Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

25 giugno 2022.

Rassegna anno III/n. 175

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121 giorni di guerra. Raid russi nella regione di Donetsk. Aiea sempre più preoccupata su staff centrale Zaporizhzhia. La guerra per il grano non ha fine. La ritorsione di Mosca sulle forniture di gas costringeranno la Germania a bloccare in inverno alcuni impianti industriali.

Sono passati 8 anni dall’assassinio dell’attivista libica Salwa Bugaighis, uccisa da jihadisti a Bengasi il 25 giugno 2014, subito dopo aver compiuto il suo diritto-dovere di votare nelle ultime elezioni regolari in Libia.

Continua lo sciopero della fame solidale a staffetta per chiedere la liberazione di #AlaaAbdelFattah, attivista egiziano leader delle rivolte di piazza Tahrir, da 84 giorni in sciopero della fame nelle carceri di Al-Sissi. Alaa è da 1000 giorni ingiustamente incarcerato. Anche la sorella, Mouna Seif, ha iniziato 13 giorni fa lo sciopero della fame permanente.

In Italia, oggi digiunano Lia De Feo e Helena Janeczek.

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

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Titoli

Palestina Occupata: Una commissione ONU accusa Israele per l’assassinio della giornalista palestinese Shireen Abi Aqile.

Tunisia: Per il ministero dell’Interno ci sono serie “minacce alla vita del presidente”

Marocco: 5 migranti morti nel tentativo di attraversare la barriera di confine con la Spagna a Melilla.

Arabia Saudita: Rilasciato il più giovane detenuto al mondo.

Egitto-Qatar: Normalizzazione dei rapporti diplomatici. L’emiro Tamim ricevuto al Cairo da Al-Sissi.

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Le notizie

Palestina Occupata

La Commissione ONU per i diritti umani, alla fine delle sue inchieste, è arrivata alla conclusione che ad uccidere la giornalista palestinese di Al-Jazeera, Shieen Abu Aqile, è stata una pallottola sparata da un soldato israeliano. L’inchiesta è basata sull’ascolto di testimoni, visione di video e foto dei luoghi nel momento dell’assassinio e soprattutto sulla visita a Jenin di un’equipe internazionale, che ha perlustrato la posizione e gli effetti degli spari. La portavoce ha aggiunto che la commissione ha passato in rassegna le dichiarazioni dell’esercito israeliano (che ha cambiato versioni diverse volte in pochi giorni) e il rapporto della procura palestinese, con l’analisi della pallottola sparata da un mitra di precisione M4, di fabbricazione statunitense ed in possesso dell’esercito di occupazione. La commissione ha stigmatizzato la mancata inchiesta penale da parte delle autorità israeliane. Il segretario dell’ONU, Guteres, ha sostenuto in una dichiarazione le risultanze dell’inchiesta ed ha rivolto un appello al governo di Tel Aviv di avviare una procedura penale. Il portavoce dell’esercito israeliano, come al solito, ha accusato la commissione ONU di essere di parte.

Tunisia

La portavoce del ministero dell’Interno, in una conferenza stampa, ha denunciato che “ci sono serie minacce di pericolo di vita per il presidente Saied e le indagini della magistratura sono in corso. Ci sono gruppi presenti all’interno della Tunisia ed all’estero che stanno architettando per uccidere il capo dello Stato e creare caos nel paese”. Secondo la portavoce ci sarebbero degli arresti, ma l’inchiesta giudiziaria in corso non permette di rivelare i nomi, per segreto istruttorio. Il partito islamista Ennahda ha accusato il governo di creare un clima di caccia alle streghe e motivare futuri arresti di politici dell’opposizione. Siaed ha indetto un referendum per il 25 luglio su una nuova Costituzione che trasforma la Tunisia in una repubblica presidenziale e ha proclamato per il 17 dicembre le elezioni politiche anticipate.

Marocco

Almeno 5 migranti sono morti durante la repressione della polizia marocchina di un tentativo di attraversamento di massa dei confini dell’enclave di Melilla. Venerdì mattina, circa 2000 persone, in maggioranza di nazionalità dell’Africa subsahariana, hanno tentato di scavalcare la rete di confine, ma sono state duramente attaccate dalle forze dell’ordine marocchine. Soltanto 130 di loro sono riusciti a raggiungere il territorio spagnolo. Le relazioni tra Rabat e Madrid sono rimaste per circa 2 anni in crisi diplomatica per la cura offerta dalla Spagna al capo del Fronte Polisario. Per vendetta, la polizia marocchina ha allentato i controlli sulle due enclave spagnole in terra africana, permettendo a circa 10 mila migranti in maggioranza marocchini di attraversare il confine. Dopo due anni di trattative diplomatiche, il governo spagnolo ha cambiato posizione sulla questione Saharawi, appoggiando la proposta marocchina di autonomia all’interno del regno. Le Nazioni ONU nel 1991 hanno proclamato una tregua tra Marocco e Fronte Polisario per indire un referendum sul diritto all’autodeterminazione. La risoluzione dell’ONU è tuttora in corso, ma le manovre politiche di Rabat tentano di vanificare il percorso referendario e imporre un tetto più basso alle aspirazioni del popolo del Sahara Occidentale di mettere fine all’occupazione del suo territorio.

Arabia Saudita

Le autorità saudite hanno rilasciato Murtaja Qureiris, il più giovane detenuto nel mondo. Era stato arrestato nel 2014 all’età di 13 anni ed era stato condannato alla pena capitale con l’accusa di terrorismo, per aver partecipato ad una manifestazione di protesta, nel 2011, quando aveva 10 anni. La prova presentata dall’accusa era una sua foto mentre partecipava ad un presidio nella città di Quteif, nella regione orientale a maggioranza sciita, per rivendicare equità di trattamento e fine delle discriminazioni. Una campagna internazionale ha indotto il governo di Raid ad agire per la riduzione della pena. Adesso, alla vigilia della visita di Biden in Arabia Saudita, Riad tenta di attutire le pressioni internazionali sul tema diritti umani nel regno. Altro che rinascimento arabo.

Egitto-Qatar

Dopo una lunga crisi diplomatica tra Qatar e Egitto che dura dal 2017, il presidente Al-Sissi ha ricevuto ieri al Cairo l’emiro Tamim. Doha era stata accusata nel 2017 dall’Egitto e da altri tre paesi del Golfo guidati dall’Arabia Saudita, di sostenere il movimento dei Fratelli Musulmani e di ospitare i suoi capi in esilio e soprattutto di permettere alle opposizioni politiche di questi paesi di avere visibilità mediatica. Diversi giornalisti di nazionalità egiziana che lavoravano per Al Jazeera sono tuttora in carcere. La distensione è arrivata nel 2021, dopo lunghe trattative che hanno portato ad una serie di misure ristrettive alle libertà di movimento dei capi islamisti ospitati a Doha. La scorsa settimana il Qatar ha annunciato investimenti per 5 miliardi di dollari in Egitto, per sostenere la sua economia. L’incontro Al-Sissi-Tamim avviene in una fase di grandi movimenti diplomatici nella regione alla vigilia della visita di Biden in Israele e Arabia Saudita. Obiettivo è la creazione di un nuovo patto militare contro l’Iran che metta insieme i paesi arabi con Israele.

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1 commento

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