Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

23 agosto 2022.

Rassegna anno III/n. 230

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Sono trascorsi sei mesi di guerra russa in Ucraina.

Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere egiziano di Wadi Natroun. In Italia dal 28 maggio è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

Oggi digiuna Antonella Murgia Sofia Lamanno. 

Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno.

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

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I titoli

Iran: Forse è la volta buona per l’accordo sul nucleare.

Siria: La Turchia rafforza la sua presenza militare nel nord della Siria.

Iran: Ucciso un alto ufficiale delle Guardie della Rivoluzione di stanza in Siria.

Libano: Teel Aviv minaccia Beirut “in caso non cessassero le provocazioni di Hezbollah”.  

Libia: Abbattuto nei cieli di Bengasi un drone di fabbricazione USA.

Giordania: Un giornalista sotto processo per aver denunciato la corruzione.

Le notizie

Iran

Gli ambienti dell’Unione Europea sono ottimisti sul raggiungimento di un accordo di compromesso per il nucleare iraniano, sulla base della bozza presentata all’Iran e allo studio a Washington. Il appresentante della politica estera di Bruxelles, Borrel, ha anticipato che presto, entro questa settimana, sarà convocato un incontro a Vienna. “Le risposte di Teheran sono ragionevoli e serie”, ha sottolineato. Il portavoce del dipartimento di Stato USA ha promesso che la risposta di Washington non tarderà: “La fase è delicata e vogliano studiare tutti gli scenari possibili. Le opportunità di raggiungere un accordo sono più concrete rispetto a due settimane fa”.

Siria

L’esercito turco che occupa il nord della Siria sta facendo affluire unità militari per il controllo dell’autostrada M4 che collega Lathaqia ad Aleppo. Oltre mille soldati sono impiegati a perlustrare i tratti dell’autostrada, nella provincia di Idlib, sotto il controllo di Ankara, alla ricerca di trappole esplosive o covi di miliziani jihadisti avversari. Secondo osservatori locali, nei due giorni passati sono giunte dal valico di frontiera oltre 30 camion militari carichi di armi e soldati, per rinforzare la presenza turca nella zona. La provincia di Idlib ha visto nelle scorse settimane manifestazioni di piazza contro un eventuale riconciliazione diplomatica tra Damasco e Ankara, in seguito all’incontro tra i ministri degli esteri a Belgrado.

Iran

Agenzie stampa iraniane vicine alle Guardie della Rivoluzione hanno diffuso la notizia della morte di un capo militare in Siria. Non vengono specificate le circostanze della morte e le fonti si limitano a scrivere che l’alto ufficiale era in missione di consulente militare. Le basi iraniane in Siria sono state bombardate ripetutamente da Israele. “Il generale Abul-Fadhel ‘Yejeilan è stato ucciso all’alba di lunedì e il suo corpo sarà trasferito in Iran per i funerali di Stato”, ha scritto l’agenzia Mahar.  

Libano

Il ministro della difesa israeliano Gantz ha minacciato il Libano di “pagare un alto prezzo se non cessassero le provocazioni di Hezbollah”. Nei giorni scorsi è stato diffuso un discorso televisivo del leader libanese Nasrollah, che annunciava “operazioni contro le piattaforme petrolifere israeliane off-shore nel Mediterraneo, in caso di impedimento al Libano di sfruttare le sue risorse energetiche marine”. La questione del tracciamento dei confini marittimi è oggetto di trattative bilaterali, a livello militare, con la mediazione statunitense presso la sede dei Caschi Blu dell’ONU alla frontiera tra i due paesi. Gli ultimi incontri non hanno portato ad un accordo, ma due giorni fa Tel Aviv ha avanzato tramite il mediatore USA una nuova proposta di compromesso, che si avvicina alle richieste libanesi. Prima del raggiungimento di un accordo, Israele ha mandato navi, nella zona contesa, per la costruzione della piattaforma di ricerca petrolifera. Hezbllah ha utilizzato droni-spia per sorvolare la zona, mettendo in allarme la contraerea di Tel Aviv, che li ha abbattuti.  

Libia

L’esercito libico LNA ha comunicato di aver abbattuto un drone “carico di due missili e dotato di telecamere” sui cieli di Bengasi, nei pressi dell’aeroporto civile di Benina e la zona di Rajma, dove ha sede il quartier generale di Haftar. Secondo il portavoce, “la contraerea ha abbattuto il drone con un missile terra-aria ed è in corso lo studio per conoscere chi lo abbia lanciato”. Secondo fonti giornalistiche di Bengasi, il drone è del tipo Predator di fabbricazione statunitense ed è in uso nelle forze Nato nel Mediterraneo. Secondo un analista militare libico, la missione di spionaggio è imputabile all’Italia da dove è partito il drone. Obiettivo della missione è quello di raccogliere informazioni sui movimenti dei mercenari russi”. Nel novembre 2019 un drone dello stesso tipo delle forze armate italiane è stato abbattuto su Tarhuna, durante il fallito tentativo di Haftar di conquistare Tripoli con la forza, con l’aiuto di mercenari russi e sudanesi.

Giordania

Si è svolta ad Amman, ieri, la prima udienza del processo al giornalista e scrittore, Adnan Roussan, accusato di “diffusione di notizie false e offesa a pubblico ufficiale”. Roussan ha pubblicato un articolo di critica alla corruzione dilagante nel regno, accusando il re Abdallah II di non far fronte in modo adeguato alle operazioni che sottraggono alle casse dello Stato miliardi di dollari. L’udienza è stata rinviata alla prossima domenica e l’imputato rimane in arresto preventivo. Invece di indagare sulle notizie di reato di corruzione e sottrazione di denaro pubblico, la magistratura controllata dal governo e della corte reale processa chi denuncia coraggiosamente questi crimini.

Approfondimenti

Finestra sulle Rive Arabe n. 4

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1 commento

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