Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

13 luglio 2022.

Rassegna anno III/n. 193

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139 giorni di guerra. Pesanti bombardamenti nella notte a Bakhmut. Kiev rivendica l’attacco al deposito di armi di Kherson. Mosca annuncia la distruzione di sistemi d’arma statunitensi e mette in guardia da uno scontro diretto tra potenze nucleari. Oggi incontro in Turchia tra russi e ucraini per le esportazioni di grano.

Con oggi Alaa Abdel Fattah è in sciopero della fame da 103 giorni, nel carcere di Wadi Natroun. In Italia dal 28 maggio è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno.

Oggi digiunano Elio Bottegal e Clementina Forlin.

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

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Titoli

Libia: Torna alta la tensione militare a Tripoli. Carri armati per le strade della capitale.

Israele: Biden oggi in Israele e Palestina.

Iran-Turchia-Russia: Vertice a Teheran tra Putin, Erdogan e Raissi

Palestina Occupata: Un rapporto ONU sui bambini vittime di guerra documenta i crimini dell’esercito israeliano.

Jihadismo: Un missile lanciato da un drone USA disintegra un capo dell’Isis in Siria, a pochi km dal confine turco.

Afghanistan: Inchiesta BBC accusa militari britannici di uccisioni gratuite di civili afghani.

Egitto: 36 ONG internazionali accusano Il Cairo di non garantire la libertà d’opinione durante i lavori del COP27.

Le notizie

Libia

Torna alta la tensione militare a Tripoli. Milizie di Misurata sono giunte nella capitale con armi pesanti e carri armati in difesa del premier Dbeiba che non intende dimettersi e passare i poteri al governo incaricato dal Parlamento. Il movimento delle truppe è stato deciso dopo l’intervista di Basha-Agha nella quale aveva annunciato la sua imminente entrata a Tripoli senza spargimenti di sangue. Le milizie decidono il governo del paese con la forza delle armi. Il governo dimissionato è fallito nel compito di svolgere le elezioni e soprattutto nel garantire i servizi essenziali alla popolazione, a partire dall’elettricità e carburanti. La fase è critica e si rischia uno scontro militare di vaste proporzioni all’interno della capitale con l’immaginabile perdita di vite umane tra i civili.

Israele

Oggi inizia la visita di Biden in Israele. Washington ha ribadito le relazioni strategiche che legano i due paesi e l’impegno USA nell’impedire che Teheran possegga l’arma nucleare. Secondo la stampa di Tel Aviv, obiettivo del viaggio di Biden in Medio Oriente è quello di rinnovare l’impegno USA nella regione e di creare un fronte tra paesi arabi e Israele contro l’asserito pericolo iraniano. Un giallo riguarda la visita di Biden a Gerusalemme est. Il governo Lapid ha chiesto che la delegazione USA venga accompagnata da un ministro israeliano, ma la richiesta è stata rigettata. Dopo Tel Aviv, Biden si recherà a Ramallah per incontrare il presidente palestinese Abbas e poi volerà in Arabia Saudita.

Iran-Turchia-Russia

Si terrà la prossima settimana un vertice a Teheran tra Putin, Erdogan e Raissi. L’incontro è dedicato alla crisi siriana ed è considerato il proseguimento di quello che viene definito il processo di Astana, che vede i tre paesi con truppe in Siria, su fronti diversi, coordinare le loro azioni per evitare lo scontro diretto. La Turchia minaccia da mesi un’operazione militare su vasta scala contro i combattenti curdi nella parte nord est della Siria, per mettere fine all’autonomia amministrativa, ma nella zona vi sono sia truppe governative di Damasco, milizie iraniane e consiglieri militari russi. Un’invasione di Ankara rischia di coinvolgere le truppe dei tre paesi garanti del processo di Astana in dirette operazioni militari. Secondo analisti siriani, fino al prossimo martedì non ci sarà l’offensiva turca contro le zone dell’autonomia curda, ma soltanto scaramucce per creare tensione localmente sulle linee del fronte attuale.  

Palestina Occupata

È stato pubblicato il rapporto dell’ONU “Bambini e conflitti armati 2021” (“Children and Armed Conflict” QUI il rapporto in inglese). Secondo questo rapporto, l’esercito israeliano, in un anno, ha ucciso 78 bambini palestinesi, 982 mutilati e 637 arrestati. Secondo il rapporto, Israele è al terzo posto dopo Afghanistan e Repubblica Dem. del Congo e prima di Somalia, Siria e Yemen. (sintesi sul sito dell’ONU; in inglese). Infanzia negata per i bambini palestinesi. L’occupazione militare israeliana, con la continua creazione di colonie ebraiche nelle terre del futuro Stato di Palestina, non fanno intravvedere una soluzione negoziale vicina.  

Jihadismo

Truppe speciali statunitensi hanno ucciso, con un missile lanciato da un drone, un leader dell’Isis in Siria. Le unità di protezione civile siriane dei cosiddetti caschi bianchi, finanziati dalla Gran Bretagna, sostengono che due uomini su una moto sono stati colpiti dal missile e uccisi. Secondo il comunicato di Washington, l’obiettivo dell’operazione è stato Maher Aqqal, considerato il capo della sezione siriana del fu falso califfato. L’Osservatorio Siriano scrive che Aqqal è uno tra i più importanti 5 leader dell’Isis in Siria ed è specializzato nella gestione delle reti jihadiste all’estero. L’attacco è avvenuto nei pressi di Jindires, nella provincia di Aleppo, a pochi km dal confine turco, zona sotto il controllo dell’esercito di Ankara e delle milizie jihadiste affiliate.

Afghanistan

Un’inchiesta giornalistica della BBC accusa le truppe britanniche di aver svolto operazioni speciali sistematiche contro obiettivi civili, causando la morte di almeno 54 persone. Le uccisioni sono avvenute durante incursioni delle truppe speciali di notte contro zone abitate da civili. A fianco delle vittime sono state poste delle armi per avvalorare la loro appartenenza alle milizie taliban. Secondo una dichiarazione sotto anonimato, un ufficiale delle truppe speciali ha confessato che le diverse unità facevano gara a chi uccide più afghani. I quadri superiori, compreso il comandante in capo, erano a conoscenza di questa pratica. Gli autori dell’inchiesta sostengono di aver letto dei messaggi di posta elettronica che dimostrano la conoscenza dei quadri superiori di questi crimini, ma non avevano mosso un dito per mettere fine ad una pratica considerata un crimine di guerra. Il ministero della difesa britannico in una lettera alla BBC ha sostenuto che precedenti indagini sulla questione non avevano portato a prove su azioni simili.  

Egitto

36 organizzazioni mondiali per la difesa dei diritti umani ed ambientaliste hanno denunciato la mancanza di spazi per la libertà d’espressione, garantiti dalle autorità egiziane, durante lo svolgimento del prossimo vertice sul clima COP27, previsto per novembre in Egitto. “Da quando il presidente Al-Sissi è arrivato al vertice del potere in Egitto sono stati chiusi tutti gli spazi di libera espressione del pensiero, soppressa l’opposizione e zittita la stampa indipendente”. Le iniziative della società civile a margine dei vertici per il clima sono una parte essenziale di queste manifestazioni ufficiali. Le autorità del Cairo hanno risposto che “per le manifestazioni delle organizzazioni non governative è stato dedicato un palazzo apposito nel quale tenere le iniziative”. Nessuna visibilità e nessun contatto con le delegazioni ufficiali, ma un isolamento totale delle opinioni critiche sulla gestione delle politiche sul clima e sul riscaldamento globale.

Approfondimento

Il Premio Internazionale Hans Litten 2022 va all’avvocata Simonetta Criscì, difensora dei diritti umani.

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1 commento

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