Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

31 maggio 2022.

Rassegna anno III/n. 150

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96 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. Duri bombardamenti in tutto il Donbas. Zelensky al vertice europeo: “più sanzioni a Mosca e più armi a noi”. Biden rifiuta di fornire missili di media gettata a Kiev. Unità di facciata a Bruxelles per l’embargo petrolifero contro la Russia.   

Nella rubrica approfondimenti, una scheda sul “Festival dei cittadini del Mediterraneo” e il programma delle 4 giornate di Catania, dal 2 al 5 giugno 2022.

Continua lo sciopero della fame solidale a staffetta per chiedere la liberazione di #AlaaAbdelFattah, attivista egiziano leader delle rivolte di piazza Tahrir. Oggi digiunano: Silvano Bertalot; Paola Bonsangue; Eliana Manca; Gianluca Diana; Nunzio Giannini; Carmela? Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

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Titoli

Palestina Occupata: L’esercito israeliano attacca Jenin.

Egitto: uccisi in Sinai mercenari ceceni.

Siria: I miliziani siriani combatteranno a fianco degli invasori turchi contro i loro fratelli curdi.

Libia: Catturato al confine con il Niger un pericoloso jihadista.

Iran: Raissi mette in guardia Ankara dall’invasione di Siria e Iraq.

Sudan: Fine dello Stato d’emergenza.

Emirati: Amnesty International chiede la liberazione di 10 detenuti per fine pena.

Le notizie

Palestina occupata

Le truppe israeliane di occupazione hanno invaso nella notte il campo di Jenin. Migliaia di soldati sono impiegati per spezzare la resistenza di un popolo che rifiuta l’occupazione straniera della sua terra e rivendica libertà. La stampa palestinese racconta di scontri a fuoco tra gruppi di giovani armati e le forze israeliane. Non è la prima volta che l’esercito israeliano tenta di domare Jenin, ma sempre è fallito. Ci aveva tentato il macellaio Sharon radendo al suolo il campo profughi e adesso ci prova il governo Bennett. La politica di questo governo è quella della supremazia dell’uomo bianco contro i colonizzati: lo si è visto anche nei giorni scorsi durante le incursioni degli estremisti sciovinisti ebrei che gridavano a Gerusalemme e a Al-Khaleel (Hebron) “Morte agli arabi” e picchiavano vecchiette perché alzavano la bandiera palestinese. L’Apartheid di Tel Aviv non lo vedono però i benpensanti, che narrano ancora oggi della fantomatica democrazia israeliana. Anche in Francia durante la guerra in Algeria si votava, ma l’argomento non era al centro del dibattito politico.  

Egitto

L’Esercito egiziano ha comunicato di aver ucciso un cecchino ceceno, nell’ultima incursione a Sheikh Zoueid, nel nord est del Sinai. Tra il materiale sequestrato nel covo di “Beit Al-Maqdis” (il nome originale del gruppo, prima di cambiare nome in “Wilayat Sinai dello Stato Islamico”), vi erano riferimenti chiari ad un miliziano dei paesi caucasici (appunti, libri, video,…). L’emittente Al-Arabiya esclude però che siano stati trovati passaporti, che sarebbero stati la prova provata dell’esistenza di mercenari ceceni in Egitto a fianco di Daiesh-Sinai. 

Siria

Le milizie jihadiste e i reparti dell’esercito libero siriano sono pronti a partecipare all’offensiva delle truppe turche verso est, per occupare le zone sotto il controllo dei curdi. Secondo fonti delle milizie, le due città obiettivo dell’attacco turco sono Kobane e Tal Rifaat. L’esercito turco ha cominciato a smantellare le fortificazioni difensive, che avevano costruito in passato. Un comandante siriano dell’opposizione armata ha affermato che è in corso una mobilitazione generale dei miliziani. “L’artiglieria turca ha colpito le posizioni delle Forze democratiche siriane per tastare la loro reazione”. I combattenti curdi hanno fatto affluire rinforzi per la difesa del territorio autonomo, ma da soli non hanno la forza di respingere le aggressioni di Ankara e dei suoi alleati. Washington che si era servita dei curdi per combattere l’Isis adesso si limita a dichiarazioni che non fermano la mano assassina di Erdogan.

Libia

L’offensiva dell’esercito nazionale LNA nel sud del paese si è conclusa con l’uccisione un gruppo di terroristi di Daiesh (Isis) e la cattura di un capo dell’organizzazione, da tempo ricercato. Sono stati distrutti ad El-Gatrun, a sud del capoluogo Sebha, 6 veicoli 4×4 ruote motrici adatti per i movimenti nel deserto. L’aeronautica li ha bersagliati di missili aria-terra. Il pericoloso terrorista catturato è Nasser Tashani, fuggito da Sirte dopo la sua liberazione dall’Isis ed in precedenza aveva combattuto a Derna.  L’organizzazione terroristica è presente anche a Sabratha, sulla costa a 70 km ad ovest di Tripoli. I suoi adepti marciano pubblicamente in città con le bandiere nere issate sulle loro auto. Sabato scorso 28 maggio i terroristi hanno assassinato un giovane cantante popolare, Ahmed Bhour, davanti a casa sua con una raffica di mitra. Bhour era noto per la sua opposizione al jihadismo e nelle sue canzoni aveva sempre espresso la voglia di vivere in libertà.

Iran

Il presidente Raissi ha affermato che “la presenza di truppe straniere nei paesi del Vicino Oriente non aiuta a rafforzare la stabilità nella regione”. Il riferimento non è soltanto all’invasione dell’Afghanistan, ma affronta le interferenze militari turche in Siria e Iraq, due paesi dove l’influenza iraniana è molto forte e si scontra con l’attivismo di Ankara. Erdogan minaccia ogni giorno di invadere le zone dell’autonomia curda nel nord est della Siria e nella regione irachena di Sinjar.

Sudan

La giunta golpista ha rimosso lo Stato d’emergenza che aveva imposto il 25 ottobre 2021. È un tentativo di creare ponti con le forze politiche per la ripesa del dialogo ed ottenere così un riconoscimento politico. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU aveva emesso un comunicato domenica nel quale chiedeva la fine dello Stato d’emergenza e la ripresa del negoziato per la consegna del potere ad un governo civile. La manovra dei generali non è servita ad abbassare il tetto delle rivendicazioni del movimento popolare di protesta. Prima di avviare qualsiasi trattativa – hanno detto i leader della rivolta – devono essere rilasciati tutti i prigionieri politici e la predeterminazione dell’obiettivo del negoziato: la creazione di un governo civile ed il passaggio della direzione del Consiglio presidenziale ad un civile, com’era previsto nell’accordo del 2019.

Emirati

Amnesty International ha fatto appello al governo degli Emirati di liberare 10 detenuti che hanno concluso di scontare la pena inflitta. Questo gruppo fa parte del processo contro la Fratellanza Musulmana che ha visto alla sbarra oltre 90 accusati di appartenenza ad un’organizzazione vietata. Gli arresti sono avvenuti nel 2012 e le condanne a pene diverse nel 2013. Malgrado la fine pena, gli islamisti sono rimasti in carcere, senza che le autorità diano una spiegazione alle famiglie dei detenuti.

Approfondimento

Festival dei cittadini del Mediterraneo

Catania 2-5 giugno 2022

1 commento

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