Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo
(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)
29 agosto 2022.
Rassegna anno III/n. 236
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Per ascoltare l’audio:
Le vignette sono QUI
Sono passati 186 giorni di guerra russa in Ucraina.
Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere egiziano di Wadi Natroun. In Italia dal 28 maggio è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.
Oggi digiunano Daniela Castagno e, di nuovo, Maria Cosentino.
Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno.
Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com
Il 30 giugno, Anbamed ha spento la seconda candelina. Due anni fa è iniziata questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente. Puntuale, completa e senza interruzioni. Agli abbonati del 2022 andranno due quadri donati da Silvia Lotti e Giuseppe Di Giacinto.
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I titoli
Libia: Relativa calma a Tripoli dopo 3 giorni di scontri e 32 uccisi.
Etiopia: Il FPLT avanza nelle province di Afar e Amhara.
Palestina Occupata: scontri vicino a Jenin dopo un blitz israeliano.
Tunisia/Marocco: La Tunisia richiama il proprio ambasciatore a Rabat.
Iran: Baratto di gas russo contro droni iraniani per aggirare le sanzioni.
Le notizie
Libia
Una calma relativa nella capitale libica dopo 3 giorni di scontri tra milizie interne. 32 morti in maggioranza civili e 187 feriti, tra i quali alcuni casi gravi. Droni turchi hanno sorvolato la città per monitorare la situazione. Secondo i comunicati della Forza di Stabilità guidata di Ghneiwa Kikli, la milizia rivale Brigata 77, guidata da Tagiuori, sarebbe stata sconfitta e la casa di quest’ultimo è assediata. Il premier Dbaiba ha compiuto un giro di perlustrazione nei luoghi dei combattimenti, pubblicando sui propri account social dei selfie per rassicurare i suoi seguaci. Il premier incaricato Basha-Agha lo accusa di essere la causa degli scontri, per il rifiuto di passare pacificamente le rassegne, dopo la sfiducia del parlamento.
Etiopia
Il Fronte popolare sta avanzando nelle province di Afar e Amhara, dopo 5 giorni di scontri con forze governative federali e milizie locali affiliate. Un comunicato governativo ammette implicitamente questi sviluppi intimando ai capi del Fronte di ritirarsi e di riprendere i negoziati. Secondo un comunicato del FPLT, sono state occupate 8 cittadine e villaggi in un’area di 140 km quadrati. Il governo locale di Afar accusa i combattenti tigrini di uso dell’artiglieria pesante contro zone abitate, provocando la morte di civili. Una famiglia di 7 persone, due adulti e 7 minori, sarebbe stata colpita a casa da un obice di mortaio lanciato dai ribelli.
Palestina Occupata
Scontro a fuoco tra miliziano palestinesi e reparti dell’esercito israeliano durante un’irruzione in un villaggio alle porte di Jenin. I militari sono penetrati nel villaggio a bordo di auto civili con targhe palestinesi contraffatte. Dopo la sparatoria, i soldati di Tel Aviv si sono ritirati senza comunicare i risultati dell’operazione. La Mezzaluna rossa palestinese parla di 3 palestinesi feriti.
Tunisia/Marocco
Anche la Tunisia ha richiamato il proprio ambasciatore a Rabat per consultazioni. La crisi diplomatica tra i due paesi arabi è nata in seguito alla partecipazione del leader Saharawi al vertice economico nippo-africano, TICAD nella capitale Tunisi. Il governo marocchino ha considerato l’accoglienza di Ibrahim Ghali, da parte del presidente Saied, come un affronto ed un atto ostile al regno. Il comunicato del ministero degli esteri tunisino parla di inviti alle delegazioni emessi dall’Unione Africana, della quale la RASD (Repubblica Democratica Saharawi) è membro. Il Marocco, forte dei cedimenti diplomatici dei paesi europei sul tema dei diritti del popolo saharawi, intende imporre la propria visione del confitto anche in ambito arabo e africano.
Iran
L’ente petrolifero di Teheran ha siglato accordi con Mosca per l’acquisto di gas russo. L’anomalia sta nel fatto che l’Iran è il secondo paese al mondo per riserve di gas. L’accordo si spiega con il soccorso politico a sostegno della Russia contro le sanzioni europee. Analisti iraniani e arabi sostengono che Teheran acquisterà il gas russo a prezzi ribassati per rivenderlo a paesi come Iraq e Oman a prezzi di mercato. Un altro sbocco per la commercializzazione sarebbe il gasdotto che collega l’Iran con la Turchia. Iran ha fornito recentemente alla Russia droni, che possono essere pagati in gas, per aggirare le sanzioni europee e statunitensi ai due paesi.
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Approfondimenti
Finestra sulle Rive Arabe n. 4https://www.anbamed.it/2022/08/22/finestra-sulle-rive-arabe-n-4/
[…] Per ascoltare l’audio: clicca qui […]