Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

31 agosto 2022.

Rassegna anno III/n. 237

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Per ascoltare l’audio:                

                                         

Le vignette sono QUI

Sono passati 188 giorni di guerra russa in Ucraina.

Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere egiziano di Wadi Natroun. In Italia dal 28 maggio è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

Oggi digiuna di nuovo Tatiana Cappucci, in solidarietà con Alaa. Tatiana è attivista del gruppo territoriale di Latina di Refugees Welcome Italia.

Appello della redzione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno.

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

Il 30 giugno, Anbamed ha spento la seconda candelina. Due anni fa è iniziata questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente. Puntuale, completa e senza interruzioni. Agli abbonati del 2022 andranno due quadri donati da Silvia Lotti e Giuseppe Di Giacinto.

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I titoli

Iraq: Tornata la calma dopo un giorno di guerriglia urbana a Baghdad.

Arabia Saudita: Una condanna a 45 anni di reclusione per un post sui social.

Golfo arabo-persico: Tentativo fallito di sequestro di una nave USA da parte delle Guardie Rivoluzionarie iraniane.

Etiopia: FPLT accusa Addis Abeba di aver ripreso i bombardamenti aerei su Makallè.

Yemen: denunce di malversazioni nella gestione degli aiuti internazionali.

Le notizie

Iraq

È tornata la calma in Iraq, dopo 24 ore di scontri armati e quasi 40 morti e centinaia di feriti. Un discorso in diretta tv dell’Imam sciita Mouqtada Sadr, con l’invito ai suoi sostenitori di abbandonare le piazze e di tornare a casa, ha portato al ritiro dei loro avversari del campo sciita. Il premier Al-Kadhimi poco pima aveva minacciato le dimissioni se le forze politiche non avessero calmato le piazze e riportato l’ordine. Le scene di guerriglia urbana nel centro di Baghdad hanno dimostrato il disprezzo per la vita dei civili da parte di chi difende un potere messo in difficoltà dal voto. C’è stato il rischio reale di un ritorno alla guerra civile e dissoluzione dell’Iraq come entità statale unitaria. La corrente di Sadr chiedeva lo scioglimento del parlamento e elezioni anticipate, ma gli avversari, sempre in campo sciita, si opponevano nel timore di perdere ulteriormente consensi. Nelle ultime elezioni di un anno fa avevano dimezzato i seggi. Adesso tutti si dichiarano concordi sulla necessità di elezioni anticipate, ma divergono le modalità per arrivarci. L’impasse costituzionale è originata dal sistema etnico-confessionale. Ad un anno dalle elezioni vinte dal movimento Saiyroun (In Cammino) non è stato possibile eleggere il presidente della Repubblica e nominare un nuovo premier.  

Arabia Saudita

Un’altra attivista condannata a pesanti pene detentive per un post sui social. Noura Qahtani è stata condannata da un tribunale saudita a 45 anni di reclusione. Secondo l’associazione “Democrazia adesso” (Democracy Now), la donna è stata accusata di “tentativo di destabilizzare la convivenza sociale e uso scorretto dei social”. Questa è la seconda pesante condanna inflitta per reati d’opinione nel regno dei Bani Saud. Non sfugge che questo accanimento del poter monarchico è avvenuto dopo l’incontro di Biden e Macron con l’emiro Mohammed Bin Salman.

Golfo arabo-persico

Le Guardie Rivoluzionarie iraniane hanno tentato di prendere possesso di una nave della V flotta, ferma senza personale nelle acque del Golfo, ma dopo l’intervento delle unità statunitensi hanno desistito. La versione di Teheran è leggermente diversa: la nave non aveva nulla di irregolare ed è stata liberata. Le immagini fornite dalla Forza navale del comando centrale USA dimostrano inequivocabilmente il tentativo di un’unità iraniana di catturare la nave e sequestrarla, ma poi abbandonare la zona dopo l’arrivo degli elicotteri USA.

Etiopia

Il Fronte di liberazione del Tigray ha accusato l’aviazione governativa di aver bombardato ieri di nuovo il capoluogo Makallè. Non vengono fornite i numeri delle perdite in vite umane e i danni materiali. Un portavoce del FPLT ha riconosciuto che le milizie ribelli stanno avanzando per oltre 60 km nella provincia di Amhara, ma ha ribadito che la violazione della tregua è stata iniziata dalle truppe governative. Versione contraria è stata espressa dal portavoce di Addis Abeba. Secondo le agenzie dell’ONU è in corso una fuga di civili dalle zone di combattimento, nel triangolo dei confini amministrativi delle tre province.

Yemen

Aiuti di carta. È la denuncia delle organizzazioni della società civile yemenite contro autorità locali e agenzie internazionali di soccorso umanitario. “Ai profughi e poveri in Yemen arrivano briciole. Il 70% degli aiuti internazionali stanziati finisce in spese amministrative”, denuncia il Consiglio per la supervisione delle attività umanitarie. Un altro aspetto delle irregolarità è il valore del cambio del dollaro in valuta locale. Quello ufficiale è di 220 rial per dollaro, mentre sul mercato libero è di 760. Un divario contabile che può essere spiegato soltanto con la corruzione dilagante. L’ONU stima che due terzi della popolazione yemenita ha bisogno di aiuti per sopravvivere e negli otto anni di guerra sono stati spesi 17 miliardi di dollari di aiuti complessivi, gestiti da agenzie e organizzazioni umanitarie sia dell’ONU che nazionali, in coordinamento con i due governi yemeniti (con sedi rispettivamente a Sanaa e Aden).

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1 commento

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