella parte centrale del Sinai e li sta accerchiando. La gravità dell’attacco è segnalata dall’intervento del presidente Al-Sissi, che si è detto sicuro che le forze armate non lesineranno sforzi per depennare il fenomeno terroristico degli jihadisti takfiri. Dal 2018 è in corso una grande lotta contro il cosiddetto Stato Islamico nel Sinai, con centinaia di soldati e ufficiali caduti negli agguati. Il numero degli armati uccisi – secondo il comunicato dell’esercito – sarebbe più di mille.

Siria

Il nord orientale della Siria è un terreno di scontro tra Stati Uniti e Iran, oltre ad essere sotto le mire della Turchia. Due esplosioni sono state sentite a Dei Azzour e secondo l’agenzia siriana Sana si è trattato di un bombardamento aereo da parte di droni di nazionalità sconosciuta. Obiettivo dell’attacco è una base militare delle milizie iraniane filo governative situata in un’isola nel fiume Eufrate, che attraversa la città. Secondo fonti locali, i droni sono statunitensi partiti dalla base di Tanf, nel sud della Siria, al confine con la Giordania.

Israele

La polizia sta cercando i due attentatori di Elad e sostiene che siano ancora in Israele e non siano tornati in Cisgiordania, da dove sono partiti per compiere l’attacco che ha causato l’uccisione di 3 persone e il ferimento di altri 6. Sono stati pubblicati i loro identikit e la descrizione dell’auto nella quale sono fuggiti, ma finora non sono stati trovati. Il padre di uno dei due giovani assalitori è stato interrogato per diverse ore, ma ha sostenuto che lui lavora in Israele da tre mesi e da allora non ha visto suo figlio di 19 anni. I rastrellamenti proseguono anche nei territori palestinesi occupati e soprattutto a Jenin. Reparti militari hanno invaso il villaggio dal quale sono riginari i due sospetti autori dell’attacco. Gruppi di coloni hanno attaccato villaggi palestinesi incendiando le auto parcheggiate. 38 palestinesi sono rimasti feriti negli scontri tra soldati e popolazione nei pressi di Nablus. L’esercito di occupazione ha demolito la casa della famiglia Giaradat, ad ovest di Nablus. Uno dei figli è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso un colono israeliano a Homesh, nello scorso dicembre.

Palestina Occupata

Il governo israeliano si accinge ad approvare un piano di costruzione di 4 mila case nelle colonie della Cisgiordania e Gerusalemme. La prossima settimana si riunisce la commissione edilizia per la decisione finale. Questo grave sviluppo di costruzioni e allargamento delle colonie ebraiche israeliane avviene in contemporanea con la decisione di demolire 8 villaggi palestinesi e la cacciata di oltre mille persone dalle loro terre, con il pretesto dichiarato di zona militare assegnata a poligoni di tiro.

Yemen

Scontri tra le diverse forze governative, nella provincia di Dhali’i, ha causato la morte di alti due ufficiali delle forze del consiglio transitorio, la corrente armata secessionista, sostenuta dagli Emirati arabi uniti. Le forze governative invece sono sostenute e armate dall’Arabia Saudita. Mentre il fronte militare con i ribelli Houthi segna una relativa calma in seguito alla tregua in vigore dal 2 aprile, si accentuano le contraddizioni all’interno della coalizione governativa. Non è stato chiarito il motivo che ha scatenato la battaglia all’interno della caserma centrale di Dhali’i.

Iran

Per scongiurare il fallimento dei negoziati di Vienna, l’Unione Europea ha inviato a Teheran il negoziatore Enrique Mora, per continuare il confronto con il governo di Teheran e tentare di non far naufragare definitivamente i colloqui. Le trattative di Vienna sul nucleare iraniano sono congelate dall’inizio della guerra in Ucraina. Lo stallo diplomatico rischia di far deragliare tutto lo sforzo atto a trovare un’intesa onorevole, per il ritorno di Washington all’accordo del 2015, abbandonato dallo sciagurato ex presidente Trump, su pressioni dell’allora premier israeliano Netanyahu. I rapporti di intelligence USA sostengono che Teheran sarà pronta entro pochi mesi a poter produrre la bomba atomica, diventando la seconda nazione nucleare nel Medio Oriente dopo Israele. L’ultimo scoglio nel negoziato è la cancellazione delle sanzioni USA sulle Guardie Rivoluzionarie iraniane. La mediazione europea propone di mantenere le sanzioni soltanto sulle Brigate Al-Quds, il braccio estero delle Guardie.

Afghanistan

I taliban svelano giorno dopo giorno il loro integralismo dottrinario in materia di diritti delle donne all’uguaglianza. Un nuovo diktat del movimento impone alle donne afghane di indossare il burqa, un telo che copre il corpo dalla testa ai piedi, con una rete davanti agli occhi, per permettere di camminare. Un ritorno alla legislazione fondamentalista degli anni bui del loro potere, prima dell’invasione statunitense. L’ordinanza impone anche di rimanere in casa alle donne che non lavorano e di uscire soltanto in caso di necessità motivate ed urgenti.

Nella Valle del Panshir, nel nord dell’Afghanistan, il portavoce della Resistenza Nazionale ha affermato che i loro miliziani hanno liberato tre province su 12, nella prima vasta offensiva dallo scorso settembre. Il governo di Kabul ha smentito.

Approfondimento

Per la giornata mondiale per la libertà di stampa il 3 maggio pubblichiamo l’appello lanciato alla ministra britannica, Patel, per non autorizzare l’estradizione di Julian Assange verso gli Stati Uniti.

Appello dall’Italia per la libertà di Julian Assange

Echi dalla stampa araba n. 15

a cura di Francesca Martino

In questa rubrica riprendiamo in sintesi, ma fedelmente, opinioni, commenti ed editoriali apparsi sulla stampa araba, che valutiamo siano di un certo interesse per il lettore italiano.

La pubblicazione non significa affatto la condivisione delle idee espresse.

Il Sudan sull’orlo del collasso

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1 commento

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