Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

14 luglio 2022.

Rassegna anno III/n. 194

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140 giorni di guerra. Raggiunto ad Ankara l’accordo per l’esportazione del grano ucraino. Gazprom invece non garantisce le forniture del gas all’Europa. Inverno gelido ed industrie ferme. I russi dicono di essere entrati nella città di Siversk, mentre la regione del Donetsk prepara l’evacuazione dei civili per l’inverno.

Con oggi Alaa Abdel Fattah è in sciopero della fame da 104 giorni, nel carcere di Wadi Natroun. In Italia dal 28 maggio è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno.

Oggi digiuna Caoimhe Butterly.

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

Il 30 giugno, Anbamed ha spento la seconda candelina. Due anni fa è iniziata questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente. Puntuale, completa e senza interruzioni. Agli abbonati del 2022 andranno due quadri donati da Silvia Lotti e Giuseppe Di Giacinto.

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Titoli

Israele: Biden in Israele per costruire un’alleanza con i paesi arabi contro Teheran.

Libano: Hezbollah rivendica un’azione di deterrenza nei confronti di Tel Aviv per lo sfruttamento del gas nel Mediterraneo orientale.

Libano: Un gruppo di familiari delle vittime della strage del porto intentano una causa contro una società statunitense.

Siria: Il dramma delle sparizioni forzate nelle zone sotto il controllo di Ankara e Damasco.

Iran: Arresti tra i curdi iraniani con l’accusa di preparare azioni armate.

Le notizie

Israele

Il presidente Biden ha iniziato il suo viaggio in Israele. Una visita che assume subito contorni di carattere militare: l’incontro per visionare i sistemi di difesa anti-missile. Nel suo discorso di saluto con il premier Lapid, Biden ha sottolineato il rapporto strategico che lega Washington e Tel Aviv e l’impegno a contrastare Teheran. La visita di Biden prevede anche un incontro con il presidente palestinese Abbas, ma non è un riconoscimento pieno dei diritti nazionali ad uno Stato. La Casa Bianca infatti ha smentito le parole del portavoce sulle intenzioni dell’Amministrazione Biden di aprire un consolato USA a Gerusalemme Est per le relazioni con i palestinesi. L’incontro con Abbas è uno strumento fornito ai governanti arabi filo USA come pretesto per fare il passo gigante di un’alleanza con Israele contro Teheran. Il viaggio di Biden prosegue con la visita in Arabia Saudita dove è previsto un vertice con i capi di Stato dei paesi del Golfo + Egitto e Giordania. Prima di lasciare Washington, Biden ha espresso chiaramente l’intento di questa visita: isolare Mosca sulla questione energetica e vincere la battaglia economica con la Cina. Una strategia che non sarà indolore per i popoli del Medio Oriente, trasformati in una pedina in una battaglia più grande.

Libano

Il leader di Hezbollah, Nasrullah, in una diretta televisiva ha sfidato Israele sul piano economico, proprio il giorno della visita del presidente Biden. “Se il Libano non potrà godere del gas e del petrolio nelle sue acque territoriali, nessun’altro lo potrà fare”. Il riferimento è alle ricerche petrolifere che Tel Aviv sta svolgendo in una zona contesa tra i due paesi. Israele ha abbattuto la scorsa settimana tre droni di spionaggio nei pressi della piattaforma offshore e Hezbollah ha ammesso la paternità del gesto.   

Libano

I parenti di alcune vittime dell’esplosione del porto, di due anni fa, hanno intentato negli Stati Uniti una causa contro la società norvegese-statunitense TGS, che aveva noleggiato la nave Rhosus, battente bandiera moldava, quella che ha scaricato a Beirut nel 2015, i 2750 tonnellate di nitrati di ammonio. I familiari delle vittime sono assistiti da un’associazione legale svizzera, con l’intento di smuovere l’inchiesta libanese bloccata da mesi per le interferenze politiche sui giudici.

Siria

Un rapporto dell’Osservatorio Siriano ha documentato i casi di sparizioni forzate in Siria, nelle diverse zone del paese. Nei primi sei mesi del 2022, ci sono stati 913 casi accertati di sparizioni forzate. 409 di questi casi sono avvenuti nelle zone occupate dalle truppe turche e hanno per vittime cittadini curdi con l’accusa di collaborazione con le Forze democratiche siriane. 142 di loro sono stati rilasciati in seguito al pagamento di un riscatto. 218 le sparizioni avvenute nelle zone sotto il controllo governativo e la maggior parte riguardano giovani che non hanno svolto il servizio militare. 286 sono spariti nelle mani delle varie milizie jihadiste che controllano le zone del nord della Siria. Nelle carceri di Assad, nei primi sei mesi del 2022, sono morti sotto tortura 69 detenuti. Il direttore dell’Osservatorio sottolinea che i dati raccolti sono parziali, perché sono basati sulle informazioni fornite dalle famiglie delle vittime.  

Iran

La polizia ha arrestato 10 persone nella regione curda iraniana. Sono accusate di appartenere ad una cellula di una formazione armata che si batte contro la Repubblica Islamica. Secondo il comunicato del Ministero dell’Interno di Teheran, nelle loro case sono state rinvenute armi, esplosivi e piani propagandistici per l’indipendenza della regione curda iraniana. Non viene esplicitato a quale organizzazione di resistenza appartengono gli arrestati, ma si sottolinea che il gruppo è entrato in Iran dalla regione autonoma irachena e le armi sequestrate sono di fabbricazione statunitense. Teheran mette in guardia il governo autonomo di Erbil dal sostenere simili organizzazioni.

Approfondimento

Il Premio Internazionale Hans Litten 2022 va all’avvocata Simonetta Criscì, difensora dei diritti umani.

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1 commento

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