Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

25 luglio 2022.

Rassegna anno III/n. 205

Per informazioni e contatti, manda un messaggio: anbamedaps@gmail.com

Per ascoltare l’audio:                                                         

Le vignette sono QUI

Sono trascorsi 151 giorni di guerra. Si entra nel sesto mese di combattimenti, morti e distruzioni. Mosca ammette attacco missilistico su Odessa.

Con oggi Alaa Abdel Fattah è in sciopero della fame da 115 giorni, nel carcere di Wadi Natroun. In Italia dal 28 maggio è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno.

Oggi digiunano: Enrico De Angelis e Costanza Lasagni.

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

Il 30 giugno, Anbamed ha spento la seconda candelina. Due anni fa è iniziata questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente. Puntuale, completa e senza interruzioni. Agli abbonati del 2022 andranno due quadri donati da Silvia Lotti e Giuseppe Di Giacinto.

Sostieni Anbamed

Il rapporto delle donazioni dal 1° maggio al 16 giugno ci dice che sono state raccolte 90 €. Meno di 2 € al giorno. Situazione allarmante.

Questa rassegna sopravvive grazie ai contributi dei suoi lettori e ascoltatori.

Ricordati che anche il più grande oceano è fatto di gocce!

Ecco i dati per il versamento:

Associazione Anbamed, aps per la Multiculturalità

Iban: IT33U0891382490000000500793

Bic: ICRAITRRPDO

I titoli

Tunisia: Oggi si vota per il referendum sulla riforma costituzionale.

Palestina Occupata: Sciopero della fame dei detenuti contro la carcerazione preventiva.

Israele: Un presidio a Gerusalemme contro la sentenza discriminatoria della Corte Suprema in materia di cittadinanza.

Turchia: Convocato l’ambasciatore svedese per protesta contro una manifestazione pacifica curda.

Migranti: Oltre mille arrivi in un giorno. Parte la campagna razzista delle destre.

Giordania: Re Abdalla II denuncia attacchi di milizie filo iraniane contro la sicurezza del regno.

Yemen: Piogge ed alluvioni provocano la morte di 11 persone.

Le notizie

Tunisia

Si sono aperti i seggi per il referendum sulla riforma costituzionale. Ieri, domenica, è stato rispettato il silenzio elettorale, ma fino a sabato sono state organizzate grandi manifestazioni dell’opposizione, per chiedere il boicottaggio o il voto con un no. Questa rottura all’interno dei partiti contrari al testo preparato dal presidente Saied potrebbe essere all’origine di una vittoria del sì. La legge non prevede un quorum e il referendum è valido con qualsiasi percentuale di votanti. Inchieste radiofoniche nelle zone rurali hanno palesato il disinteresse di molti intervistati alla questione, a causa – dicono – della crisi economica e la disoccupazione. Da venerdì sono aperti i seggi all’estero, presso le sedi diplomatiche tunisine, e la percentuale dei votanti fino a sabato è stata soltanto del 3%. La riforma proposta trasformerà la Tunisia in repubblica presidenziale.  

Palestina Occupata

Sciopero della fame di prigionieri politici palestinesi contro la detenzione preventiva. 75 prigionieri hanno iniziato ieri e altri 40 lo svolgono da tre giorni. L’azione è in sostegno a due detenuti che stanno svolgendo lo sciopero della fame da diversi mesi e sono in gravi condizioni di salute. Raed Rayyan, 28 anni, è in sciopero della fame da 109 giorni. È sotto arresto amministrativo (senza accuse e senza processo) dal 21 novembre 2021 ed è detenuto nel carcere di Ramla. L’altro detenuto in sciopero permanente è Khaled Awawda, 25 anni, in sciopero da 23 giorni e si trova in ospedale per un precedente sciopero durato 111 giorni, concluso dopo le promesse delle istituzioni giudiziarie israeliane di non rinnovare la detenzione preventiva. Alla conclusione del primo periodo, la polizia ha rinnovato il decreto per altri 4 mesi. Rayyan e Awawda sono, secondo gli appelli dei parenti, in pericolo di vita. Nelle carceri israeliane ci sono oltre 4500 prigionieri politici palestinesi e 682 di loro senza accuse e senza processi.

Israele

Si è svolto ieri un presidio a Gerusalemme contro il pronunciamento della Corte Suprema israeliana sull’ammissibilità di cancellare la cittadinanza, per ragioni di sicurezza, agli israeliani di origine di palestinese, cioè i discendenti degli abitanti originari della Palestina, che non è stato possibile cacciare durante la guerra del 1948. Diversi attivisti per i diritti umani e giuristi israeliani hanno espresso la loro condanna ad un atto palesemente discriminatorio e che suona come un ricatto ai palestinesi-israeliani, per non agire politicamente a favore della causa del loro popolo. L’associazione per i diritti civili in Israele (ACRI) ha commentato che la sentenza della Corte Suprema contraddice un vecchio pronunciamento, quando aveva respinto la richiesta di ritirare la cittadinanza al terrorista israeliano ebreo, Yigal Amir, assassino del premier Rabin.

Turchia

Il ministero degli esteri ha convocato l’ambasciatore svedese ad Ankara, per avanzare una protesta contro lo svolgimento di una manifestazione curda in una città della Svezia. Secondo il ministero, la solidarietà con i diritti dei curdi sarebbe una violazione dell’accordo firmato a Madrid per l’ingresso di Svezia e Danimarca nella Nato, con il ritiro del veto della Turchia. Non solo la presentazione di liste di attivisti da espatriare, Ankara adesso chiede addirittura di condizionare la libertà d’espressione e di manifestazione pacifica e non violenta, nei due paesi aspiranti membri della Nato.

Migranti

Oltre mille arrivi in un giorno nei porti siciliani e calabresi. Sono partiti dalla Tunisia e dalla Libia.  Un peschereccio alla deriva con oltre 600 migranti è stato soccorso, a circa 124 miglia dalla Calabria, da una nave mercantile, da 3 motovedette della Guardia Costiera e da un’unità della Guardia di Finanza. A bordo del peschereccio sono stati rinvenuti anche 5 corpi privi di vita. 674 in totale le persone tratte in salvo – alcune recuperate direttamente dall’acqua. I migranti sono stati trasbordati sulla nave Diciotti della Guardia Costiera, presente nell’area del soccorso. A Lampedusa invece sono avvenuti arrivi di piccole barche e gommoni per un totale dii 522 persone di varie nazionalità, provenienti da Zarzis (Tunisia) e Zuwara (Libia). In contemporanea è partita la campagna elettorale razzista delle destre, sulla pelle degli ultimi.

Giordania

Re Abdalla II ha denunciato in un’intervista, pubblicata dal quotidiano Ar-Ray di Amman, che il regno è sottoposto ad attacchi sistematici da parte di milizie filo iraniane. Il riferimento implicito è sicuramente a Hezbollah libanese, operante nella vicina Siria. Ai confini tra i due paesi, recentemente sono stati fermati contrabbandieri con un carico di armi automatiche e grandi quantità di pasticche di droghe sintetiche. In diversi casi si sono avuti scontri armati tra l’esercito giordano e i trafficanti armati. Re Abdalla II è un sostenitore della proposta di Washington per una Nato Mediorientale.

Yemen

Le piogge torrenziali, in corso da circa una settimana, hanno causato la morte di 11 persone, tra i quali 4 bambini. Il traffico in diversi quartieri della capitale Sanaa si è completamente interrotto, a causa anche del crollo di molte case. Nel centro storico della capitale, occupata dal 2014 dai ribelli Houthi, è crollato sabato un palazzo storico di tre piani. Molte strade si sono trasformate in torrenti ed un’auto è stata trascinata dalla corrente, causando la morte dei passeggeri a bordo. Sui social girano immagini drammatiche di gente disperata, che cerca sotto i detriti della propria casa di salvare persone o recuperare oggetti.

Finestra sulle RiveArabe – 3

Da Tripoli alla Mecca, viaggio nel deserto dei sentimenti

Se continuiamo a tenere vivo questo spazio è grazie a te. Anche un piccolo contributo per noi significa molto. Torna presto a leggerci ed ascoltarci.

====================================================================

1 commento

  1. […] Per ascoltare l’audio:  clicca qui                                        […]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *