Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

17 luglio 2022.

Rassegna anno III/n. 197

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143 giorni di guerra. Bombardamenti russi sul centro dell’Ucraina. Secondo Mosca sono stati presi di mira depositi di armi sofisticate occidentali. Migliaia in fuga dai combattimenti nel Donetsk. Erdogan rassicura sul rispetto dell’accordo per il grano.

Con oggi Alaa Abdel Fattah è in sciopero della fame da 107 giorni, nel carcere di Wadi Natroun. In Italia dal 28 maggio è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno.

Oggi digiunano Flora Cappelluti e Alessandra Icardi.

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

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Titoli

Vertice Gedda: Biden conclude la sua visita in M.O. Vertice in Arabia Saudita con il fronte anti Iran.

Sudan: Scontri etnici provocano 31 morti.

Egitto: “Perdono presidenziale” libera un altro gruppo di detenuti.

Libano: Sciopero ad oltranza del settore pubblico contro il carovita e la corruzone.

Yemen: L’esercito denuncia violazioni della tregua da parte degli Huothi.

Mauritania: Amnistia per 7 terroristi pentiti.

Iraq: Baghdad chiede ad Ankara il rilascio di maggiori quantità d’acqua dalle dighe sui fiumi Tigri e Eufrate.

Le notizie

Vertice Gedda

Si è concluso il vertice arabo-statunitense che si è tenuto a Gedda sotto la presidenza dell’emiro Mohammed Bin Salman. “Sicurezza e sviluppo” è il titolo dell’incontro che ha coinvolto i paesi arabi del Golfo oltre a Giordania e Egitto, presenti tutti a livello di capi di Stato o di governo. Il comunicato finale afferma la costituzione di due unità di coordinamento delle azioni di sicurezza tra le nazioni presenti e la Centcom (U. S. Central Comand). Il presidente Biden nel suo discorso ha sferrato un duro attacco all’Iran accusandolo di fomentare instabilità e interferenze negli affari degli altri paesi e si è impegnato ad impedire che Teheran possa costruire la bomba atomica. Ha ripetuto che la stabilità e lo sviluppo nella regione richiedono la collaborazione in campo economico e di sicurezza tra tutti i paesi, compreso Israele. Nella conferenza stampa, il ministro degli esteri saudita ha respinto l’ipotesi di una Nato mediorientale.

Biden ha ribadito il ritorno diplomatico e militare di Washington in Medio Oriente, ma è fallito nel creare un’alleanza tra i paesi arabi e Israele in funzione anti iraniana. La volontà di sconfiggere la Russia e contrastare la Cina era palesemente contro gli interessi diretti delle politiche economiche dei paesi produttori di petrolio. Infatti, l’aumento di produzione e esportazione auspicate dalla Casa Bianca non hanno ottenuto una risposta positiva.  

Sudan

Duri combattimenti etnici nella regione Nilo Blu, la parte sudorientale del paese. Sono caduti 31 morti e 39 feriti e le autorità hanno imposto il coprifuoco per poter riprendere il controllo della situazione. Gli scontri sono iniziati mercoledì in seguito all’uccisione di un contadino in una contesa sui terreni da coltivare, ma poi si sono estesi a diverse cittadine. Nella regione opera una milizia ribelle, il Fronte Popolare per la Liberazione del Sudan, che non ha firmato gli accordi di pace. Il Comitato dei medici ha chiesto al governo federale di mandare aiuti sanitari agli ospedali, per sostenere gli sforzi degli operatori locali, che lavorano in condizioni disperate per la mancanza di attrezzature.  

Egitto

Altri detenuti politici in attesa di giudizio sono stati rilasciati nel quadro dell’iniziativa della commissione parlamentare costituita per il processo di “dialogo nazionale”, promosso dal presidente Al-Sissi. Una goccia nel mare della repressione del dissenso. La formula usata è quella del “perdono presidenziale” e si ottiene su richiesta dell’interessato, che viene studiata da una commissione parlamentare; un procedimento farraginoso ed arbitrario che umilia le vittime e glorifica il tiranno. Nelle carceri egiziane giacciono 60 mila detenuti politici e di opinione. Per liberare con dignità gli oppositori politici detenuti, sarebbe bastata una semplice legge che preveda il proseguimento dei procedimenti giudiziari a piede libero.    

Libano

Prosegue lo sciopero del settore pubblico contro il carovita e il mancato adeguamento delle retribuzioni con la svalutazione della lira. Si è svolta ieri una grande manifestazione nella capitale Beirut contro la privatizzazione e la corruzione. I dipendenti pubblici hanno visto il loro potere d’acquisto eroso dalla caduta verticale della lira. Dal cambio ufficiale bancario di 1507 lire per un dollaro si è passati, nel mercato nero, a 30 mila lire per un dollaro. Chi guadagnava l’equivalente di 1000 dollari al mese, il valore del suo stipendio sul mercato adesso è di 50 dollari.  

Yemen

L’esercito governativo ha denunciato violazioni della tregua in diverse province. Sarebbero rimasti uccisi 8 soldati e feriti altri 9. “Le violazioni negli ultimi 4 giorni sono state condotte con sparatorie per mano di cecchini, lanci di mortaio sui vari fronti del cessate il fuoco ed in particolare a Taez oppure con droni armati”. Il comunicato dell’esercito sostiene che è stato respinto un tentativo di sfondamento nel fronte di Taez. I ribelli Houthi non hanno risposto alle accuse ed a loro volta accusano le forze governative e quelle saudite di preparare un’offensiva e stanno cercando pretesti per la rottura del cessate il fuoco.

Mauritania

Il presidente Mohammed el-Ghazwani ha emesso un decreto di amnistia per la liberazione di 8 detenuti accusati di terrorismo. Non è stato pubblicato l’elenco degli amnistiati, ma fonti giornalistiche parlano del jihadista Taqi Weld-Yssuf, consegnato dal Niger nel 2010 ed il siriano Hassan Najjar. L’amnistia è stata decisa dopo un lungo confronto con i detenuti tramite una commissione di ulema. Il gruppo di jihadisti ha dichiarato il proprio pentimento e l’abbandono delle idee e delle pratiche estremiste. La Mauritania si trova in una regione infestata dal jihadismo di origine algerina e maliana, ma dal 2011 è riuscita a contrastare il terrorismo con un’azione politica mirante a neutralizzare il discorso dell’odio con un programma di educazione alla convivenza civile.   

Iraq

Il governo iracheno ha chiesto a quello turco di rilasciare più quantità d’acqua dalle dighe sui fiumi di Eufrate e Tigri. Secondo il ministero dell’irrigazione di Baghdad, Turchia ed Iran non rispettano gli accodi bilaterali per la distribuzione delle acque dei fiumi. La quota irachena si è ridotta ad un terzo di quello che otteneva nei decenni precedenti. A causa della siccità, quest’anno si è sentita maggiormente la scarsezza dell’acqua nei corsi e la conseguente desertificazione di larghe zone del paese, soprattutto nel sud. Gli effetti sull’agricoltura e sulla pesca sono stati disastrosi. Un problema che diventerà cronico, perché Baghdad non ha né la capacità militare né diplomatica per poter ottenere cedimenti dai due paesi confinanti, che usano l’arma dell’acqua come strumento di pressione politica.  

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