Anbamed, notizie dal Sud Est del Mediterraneo

(testata giornalistica. Direttore responsabile: Federico Pedrocchi)

08 settembre 2022.

Rassegna anno III/n. 246

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Per ascoltare l’audio:                                                         

Le vignette sono QUI

Sono passati 196 giorni di guerra russa in Ucraina.

Alaa Abdel Fattah ha iniziato lo sciopero della fame il 2 aprile, nel carcere egiziano di Wadi Natroun. In Italia dal 28 maggio è in corso un digiuno solidale a staffetta per chiedere la sua liberazione.

Oggi giovedì 8 settembre digiuna ancora una volta, in solidarietà, Paolo Pignocchi, di Amnesty International Italia – Coordinamento Europa – Circoscrizione Marche. Paolo ha scelto di digiunare una volta alla settimana in solidarietà nei confronti di Alaa.

Appello della redazione di Anbamed ai lettori ed ascoltatori di aderire alla staffetta solidale di sciopero della fame per un giorno.

Per maggiori info: http://www.invisiblearabs.com

Il 30 giugno, Anbamed ha spento la seconda candelina. Due anni fa è iniziata questa maratona dell’informazione quotidiana sul Grande Vicino Oriente. Puntuale, completa e senza interruzioni. Agli abbonati del 2022 andranno due quadri donati da Silvia Lotti e Giuseppe Di Giacinto.

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I titoli

Iraq: La corte federale respinge la richiesta di scioglimento parlamento.

Egitto: Liberate su cauzione le 4 giornaliste di Mada Misr.

Siria/Turchia: Unia guerra di logoramento contro i curdi.

Siria/Francia: A Parigi condannato per arricchimento illecito Rifaat Assad.

Libia: Ucciso nel deserto un capo dell’Isis responsabile dell’eccidio di 21 egiziani a Sirte nel 2015.

Le Notizie

Iraq

La Corte federale costituzionale irachena ha respinto il ricorso per lo scioglimento del Parlamento. Il ricorso è stato avanzato dalla corrente dell’imam Sadr, predicatore e capo politico sciita. Le motivazioni del respingimento sono nella non competenza della Corte per esplicito articolo della costituzione del 2005. Gli unici organi preposti a tale decisione sono il presidente della repubblica in carica oppure lo stesso organo con l’approvazione dei due terzi. Il parlamento ad un anno dalle elezioni non è riuscito a raggiungere il quorum per l’elezione del presidente. L’attuale governo Al-Kadhimi è per lo sbrigo degli affari correnti e in mancanza del presidente della Repubblica non è possibile nominarne uno nuovo. L’impasse politica è provocata dalla rottura all’interno del campo sciita. Le alleanze attuali non permettono a nessuna delle parti di raggiungere il quorum dei due terzi. Un rompicapo che né il dialogo politico, né le manifestazioni di piazza e occupazioni delle istituzioni sono riuscite a far superare.

Egitto

Quattro giornaliste del quotidiano online Mada Misr sono comparse alla procura del Cairo per gli interrogatori in seguito alla denuncia del partito di A-Sissi, “Il Futuro della Patria”. Un lunghissimo interrogatorio durato dal mattino fino alla sera e concluso con la libertà su cauzione. Le quattro giornaliste sono la direttrice della testata, Lina Atallah e le tre redattrici: Rana Mamdouh, Sara Seif Eddin e Beesan Kassab. Le 4 giornaliste sono accusate di diffamazione, pubblicazione di notizie false atte a disturbare la quiete pubblica e la pace sociale. La notizia pubblicata dal giornale il 31 agosto riguardava un’indagine di un organo di controllo statale sulle attività di importanti esponenti del partito di maggioranza e su violazioni in campo economico finanziario con arricchimento illecito. La direzione del partito ha reagito con denunce diversificate in più governatorati, per moltiplicare le inchieste e amplificare il disagio delle accusate. Le giornaliste hanno compiuto il loro dovere di informare, ma in Egitto la libertà di stampa è quasi inesistente. Il sindacato dei giornalisti non è intervenuto in questa causa, come in molte altre precedenti, venendo meno ai suoi compiti istituzionali. Mada Misr è l’unico giornale di opposizione al potere assoluto in Egitto. La testata è stata oscurata più volte e la direttrice è stata trascinata in tribunali per il coraggio di pubblicare inchieste e notizie che toccano la corruzione e le violazioni dei diritti. Secondo la graduatoria di Reporters sans frontiere per la libertà di stampa, edizione 2022, l’Egitto è al 168 posto su un totale di 180 paesi.

Siria/Turchia                                       

Erdogan sembra aver rinunciato all’offensiva contro il Rojava, la regione autonoma nel nord est della Siria, per mancanza di approvazione da parte dei partner-rivali, Russia e Iran, e da parte degli alleati della Nato, USA. Nel nord della Siria, però, è in corso un confitto di bassa intensità, una guerra di logoramento che costa ogni giorno vite umane tra i civili ed i combattenti curdi. Ieri, si sono avuti attacchi dell’artiglieria turca ed attacchi con droni in tutte e quattro province del nord della Siria, da Aleppo a Dei Azzour. Nella provincia di Hasaka è stata bombardata e messa fuori uso una centrale elettrica. A Kobane un bambino è morto nell’esplosione di una mina. Le milizie siriane affiliate ad Ankara hanno bombardato diversi villaggi, sotto il controllo delle forze democratiche siriane, a nord di Aleppo.

Siria/Francia

La corte di cassazione di Parigi ha confermato le sentenze di primo e secondo grado a 4 anni di reclusione nei confronti di Rifaat Al-Assad, 85 anni, ex vice presidente siriano e zio di Bashar. Il processo riguarda corruzione, arricchimento illecito, riciclaggio e malversazione di denaro pubblico dello Stato siriano. Sono stati confiscati immobili e società in Francia e GB per 90 milioni di euro. Rifaat è sotto processo anche in Spagna e Svizzera, sempre per gli stessi reati aggravati dall’accusa di criminalità organizzata e di crimini contro l’umanità, per il suo ruolo nella strage di Hama, nel 1982. La stampa siriana aveva pubblicato la notizia del ritorno di Riaffat Assad in patria, nel 2021, dopo 30 anni di esilio volontario in seguito ad un tentativo di colpo di Stato fallito contro il fratello Hafez.

Libia

L’esercito libico LNA ha comunicato di aver scovato e ucciso nel sud della Libia il capo dell’Isis responsabile dell’assassinio dei 21 copti egiziani a Sirte, nel 2015.

L’uomo si chiama Mahdy Dengo (noto anche col soprannome Abu Barakat) ed è stato ucciso dopo uno scontro a fuoco a Morzouq, nel Fezan. La sua auto 4 route motrici carica di carburante è stata intercettata ed inseguita dalle truppe dell’LNA di Haftar. Dopo uno scambio di raffiche, Dengo è stato ucciso e il suo accompagnatore è stato ferito e catturato.

L’Isis dopo la sconfitta a Sirte, Bengasi e Derna ha trasferito molti suoi militanti nel sud della Libia costituendo una formazione col nome di Esercito del Sahara. L’attività principale per diversi anni è stata quella di creare basi fisse per il contrabbando di merci, carburanti e esseri umani. Nell’ultimo anno ha alzato la testa ed ha cominciato a colpire le unità isolate dell’esercito e compiere attacchi contro obiettivi fissi o occupare temporaneamente alcuni centri. 

Lo scorso aprile, durante il mese del digiuno islamico Ramadan, “l’Emirato islamico di Libia” ha pubblicato su account social affiliati foto di suoi militanti mentre si accingevano a consumare il pasto di rottura del digiuno, Iftar, al tramonto in una zona desertica e con una mitragliatrice pesante accanto.

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