Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

13 giugno 2022.

Rassegna anno III/n. 163

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109 giorni di guerra russa contro l’Ucraina. Assediate le ultime truppe a Severenodensk. La sua caduta segnerà il controllo russo sulla regione del Lugansk. Per Amnesty, i bombardamenti russi sono crimini di guerra per l’uso di bombe a grappolo.

Continua lo sciopero della fame solidale a staffetta per chiedere la liberazione di #AlaaAbdelFattah, attivista egiziano leader delle rivolte di piazza Tahrir, da 73 giorni in sciopero della fame nelle carceri di Al-Sissi. Oggi digiunano Francesco Giordano, Amel Rayachi, Alessandra Icardi,

Marina Petrillo, Andrea Teti, Emanuele Russo e Riccardo Noury. 

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

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Titoli

Sudan: Sospeso il negoziato tra militari e partiti, moderato dall’ONU e UA.

Tunisia: Il sindacato dei lavoratori verso lo sciopero nazionale del settore pubblico.

Bahrein: Denuncia di AI della presenza di detenuti con TBC.

Yemen: Inizieranno i lavori di recupero della nave petroliera Safir, ferma da 7 anni al largo di Hodeida.

Iran: Sequestrato aereo iraniano in Argentina.

Marocco: Censurato per blasfemia il film britannico “La signora del paradiso”.

Le notizie

Sudan

L’ONU ha rinviato ad una data da destinarsi il dialogo politico sudanese, avviato alcuni giorni fa senza la partecipazione della componente civile avversaria del golpe, la Coalizione delle forze per la libertà e il cambiamento.  Alla prima seduta avevano partecipato i militari golpisti ed i loro sostenitori. Durante una riunione non ufficiale, con la mediazione di USA e Arabia Saudita, una delegazione della Coalizione si è incontrata con rappresentanti dei golpisti, ribadendo che i militari devono tornare nelle caserme e che si devono annullare tutte le decisioni seguite al colpo di Stato del 25 ottobre 2021: ripristino del governo civile, liberazione dei manifestanti e politici arrestati e allontanamento dei funzionari del vecchio regime dittatoriale Omar Bashir, riabilitati recentemente dai golpisti. La posizione ferma dell’opposizione al golpe ha fatto saltare il tavolo del negoziato che rischiava di dare legittimità ai militari in politica.

Tunisia

Il sindacato dei lavoratori UGTT ha escluso che vi siano appuntamenti col governo prima dello sciopero nazionale del settore pubblico del 16 giugno. Il vice segretario generale Sami Taheri ha affermato che il sindacato ha invitato al governo al tavolo delle trattative per evitare lo sciopero, ma dall’ufficio della prima ministra non è arrivata nessuna risposta. Il sindacato ha chiamato i 700 mila dipendenti pubblici allo sciopero contro le misure di austerità imposte dal FMI al governo tunisino per la concessione di un prestito di 4 miliardi di dollari per far fronte alla crisi finanziaria che attanaglia il paese.

Sul fronte istituzionale, i giudici hanno prolungato lo sciopero per un’altra settimana, in segno di protesta contro il licenziamento di 53 giudici dalle loro funzioni con l’accusa di corruzione.

Bahrein

La direzione del carcere del Bahrein ha risposto al comunicato di Amnesty International sulla presenza di casi di detenuti malati di tubercolosi senza cure. Il laconico comunicato afferma che “attualmente non c’è nessuno caso”. Per poi riconoscere che un solo caso è stato accertato ed è in cura in un ospedale di Manama. Da testimonianze dei familiari, invece, AI aveva registrato la presenza di almeno 4 casi di detenuti che avevano i sintomi della TBC, malattia infettiva e contagiosa, che non venivano isolati e curati.     

Yemen

La vicenda della nave Safer al largo del porto di Hodeida si trascina ancora con il pericolo che si trasformi in un disastro ecologico senza precedenti. La petroliera è ferma ed abbandonata da oltre 7 anni a causa della guerra e non era stato possibile intervenire a causa delle minacce reciproche, in particolare da parte dei ribelli Houthi, che controllano il porto. Dopo lunghe ed estenuanti trattative, i tecnici dell’ONU sono riusciti ad ispezionare la nave e valutare l’entità e la gravità del pericolo. Alcuni mesi fa è stato raggiunto l’accordo per lo svuotamento del greggio (circa un milione di barili) e la rimozione della nave. Mancavano però i finanziamenti per procedere. Ieri, fonti della corte saudita hanno informato che Riad metterà a disposizione 10 milioni di dollari per le operazioni di salvataggio ad opera delle squadre di tecnici coordinati dal Palazzo di Vetro.     

Iran

Le autorità argentine hanno sequestrato un aereo Boeing 747 con a bordo uno staff iraniano. Il sequestro è in applicazione delle sanzioni statunitensi alle società iraniane, ma la società Mahan ha informato in un comunicato di non aver più nulla a che fare con il velivolo, affermando che era stato venduto un anno fa alla società aerea di Stato venezuelana. Tra l’Iran e l’Argentina non ci sono buone relazioni a causa di un attentato degli anni ’90 contro un’associazione ebraica che aveva causato la morte di 84 persone. Accusati di aver architettato l’attentato diplomatici iraniani che non sono mai stati consegnati alla giustizia in Argentina. Il Venezuela e l’Iran invece godono di buoni rapporti e tutt’ e due sono sottoposti alle ingiuste e ingiustificate sanzioni di Washington. Recentemente il presidente Maduro ha visitato Teheran ed ha firmato con Raissi un accordo di cooperazione della durata di 20 anni.

Marocco

L’ente per le autorizzazioni cinematografiche ha vietato proiezione del film britannico “La signora del paradiso”. Altri paesi musulmani (Egitto, Arabia Saudita,…) avevano già vietato il film considerato blasfemo per la famiglia del profeta Mohammed. Ambientato a Medina subito dopo la morte del profeta dell’Islam, il film narra le polemiche nate sulla successione del potere nella nascente comunità e in particolare il ruolo di Fatima, figlia del profeta e moglie di suo cugino Alì, aspirante successore per i legami di parentela, che la maggioranza aveva respinto. La sceneggiatura del film è stata scritta da un autore di origine iraniana e si ispira a fonti sciite. Proteste e raccolte di firme in Gran Betagna hanno costretto la casa di distribuzione a sospendere la proiezione nelle sale del Regno Unito. Un grave passo di limitazione della libertà d’espressione.

Approfondimento

Libertà per Alaa Abdel Fattah

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